Dimissioni Benedetto XVI, le opinioni dei parroci nocesi

02-16papabenedetto16NOCI (Bari) - Cinque giorni fa scoppiava la notizia regina di questa settimana: il pontefice Benedetto XVI dichiarava in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, la decisione di abbandonare il pontificato il prossimo 28 febbraio. Abbiamo voluto conoscere le riflessioni dei parroci nocesi ormai al corrente della notizia.

02-16parrociDobbiamo ammettere che, dinanzi alla nostra comune domanda Cosa si sente di volere esprimere a proposito dell'abbandono del pontificato da parte di Papa Benedetto XVI?, tutti e tre i parroci intervistati Don Vito Gentile, Don Carmine Chiarelli e Don Peppino Cito, sono convenuti sul rispetto nei confronti di una simile scelta, sia stata essa improvvisata o meditata. Nel rispetto di tutti si riportano dunque, di seguito, le parole che ciascun parroco ha sentito di voler esprimere. 

Don Peppino Cito: "Sorpreso sì, disorientato no. Così mi sento di fronte alla decisione del Papa. Il commento che più di ogni altro ho condiviso in questi giorni è quello che riguarda la dimensione umana dell'evento e che si chiama semplicemente libertà. Qualunque sia la causa che porta Benedetto XVI a muoversi in questa direzione, la molla che lo muove è certamente la sua grande libertà interiore e la sua intelligenza. Di conseguenza l'interazione e la collaborazione tra la sua fede e la sua intelligenza. Due molle, potremmo dire. L'una che fa scattare l'altra e determinano la persona a muoversi all'interno di scenari complessi e, in un certo senso, nuovi. Libertà che garantisce l'intelligenza. Intelligenza che non subisce il contesto, ma lo abita. Fede che sostiene nella solitudine della propria responsabilità. Veramente l'umano ha prevalso, nel senso che ha salvato tutta la sua dignità nella collaborazione sinergica con la fede. L'umano, d'altronde, ha sempre trovato ospitalità nel modo in cui Ratzinger ha abitato la storia, la fede e l'istituzione. Istituzioni e ruoli assediarono il suo 'io' ma non l'ebbero prigioniero a lungo".
 
Don Vito Gentile: "Un annuncio, quello del Pontefice, onesto e coraggioso anche se inaspettato. Il diritto canonico contempla chiaramente la possibilità che un Pontefice ha di poter abbandonare il suo mandato qualora le forze venissero a mancare. Il mondo cristiano è senz'altro sconvolto, ma ciò a cui dobbiamo seriamente pensare è la consapevolezza che a guidare la Chiesa è Cristo. E' importante che questo senso di fiducia non venga meno nonostante la difficoltà nel capire un simile gesto. L'invito che mi sento di rivolgere è quello di pregare per Lui e per il prossimo Papa".
 
Don Carmine Chiarelli (foto al centro): "Anche io nutro profondo rispetto per questa scelta. E' assolutamente leggittimo che un uomo di studi possa arrivare a sentire il peso di un simile compito. Al contrario ricordo che il predecessore di Papa Benedetto (Papa Giovanni Paolo II) aveva da sempre passato la sua vita a lavorare, allenare il corpo. E' del tutto legittimo, ripeto, che un uomo come gli altri possa arrivare al punto di non sostenere una responsabilità così grande come quella di successore si Pietro". 
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