Mese Mariano senza tradizionale Festa Campestre: nocesi pervasi dalla nostalgia

06 01 ConclusioneMeseMarianoNOCI (Bari)- Un Mese Mariano che resterà scolpito indelebilmente nella storia di Noci, per l’assenza della tradizionale Festa Campestre che ne segnava la conclusione e che l’intera cittadinanza attendeva con trepidazione.
Sui social, molti nocesi, presi dal rammarico hanno postato vecchie e suggestive foto degli anni che furono, quando le risate allegre riecheggiavano nel verde che circonda il Santuario della Croce.

Una pandemia può purtroppo incidere sulla storia di un paese e di un popolo, intaccandone le tradizioni. Il Covid19 ha privato i nocesi di uno dei momenti a loro più cari. La tradizionale Festa Campestre, che segnava in maniera gioiosa la fine del Mese Mariano, quest’anno non si è tenuta.

Rammaricati e presi da un impeto di nostalgia, molti nocesi hanno inondato i social di foto che li ritraevano, negli anni addietro, sorridenti e spensierati a festeggiare presso il Santuario della Croce. Qualcuno ha voluto ripercorrere nei dettagli lo svolgimento del rituale appuntamento, a beneficio di chi non conoscesse ancora le nostre tradizioni, ma soprattutto per avere l’illusione di riassaporare virtualmente quei momenti. E’ sempre stata un’occasione festosa, di allegria condivisa, in cui ai momenti di preghiera si alternavano quelli di spensieratezza.

La sacra effigie della Madonna veniva ricondotta presso il Santuario della Croce, e dopo la Celebrazione della Santa Messa, via libera al divertimento con musica, canti, buon cibo che molte mamme e nonne portavano da casa, un giro tra le bancarelle e una passeggiata nel verde, con i polmoni pieni d’aria salubre. In quest’ultimo giorno di un maggio atipico, coinciso con la festa liturgica della Pentecoste, ci si è dovuti accontentare dei ricordi e di una preghiera più intensa. Preghiera a cui Don Stefano Mazzarisi ha invogliato i fedeli, durante la Santa Messa trasmessa in diretta dalla Chiesa Madre. L’omelia è stata incentrata sul valore di un perdono che non può sussistere, se non presupponendo un sincero pentimento e un autentico desiderio di ricominciare mettendosi in gioco con umiltà.
“Nell’amore e nella carità si rinnova lo ogni giorno la Pentecoste. I nostri occhi restino fissi su Gesù e saremo infiammati di Spirito Santo, fuoco con cui infiammeremo anche gli altri. Maria ci ricorda che abbiamo solo bisogno di proferire il nostro sì e di lasciar fare a Dio”- ha ricordato Don Stefano. Per quest'anno purtroppo è andata così, ma in cuor suo, ognuno è consapevole che quello venturo, la Festa Campestre regalerà emozioni ancora più intense 

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