Fratel MichaelDavide Semeraro inaugura le conferenze teologiche dell'Anno Giubilare nocese

05 29fratelmicheldavidsemerareNOCI (Bari) - Hanno avuto finalmente inizio, lo scorso giovedì 26 maggio 2016, in seguito alla conferenza stampa di presentazione dell’Anno Giubilare nocese, le conferenze teologico-formative previste dal comitato organizzatore. Ospite del primo appuntamento fratel Michaeldavide Semeraro, monaco benedettino dal 1983 e dottore in Teologia Spirituale.

Compatibilmente al suo servizio di intelligenza della fede e di accoglienza della vita, anche questa volta, relazionando sul tema “Alla scuola del dolore: consolare gli afflitti” ha cercato di coniugare la sua esperienza monastica con l’ascolto delle tematiche che turbano e appassionano il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo. Interessante il suo tentativo di coniugare il tema della sofferenza con la figura della Madonna della Croce, in questo tempo al centro delle riflessioni e delle preghiere dei nocesi.

La sofferenza e il dolore” ha esordito, “non ci lasciano mai uguali a noi stessi; ci fanno diventare sempre migliori o peggiori. Se la sofferenza vissuta o incontrata ci lascia indifferenti significa che abbiamo perso la nostra sensibilità umana. Non voglio essere profeta di sventura ma credo che, rivolgendo lo sguardo verso il mondo esterno oggi, stiamo vivendo un momento di declino della civiltà: potremo riconquistarla solo dopo aver conquistato la nostra capacità di compassione. La Madonna della Croce è un archetipo antico che ci aiuta a capire quanto la maternità ci possa insegnare a sopportare il dolore e la sofferenza. Ma la domanda: il nostro Signore è venuto al mondo per fondare la Chiesa? La risposta è no. Egli è venuto per insegnarci a lanciare un messaggio di speranza come compassione di Cristo verso l’umanità sofferente. A lui viene in mente di fondare la Chiesa nel momento in cui, di fronte alla folla sofferente, chiama gli apostoli per diffondere al meglio il suo messaggio".

"Dobbiamo dunque imparare: qualsiasi sofferenza, di qualsiasi tipologia, deve essere rispettata anche se non condivisa e a volte incomprensibile. Dobbiamo sempre ricordarci che se una persona soffre per qualcosa vuol dire che quella sofferenza esiste. Dunque cosa vuol dire scuola del dolore? Che dobbiamo essere attenti all’ottimismo della croce che non vuol dire essere pessimisti rispetto alla vita, ma regalare amore al prossimo".

Fede

© RIPRODUZIONE RISERVATA