Sprar “La nuova dimora" sui sentieri del dialogo interreligioso: siamo tutti figli di Dio e crediamo nell’amore

12 16 isentierideldialogointerreligioso 5NOCI(Bari)- Ieri 14 dicembre, alle 18:00, presso il Chiostro delle Clarisse, ha avuto luogo il primo degli appuntamenti organizzati da Progetto Sprar- “La nuova dimora” che si occupa di accoglienza per i rifugiati. L’amministrazione comunale, proprio nei giorni prossimi al Natale, ha ritenuto importante inserire nel programma “Natale a Noci 2018” una serie di eventi incentrati proprio su ciò che nella società odierna viene troppo spesso a mancare: il dialogo interreligioso! Una totale assenza del dialogo o una sua errata intavolazione, intrise di pregiudizio, possono avere conseguenze gravissime su una società che è già alla deriva.
Liva Cantore, dell’Associazione Onlus “Nero e non solo” e Marika Vischi, attiva operatrice per quel che concerne le attività di integrazione, assieme a Don Stefano Mazzarisi, ma soprattutto ai più piccini, attivamente coinvolti nel progetto, hanno effettuato canti, preghiere e riflessioni in merito alle religioni. Ce ne sono diverse ma hanno tutte in comune il linguaggio universale della fratellanza e dell’amore.

12 16 isentierideldialogointerreligioso 2‘E stato l’intervento dell’assessore alla cultura Marta Jerovante ad aprire la serata, che ha avuto come tema la casa come luogo in cui ci ritrova riuniti a riflettere e pregare ed in cui ci si sente al sicuro. “Molto spesso però, la casa è anche ciò che siamo dolorosamente costretti ad abbandonare in seguito a cause di forza maggiore come guerre o povertà estrema. Sempre più gente si ritrova a dover partire da zero, in una nuova casa dove non sempre si sente “a casa” e a dover riallacciare quelle relazioni che sono salvifiche per chi è approdato in una realtà completamente nuova” - ha dichiarato la Jerovante- “Pochissimi giorni ci separano ormai dal Natale, e se ci diciamo davvero Cristiani, dovremmo ricordare che Gesù stesso è nato non avendo una casa e questo la dice già lunga su quanto alto dovrebbe essere il nostro spirito di accoglienza. Il mio augurio è quello che ciascuno possa scegliere in assoluta libertà in quale paese vivere; che non ci siano più feroci guerre scaturite da inutili incomprensioni e che non ci sia più gente costretta a scappare lasciando la propria casa e i propri affetti”.

12 16 isentierideldialogointerreligioso 1La parola è passata successivamente proprio ai più piccoli, che sono stati attivamente coinvolti nel progetto assieme alle loro insegnanti e che pur nel loro linguaggio semplice e puro, si sono espressi dimostrando di aver recepito pienamente l’obiettivo del percorso fatto. Probabilmente, l’animo dei bimbi, proprio perché privo di barriere e pregiudizi, è in grado di comprendere quanto sacrificio e quanto dolore ci siano nelle storie soggettive di ogni immigrato. Livia Cantore e Marica Vischi, si sono soffermate su cosa voglia dire appartenere ad una determinata religione. Quello che cambia è solo il “modo di avere fede”, di chiamare l’Energia Creatrice a cui ci si rivolge: Dio, Allah, Buddha…non c’è differenza. Gli obiettivi che ciascuna religione si pone sono infatti uguali: la serenità e l’equilibrio interiore, la pace, la fratellanza e soprattutto l’aiuto concreto del bisognoso. Lo straniero non deve essere visto come un nemico e fare di ogni erba un fascio è sempre la cosa più sbagliata e stupida. Deve sempre unirci l’essere persone.

“Immaginate di aver fatto un disegno e di doverlo colorare” - ha detto Don Stefano Mazzarisi- “Aprendo però la vostra valigetta, vi accorgete che ci sono si tanti pastelli, ma tutti dello stesso colore: come fate a colorare di giallo sia il sole che le case o il mare? Eh no: decisamente serve una pluralità di colori per un disegno ben riuscito! La nostra società è questo: un disegno che con un solo colore sarebbe davvero brutto! Sicuramente accogliere non è mai semplice, perché significa dover “fare spazio”, doversi “stringere un po’ “ma la ricompensa è l’arricchimento e la non solitudine. Ce lo insegnano i bimbi che guardano con un pizzico di gelosia la sorellina o il fratellino appena arrivati, che confrontandosi però con chi non ne ha, si sentono dire: “Ah beato te che hai un fratello o una sorella con cui giocare e confidarti” La gioia è moltiplicata in intensità se è condivisa, altrimenti corre il rischio di tramutarsi in amarezza” - ha proseguito il sacerdote.
Canti significativi come “Lo scriverò nel vento”, “Se la gente usasse il cuore” e filastrocche come la “Filastrocca grande della pace piccola” hanno intervallato momenti di specifiche preghiere di ogni religione: Cristiana, Buddista, Induista, Ebraica, Mussulmana e Sikh.

12 16 isentierideldialogointerreligioso 7Chi ha ascoltato ha potuto constatare concretamente quanto simile sia ciò che ogni fedele chiede al “suo Dio”, che è poi il Dio che abbraccia tutti. Lo ha ricordato anche Papa Francesco nella sua intenzione di preghiera per il mese di gennaio: “Siamo tutti figli di Dio e crediamo nell’amore!” 
La serata è terminata con l’accensione da parte dei bimbi di candele colorate, ognuna recante il nome della religione che voleva simbolicamente rappresentare. La fede, qualunque fede, è sempre luce!
Progetto Sprar organizzerà altri tre eventi incentrati sull’integrazione e sul dialogo interreligioso. Quello di lunedì 17 dicembre, sempre presso il Chiostro delle Clarisse, prevedrà la proiezione del film “Il principe d’Egitto”, con successivo dibattito. Mercoledì 19 dicembre presso la comunità Gabrieli “le religioni a tavola”, con una gustosa cena che potrà essere consumata su prenotazione. In fine, giovedì 20 dicembre, alle ore 10:00 in Piazza Garibaldi, avrà luogo la piantumazione dell’albero del melograno, con successivi reading e performance musicale

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