In ricordo di suor Imelde Vocale: icona nocese della carità concreta

06 18 Suor Imelde ricordoNOCI – Su viva sollecitazione di quanti l’hanno conosciuta e amata e soprattutto di quanti hanno ricevuto da lei concreto aiuto vogliamo condividere con i lettori il ricordo di suor Imelde Vocale, minuta ma grande icona nocese della carità. In una società dove la carità, la solidarietà, la capacità d’ascolto e l’attenzione all’altro e alle sue difficoltà sembrano valori in via d’estinzione, è più che mai giusto e doveroso ricordare e soprattutto prendere ad esempio chi ha speso la propria vita per metterli in pratica.

06 18 Suor Imelde VocaleNata nel 1925, suor Imelde aveva accettato con gioia la sua chiamata vocazionale, entrando a far parte dell’Istituto “Figlie di Sant’Anna”. Ma attenzione: non immaginiamola come una suora chiusa tra quelle quattro mura, che si limitava esclusivamente a pregare a mani giunte. Le mani che aiutano, sono più sacre di quelle che sanno soltanto pregare, e suor Imelde lo sapeva bene. Le sembianze fisiche erano quelle di uno “scricciolo” fragilissimo, ma suor Imelde era dotata però di una energia inesauribile, che sembrava provenire direttamente dal “suo capo” lassù. Un piccolo grande “terremoto di carità” sempre e instancabilmente in cammino. Questa energia, ella la spendeva interamente per i poveri, per i bisognosi, per i disadattati, per gli immigrati, per gli extracomunitari, per coloro che il resto della società relegava ai margini. L’amore incondizionato nei confronti degli altri, la portava anche a trasgredire le rigide regole dell’Istituto Figlie di Sant’Anna, e ad allontanarsi negli orari del pranzo e della cena per correre dai bisognosi.
06 18 Suor Imelde epitaffioLa Madre Superiora, suor Francesca, le prime volte telefonava preoccupata agli altri membri del Centro Ascolto Caritas di Noci (di cui Suor Imelde era cofondatrice), chiedendo dove fosse finita la consorella. Successivamente, però, aveva accettato con santa rassegnazione quegli atti di ribellione, mossi dal desiderio di essere al fianco dei bisognosi. Nel 2015, raggiunta la veneranda età di 90 e avendo ella sparso infiniti semi di carità e amore, il Signore ha deciso che per suor Imelde fosse arrivato il momento di fermarsi e di riposarsi, così l’ha chiamata a sé. Ma oggi, suor Imelde, pur senza la sua presenza fisica, continua a insegnarci che non si pratica la carità restandosene immobili a braccia conserte. La preghiera? Certo, serve eccome, ma è ancora più utile indossare scarpe comode e mettersi concretamente in cammino.
Gli indigenti, gli immigrati, gli emarginati hanno bisogno di qualcuno che li ascolti e che faccia concretamente qualcosa per loro e con loro.
Suor Imelde ci ha indicato concretamente la strada, e certe orme restano indelebili. Per seguirle basta solo averne la volontà. Ci piace pensare che suor Imelde non sia scomparsa, ma si sia trasformata in tante luminose particelle di amore, che brillano nei cuori di chiunque l’abbia conosciuta, direttamente o indirettamente.

 

 

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