La Chiesa del Carmine conserva l'organo più antico di Noci: presentati i lavori di restauro

07 14organochiesadelcarmine1NOCI (Bari) – La Chiesa del Carmine, che quest’anno celebra i 400 anni dalla sua edificazione, conserva al suo interno (da circa 200 anni) uno straordinario capolavoro d’arte e della meccanica: si tratta dell’organo più antico di Noci, inserito all’interno di una cantoria, e per il quale si rende necessario oggi un importante intervento di restauro. Per questa ragione infatti, lo scorso venerdì 12 luglio, la confraternita dell’Addolorata ha pensato di cominciare organizzare un evento intitolato “Ridiamo voce al culto e alla cultura”: per sensibilizzare la cittadinanza a contribuire ai lavori, previsti nel 2020, a favore dei quali interverrà anche la CEI (partecipando con il 50 % dei fondi).

07 14organochiesadelcarmine3Inserendosi nel più ambio programma dell’Anno Giubilare indetto per celebrare i 400 anni dall’edificazione della Chiesa del Carmine, i promotori dell’iniziativa - i giovanissimi della Confraternita – hanno pensato dunque di far parlare gli addetti ai lavori. Il presidente della Confraternita Emilio Mastropasqua ha passato a loro la parola per far capire in cosa consisteranno effettivamente gli interventi. Una prima introduzione nel mondo degli altari, degli organi e delle cantorie, in Puglia e Campania (è Napoli il riferimento artistico per inquadrare al meglio lo strumento nocese), è stata curata dalla dott.sa Isabella Di Liddo, docente di Storia dell’arte Moderna presso il Dipartimento di lettere, lingue e arti dell’Università degli Studi di Bari (foto a lato). A seguire, gli interventi tecnici della dott.sa Felicia La Viola (restauratrice - foto in basso) e del dott. Nicola Canosa (restauratore d’organi - foto in basso).

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07 14organochiesadelcarmine6GLI INTERVENTI - L’organo nocese, inutilizzato da circa 40 anni, appartiene alla schiera dei cosiddetti “organi positivi” (dal latino ponere, "collocare", in quanto è possibile trasportarli). È datato intorno alla fine dell’800 ma rilievi tecnici dimostrano che le canne interne risalgano all’inizio del medesimo secolo. Per il restauro della cassa dell’organo e della cantoria si richiederanno soli interventi di tipo conservativo ma, dal punto di vista tecnico, le fasi di intervento avranno bisogno di molta più cura: si partirà dallo smontaggio per poi passare alla rimessa a norma e saldatura delle canne, restauro delle parti lignee, sostituzione delle pelli, recupero delle parti in ferro ossidate, montaggio, recupero dell’intonazione e accordatura finale.

Un lavoro certosino, quello che si dovrà andare a compiere, che non comprenderà alcun intervento di elettrificazione, ci ha tenuto a sottolineare il presidente. L’organo è e resterà a trazione meccanica ed il sogno è di tornare presto a sentirlo. “Magari per organizzare concerti e nuovi percorsi culturali” ha esclamato Don Stefano Mazzarisi, arciprete di Noci, “avviando percorsi culturali all’interno della Chiesa”. “La cittadinanza”, ha concluso Domenico Nisi – sindaco di Noci – “non farà mancare il suo sostegno”.

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