Santa Maria Assunta: cantieri in chiusura a Lamadacqua

07 20 chiesa lamadacqua foto recenteNOCI (Bari) –  I lavori di restauro della chiesa Santa Maria Assunta, a Lamadacqua, sono in fase di conclusione. Lo apprendiamo a 8 mesi di distanza dall'avvio dei cantieri intorno all’edificio che, con l’intero centro servizi, dal giugno 2016, è stato sottoposto a tutela della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari tramite procedimento seguito dal funzionario architetto Angelamaria Quartulli.


(foto dello studio IntiniArchitetti)

A pochissimi giorni dalla conclusione, abbiamo quindi deciso di rivolgere alcune domande agli architetti che hanno redatto il progetto di restauro , ovvero agli Architetti Piernicola Intini e Piero Intini nonchè direttori dei lavori. Il loro contributo insieme a quello di tutti coloro che hanno partecipato al compimento dell’opera (leggi qui) è stato fondamentale perché si è finalmente ridato lustro ad un “esempio significativo e modello inedito di architettura rurale”. 

La chiesa di Santa Maria Assunta versava fino allo scorso anno versava in condizioni di assoluto degrado. Quali sono gli interventi che avete fortemente voluto inserire nel vostro progetto? E a quali aspetti avete prestato maggiore attenzione considerata anche la ua datazione?

Il progetto di restauro per la chiesa di Lamadacqua è partito da molto lontano. Eravamo nel 2011 e con l’ufficio Servizio Edilizia di culto e Beni Culturali ecclesiastici della nostra Diocesi fummo chiamati a seguire i lavori di smontaggio delle campane appese ormai a tre putrelle malferme. Da quel momento abbiamo preso a cuore la questione e cominciato, insieme all’Ufficio Tecnico della Curia, a pensare seriamente a come risolvere i seri problemi del campanile e della chiesa. Qualche anno dopo, complice anche la volontà di don Pasquale Tinelli di riportare la sua amata parrocchia ai passati splendori, abbiamo candidato il progetto alla richiesta di finanziamenti derivanti dall’8x1000 alla Chiesa Cattolica. Il resto è storia recente. Gli interventi necessari, dato anche il caso specifico tra i primi in Puglia di restauro di un edificio moderno vincolato, tema quanto mai attuale e di grande importanza per gli anni a venire, hanno interessato in modo particolare il campanile, il frontone e la veletta sopra l’accesso, elementi, questi, in cemento armato fortemente ammalorato che versavano in severo e pericoloso stato di degrado, un sistema ad invertitore di carica ha messo un freno all’umidità di risalita presente sulle pareti perimetrali e le finiture interne ed esterne dell’intera chiesa, compreso il caratteristico tetto, sono state riportate alla cromia voluta dai progettisti del tempo: gli architetti Plinio Marconi e Paolo Marconi. Anche le campane, funzionanti, sono tornate al loro posto.

Pensate che dare il giusto valore architettonico alla chiesa possa riaccentrare il suo ruolo culto-tradizionale?

Un immobile restaurato è certamente un immobile non solo bello a vedersi, ma bello da vivere che riacquista il giusto valore architettonico. Abbiamo sempre un debito con la storia e quindi, a prescindere, dovevamo cogliere l’opportunità di recuperare questo edificio per conservarlo e tramandarlo alle generazioni future. Molte coppie hanno celebrato il loro matrimonio a Lamadacqua e la chiesa e il suo genius loci sono stati il luogo di tante altre cerimonie importanti. Se riaccentrare vuol dire rimettere al centro l’interesse delle persone per qualcosa, bene noi crediamo che ciò possa accadere. La speranza è che la chiesa restaurata e sicura possa ancora accogliere ed emozionare quanti vi si recheranno. Cultualmente sarà la Comunità della Matrice e gli abitanti della contrada, e perché no dell’intera Noci, a decidere i destini di Lamadacqua e della sua chiesa.

Sapete già indicare una data di riapertura per il sito?

Di questo se ne occuperà presto l’arciprete-parroco don Stefano Mazzarisi che ha svolto con noi un sopralluogo qualche giorno fa. Per quanto è di nostra competenza, noi speriamo che venga riaperta quanto prima dato che tra pochi giorni le opere saranno concluse.

Possiamo ribadire la vostra volontà di inaugurare una mostra al termine dei lavori, come progetto-documentario delle fasi di “vita” della Chiesa?

C’è, in noi, la volontà di inaugurare una mostra in autunno e di pubblicare quanto abbiamo recuperato negli archivi anche a testimonianza dei lavori svolti. Abbiamo già preso contatti con alcune persone e presto seguiremo a prenderne con altre che, in un modo o nell’altro, sono legate alla storia di Lamadacqua.

Fede

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