Presepe in masseria, reportage della natività del passato

NOCI - Buona la prima per l’associazione Don Bosco che ha organizzato per il quinto anno consecutivo il “Presepe in Masseria”. Dopo il salto del 26 dicembre, data di inaugurazione del presepe omessa per via delle avverse condizioni climatiche, adesso è tutto pronto per vedere raffigurata la sacra natività. Ci troviamo in masseria Civitella a circa tre chilometri e mezzo da Noci sulla provinciale che conduce a Martina Franca. Ad accogliere il flusso di gente nei parcheggi e dispiegare le autovetture in modo da non ostacolare il traffico il gruppo dei Rangers di Putignano coadiuvati dagli agenti di Polizia Municipale nocese.

 

 

 

Subito dopo il vialone d’ingresso un banchetto per il sostentamento dell’associazione fa da apriporta al grande atrio interno della masseria. I visitatori vengono raccolti in gruppi da dieci ed accompagnati nel tour dai ragazzi dell’associazione medesima. I primi ad essere visitati sono i trulli del XVII secolo, nei quali calzolai, scalpellini e arrotini svolgono il loro mestiere con la cura dei migliori artigiani del passato. Poi è la volta della ricotta e dei prodotti caseari, immancabili in ogni masseria che si rispetti come immancabili sono gli animali da fattoria ivi presenti. Nel percorso segnato dalla scia della stella cometa la comitiva gira tra stalle e trulli ed ammira con minuzia di particolari le attività che si presentano. È ora la volta del mulino, del fabbro, per poi passare alla cantina per assaggiare del buon vino e agli alloggi dei contadini per assaporare i prodotti tipici della terra murgiana. Il nostro “cicerone”, preparatissimo ma che avrà ad occhio e croce circa vent’anni, descrive la scena che si presenta ai visitatori e ci esorta ad entrare ed essere parte attiva del presepe.

Attraversato l’enorme spiazzale esterno ci troviamo ora nella casa padronale risalente al XIX secolo appartenente alla famiglia martinese Grassi che per gentile concessione ha messo a disposizione la masseria medesima per questa quinta edizione. All’interno ci colpisce vedere la sartoria organizzata e gestita da sole donne, vero cuore pulsante della casa, poi la stanza da letto e la cucina dove operose vecchiette preparano a mano le famose orecchiette. Siamo di nuovo nell’atrio centrale, all’esterno, e il nostro cicerone murgiano ci spiega che qui, anche se non si vedono perché nascoste dall’oscurità notturna ci sono una gravina “posta nella parte bassa della masseria perché serviva a raccogliere l’acqua piovana” e la specchia “costruzione tipo torre che serviva da vedetta e per i passaggi di informazioni”.

Seguiamo la scia della stella cometa ed adesso il percorso si fa più impervio, tra ciottoli e viottoli di campagna, dove incontriamo i briganti che si riscaldano al fuoco di una sterpaglia e poi nella grotta, dove primeggia la Sacra Famiglia. Sotto la stella più lucente Giuseppe, Maria ed un bambolotto che dovrebbe rappresentare ‘O Bambiniello. Un presepe a regola d’arte dove il visitatore non solo viene catturato dalle immagini e dai movimenti dei figuranti ma ne è il protagonista principale. Un tocco di penna lo meritano anche i bambini che vengono lasciati liberi di girare in uno spazio verde che all’ambiente urbano manca, e girano su calessi trainati da cavalli murgesi e pony; ed a Don Carmine che mi accoglie a braccia aperte chiamandomi “giornalista!”

Qui si respira aria di festa. Sorrisi, luci e colori inebriano l’aria masserizia. Qui ci si può dimenticare per un istante la crisi economica e la guerra nella striscia di Gaza. L’appuntamento più bello che occorre rinnovare è quello del 6 gennaio allorquando arriveranno i Re Magi.

Fede

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