Il messaggio di Don Stefano Mazzarisi per i ragazzi che avrebbero dovuto ricevere la prima Comunione

05 9 AiRagazziDellaPrimaComunioneNOCI (Bari) - Dal prossimo 18 maggio, riprenderanno finalmente le Celebrazioni Eucaristiche con la presenza in Chiesa dei fedeli (naturalmente nella piena osservanza delle norme atte a prevenire al massimo il contagio da Covid-19).

Si dovrà però attendere ancora per le cerimonie che prevedrebbero una partecipazione davvero massiccia, (è il caso ad esempio delle prime Comunuoni) nel corso delle quali sarebbe certamente più arduo garantire il rispetto delle norme. Nell’attesa di nuove disposizioni e di date certe, Don Stefano Mazzarisi, parroco della Chiesa Madre, ha però voluto escogitare un modo per accrescere il desiderio dell’incontro con Gesù nei ragazzi che nelle prossime domeniche avrebbero dovuto ricevere per la prima volta il Sacramento della Comunione. Rivolto a loro è il messaggio contenuto in un video diffuso dalla Parrocchia attraverso i canali social, in cui la voce pacata e gioiosa di Don Mazzarisi narra un episodio realmente accaduto e che fa davvero molto riflettere.

05 9 AiRagazziDellaPrimaComunione.jpg2Torniamo indietro di 25 anni, quando Papa Giovanni Paolo II, in visita negli Stati Uniti, volle fermarsi presso il seminario di Santa Maria a salutare i seminaristi e soprattutto Gesù Eucarestia all’interno della Chiesa insita nella struttura. Gli addetti alla sicurezza quindi, svolsero solertemente accurati controlli, avvalendosi dell’aiuto di cani addestrati per localizzare le persone quando crollano gli edifici o si verificano catastrofi naturali. In questo caso, l’obiettivo era verificare che non ci fossero potenziali attentatori nascosti. Quando gli animali vennero fatti entrare nella Chiesa dove il Pontefice sarebbe andato a pregare, si fermarono di fronte al Santissimo Sacramento, rimanendo con lo sguardo fisso verso il tabernacolo. Presero poi ad annusare e a ringhiare, comportandosi esattamente come se lì dentro ci fosse una persona nascosta. E’ questo il messaggio che Don Stefano vuol far giungere al cuore dei ragazzi ancora in attesa del loro primo incontro con Gesù: Egli non è entità astratta ma presenza viva, e gli amici a quattro zampe, con la loro infallibile sensibilità, erano riusciti a percepirla pienamente.
Chiarisce ulteriormente Don Stefano: “E’ un modo per continuare a crescere con i ragazzi nello stupore eucaristico... mentre sono chiamati ad attendere ancora per la prima Comunione... un’attesa accompagnata e trasformata in occasione per far crescere il desiderio!”.

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