NOCI (Bari) - Fede, Storia e Cultura compongono spesso un trinomio inscindibile: da sempre le nostre città e contrade sono segnate da ‘fatti religiosi' che determinano accadimenti storici e architettonici di portata più o meno rilevante. Per Noci, l'accrescersi della devozione alla Madonna della Croce individua un passaggio obbligato per chiunque voglia accingersi allo studio di ‘cose patrie'. Tra gli episodi legati alla devozione Mariana vi è quello noto della "grazia" di Porta Nuova. Il termine "grazia" ha molteplici valenze: oltre alla "Grazia che Dio concede alle creature per guidarle nella salvezza", indica una "concessione straordinaria fatta con disinteressata e magnanime generosità".
L'antico abitato di Noci era racchiuso da una muraglia munita di tre porte e torri di difesa; una di queste porte si trovava in prossimità di quella che oggi è denominata via Pentimi ed era ieri indicata come "Porta Mottola". Cresciuta la devozione alla Madonna della Croce e con essa, la necessità degli abitanti di approvvigionarsi d'acqua recandosi ai pozzi presenti in località Todaro e Fusco (attuale via foggia di Totos), nel 1610 i Nocesi chiedono - ed ottengono - dal Conte di Conversano e Duca di Noci, Giulio I Acquaviva d'Aragona l'autorizzazione a "smontare" e "spostare" la porta che ‘menava' a Mottola e a ricomporla presso quella che, da quel momento in poi, sarebbe diventata nella toponomastica corrente via "Porta Nuova".