Maria influencer di Dio: la video catechesi di Don Tony Drazza conclude i sabati di maggio

05 31 IsabatiDiMaggioDonTonyDrazzaNOCI (Bari)- Si è conclusa ieri la bella iniziativa de “i sabati di maggio”, indetta dalla Parrocchia della Chiesa Madre per far unire virtualmente i fedeli in tempo di pandemia, e soprattutto per stimolarli sia in fatto di fede che di cultura. La video catechesi conclusiva è stata tenuta da Don Tony Drazza, molto attivo sui social con le sue profonde riflessioni. Prendendo esempio dalle parole proferite da Papa Francesco durante la veglia con i giovani, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, Maria è stata presentata nella veste modernissima di “Influencer di Dio” . Don Drazza: “Ella è stata la donna che ha avuto maggior influenza nella storia, e il segreto di questa influenza è tutta racchiusa nell’umiltà del suo sì!”

Cosa ci fa venire in mente il termine “Influencer”? Nell’ascoltarlo, pensiamo alle “star dei social” come ad esempio Chiara Ferragni, che influenzano appunto le nostre scelte di vita, con i loro consigli su cosa dobbiamo mangiare, come dobbiamo vestirci ecc. Di certo, l’ultima cosa che ci verrebbe in mente sarebbe pensare alla Madonna! Eppure, questa veste modernissima le si addice più di quanto potremmo mai immaginare, e Don Tony Drazza ha esaustivamente spiegato perché. Ai fedeli, collegati in diretta, è stato proposto di seguire la Madre Celeste attraverso un cammino in tre tappe, segnato appunto da tre passi del vangelo. Il primo ha riguardato il momento sicuramente più importante della vita di Maria: l’Annunciazione.
“Bussando, per mezzo dell’Angelo alla porta della Vergine, Dio “disturba” la sua quiete , scuotendola da tutte le sue certezze. Il Vangelo non è dunque il libro che fa al caso di chi è avvezzo ad una vita comoda, di chi non vuole essere scomodato”- ha esordito con fermezza Don Drazza, spiegando poi che la forza di Maria sta tutta in quel suo “Sì!”. E’ infatti il coraggio di accettare, di darsi una possibilità, che apre la porta alla realizzazione dei nostri sogni, che diversamente resterebbero un qualcosa di effimero, destinato a dissolversi col risveglio mattutino.

“Maria dice di sì, mossa unicamente dell’amore, e credo che occorra ritornare a fare le cose non per ricavarne un utile, ma per puro amore. L’amore, in tutte le sue forme, si conta per pazzie, come ad esempio quella dell’innamorato distante, che percorre in macchina centinaia di chilometri solo per poter trascorrere qualche ora in compagnia della sua amata. Chi non è disposto a qualche pazzia per amore, non ama veramente!”- ha asserito don Tony, in un linguaggio dalla modernità sorprendente, in grado di far innamorare di Maria anche i più giovani. La seconda tappa è stata quella riguardante nozze di Cana. Durante un banchetto nuziale a cui è invitata assieme a Gesù, Maria si accorge che qualcosa non va: è terminato il vino. Ed è grazie alla sua supplica che suo Figlio provvede miracolosamente. “Ogni sì di Maria è concretizzato nella scelta di un incontro ed ogni suo sì riguarda più la vita degli altri che la sua!”- ha fatto notare Don Drazza. Un’osservazione che dovrebbe farci riflettere sulla capacità di cogliere il disagio degli altri e di farci carico della missione di restituir loro la gioia. Il terzo ed ultimo tra i passi del Vangelo proposti, ci presenta Maria colta nel momento più angusto e doloroso della sua vita: la ritroviamo infatti presso la croce del figlio agonizzante.

Credo che tutti noi dovremmo imparare a stare presso i nostri dolori, affrontandoli senza fuggire. Rimanere è il verbo più bello, soprattutto se usato nei momenti di maggior travaglio! Quanti di noi di fronte al dolore si chiudono? Maria no: lei si è aperta, accogliendo la richiesta di Gesù e accettando di essere presa in casa dal discepolo prediletto, e di rivestire anche per lui il ruolo di madre!”- ha puntualizzato il sacerdote.

La preghiera conclusiva è stata un’invocazione allo Spirito Santo, proprio in vista della Pentecoste. Prima però, Don Tony ha voluto esortare i giovani a guardarsi dentro e a chiedersi cosa davvero desiderano per la loro vita, per il loro futuro, in modo da poter maturare la forza e il coraggio di tramutarli in realtà, senza lasciarli marcire in un cassetto

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