“Il provinciale” scopre le meraviglie di Noci: un territorio di cui innamorarsi “pietra su pietra”

11 29 IlProvinciale 6 1NOCI- Lo scorso 28 novembre, alle ore 17:00 la nostra Noci è sbarcata su rai due, protagonista del nuovo format televisivo “Il provinciale”, diretto da Sergio Spanu e affidato alla conduzione di Federico Quaranta. Affiancato dall’inseparabile amico a 4 zampe Kumash, il “conduttore viandante” ha compiuto un “viaggio circolare” attraverso il territorio nocese. Un viaggio che ha significato simbolicamente un lento sollevarsi del velo che cela le nostre meraviglie. Per quanto riguarda la parte di approfondimento storico, gli autori e il conduttore si sono completamente affidati allo studioso di storia locale Pasquale Gentile, diventato parte integrante della troupe dietro le telecamere. Il programma ci ha mostrato i volti già noti di diverse personalità nocesi che con costanza e passione si impegnano per la valorizzazione del territorio. Ad esempio, l’architetto Orazio.P Sansonetti, presidente dell’associazione “Puglia Trek&Food e parte del GASP C.A.I di Gioia del Colle, gli amici del Circolo Ippico Monaci, lo chef Pasquale Fatalino, Pasquina con la sua Arte Bianca e il maestro calzolaio Rocco Recchia. E voi lettori quanti dei nostri tesori e quanta della nostra storia conoscevate già? Siete pronti ad innamorarvi ancora più follemente della vostra…della nostra Noci?

Al11 29 IlProvinciale 7tro che piccolo paesino di provincia! Noci è un vero e proprio scrigno in collina, il cui contenuto merita di essere ammirato e conosciuto.
Federico Quaranta ha inaugurato la puntata prendendo in prestito le emblematiche parole dello storico locale Pasquale Gentile: “Noci Antica, bella, colta”. Suona come una reale dichiarazione d’amore nei confronti del proprio paese natio.

11 29 IlProvinciale 1“Noci antica perché senza tempo, capace di mostrarsi anche moderna e senza rughe; bella nel suo risultare attraente senza disarmonie; colta perché priva di inciviltà e prodigiosamente raffinata”- aveva precisato lo stesso Gentile in una delle sue tante pubblicazioni intitolata appunto “Noci: antica, bella colta”. La grandezza di un paese, in fondo, sta  nel poter vantare un forte passato e nel poter mostrare una splendida anima. Ma partiamo dalle origini: sulla nascita di Noci, e soprattutto sul nome della nostra cittadina, sono circolate nel corso dei secoli le leggende più pittoresche e, a dirla tutta, non sempre convincenti. Un principe che trova riparo da un temporale sotto un albero di noce e per devozione fa erigere un Santuario in onore della Vergine? No: non convince! La forma del centro storico che ricorderebbe appunto il guscio di una noce? No, non ci siamo ancora. I Romani che passando da queste parti si sarebbero soffermati sui numerosi alberi di noce? Ma no, assurdo anche questo! La storia di Noci è tutta racchiusa tra le mura della nostra Chiesa Madre, dove un tempo vi era una piccola cappella votiva, in cui sembra fosse raffigurata l’effige della Madonna con delle noci. Santa Maria De Nucibus, appunto. Ma la storia di un territorio calcareo come il nostro, non può che esser scritta con e sulla pietra.

11 29 IlProvinciale 3Pietre che parlano, raccontano e custodiscono. Pietre che il contadino, dalle scarpe grosse e il cervello fino, ha sempre visto come una opportunità. Quando si faceva ancora difficoltà a poterle trasportare, le pietre venivano adoperate in loco per creare costruzioni come i trulli, le mura delle masserie, i cosiddetti “parietri” (ovvero i muretti a secco) oppure quei trulli che hanno reso famosa la Puglia anche all’estero. “Il provinciale” si è soffermato anche sulla funzione produttiva che era affidata un tempo alle nostre bellissime masserie. Vere e proprie isole autosufficienti, che producevano autonomamente tutto il necessario per quanto riguardasse l’allevamento, l’agricoltura oppure entrambe le cose. Come si poteva non far tappa nell’antichissimo sito di Barsento o in quel della Masseria Monaci? Qui, gli amici dell’omonimo Circolo Ippico, (e in particolare Francesca Tinella, tecnico forestale) hanno mostrato in tutta la sua prorompente e austera bellezza il Cavallo Murgese,. Questo straordinario animale era un tempo preziosissimo alleato “tuttofare” del contadino, e oggi, morfologicamente mutato, sembra destinato ad un futuro turistico. Restando in tema di pietra e di storia, non si potevano tralasciare le antiche vie della transumanza, come il nostro “Paretone del diavolo!” di cui ha parlato esaustivamente l’architetto Orazio P. Sansonetti, presidente dell’associazione Puglia Trek&Food e guida escursionistica.

11 29 IlProvinciale 5Ha una lunghezza di 15 km e una larghezza di 30 metri. La particolarità sta nel fatto che demarca proprio il confine comunale tra Noci e Gioia del Colle”- ha spiegato Sansonetti. Ma le mandrie, che un tempo percorrevano queste vie, donano da sempre anche quello che viene definito “oro bianco”, ovvero il latte. Pasquina Netti, la simpatica massaia dotata di versatile operosità, ha insegnato a Federico Quaranta a preparare mozzarelle e nodini.

11 29 IlProvinciale 2In tema di buona cucina locale, la parola allo chef Pasquale Fatalino, del ristorante “L’antica locanda”.
Qui c’è un grande rispetto per nostra Madre Terra, perché lei può dare e lei può togliere. Guardando mia nonna prima e mia madre poi, ho imparato a trattare al meglio i prodotti che la natura ci offre. La nostra è una cucina semplice e sostenibile: costa poco e rispetta l’ambiente!”- ha spiegato Fatalino, aggiungendo: “Lì dove predomina il fast food, noi restiamo la terra del cibo lento, cucinato con pazienza e passione. Seguiamo lo scorrere del tempo: ogni stagione ha i suoi prodotti e il cibo deve essere anche sinonimo di benessere interiore, di convivialità. Prendetevi tempo anche per gustare per assaporare pienamente un buon piatto”.
La “regina” della cucina Pugliese resta ancora la “pignata”, l’antichissima pentola in terracotta nata nientemeno che dalle mani dell’uomo del neolitico. Ma Noci è come una donna avvenente e seducente che custodisce nel suo ventre i segreti più importanti. 11 29 IlProvinciale 4Conoscevate l’esistenza della stupenda “Grotta dei coralloidi?” Probabilmente no, visto che è stata censita solo pochissimi giorni fa. Talmente segreta, da sembrare un buco qualunque situato in uno dei tanti pascoli del nocese. Nessuno immaginerebbe mai che si tratti della porta che apre un mondo magico, proprio come nelle migliori favole. A parte gli esperti del GASP (Gruppo Archeologico e Speleologico Pugliese) nessuno aveva mai esplorato prima questo sito vergine, dove stalattiti e stalagmiti (le più antiche potrebbero risalire anche ad un milione di anni fa) creano un’architettura naturale che lascia a dir poco senza fiato. Una meraviglia che è rimasta tale per un tempo che va oltre l’umana capacità di misurazione e che deve essere preservata per altrettanti secoli.
E dopo tanto camminare, ci sta farsi commissionare un bel paio di scarpe su misura, proprio come facevano i calzolai di un tempo. Il nocese Rocco Recchia, mantiene questa tradizione. Al conduttore ha rivelato: “Io rappresento la quarta generazione che si dedica a questa attività”-
Toccando anche le vicine Putignano (per le grotte carsiche) e Alberobello (capitale dei trulli) il viaggio di Federico Quaranta si è concluso esattamente da dove era partito: nel Centro Storico, nel “cuore” di Noci.
Vivissima la commozione suscitata nei nocesi al termine della puntata, una commozione espressa anche attraverso i social, dove, accanto alle stupende immagini “rubate” di fronte allo schermo, ciascuno si è detto orgoglioso di essere nocese. C’è stato chi, con molta umiltà ha ammesso di non conoscere tanto di ciò che il territorio offre, e si è ripromesso di recuperare nel più breve tempo possibile, saziando quella sete di conoscenza e di bellezza.
Abbiamo Chiesto a Pasquale Gentile cosa abbia significato per lui prendere parte attiva a questo bellissimo progetto. Chiunque abbia letto le sue pubblicazioni si sarà accorto che c’è la sua penna nelle parole declamate all’inizio dal conduttore.
Lo storico ci ha raccontato: “Sono state giornate intense e indimenticabili! La troupe è stata disponibilissima nei miei confronti e io ho cercato di esserlo con loro, raccontando a cuore aperto la storia della nostra Noci, che, non lo nascondo, ha commosso anche loro. Beppe Bosin, uno degli autori del programma con il quale è nata una bella amicizia, e con cui ho scambiato ininterrottamente messaggi, ha testualmente ammesso che è davvero facile innamorarsi di Noci. Fiero, io, di viverci, orgoglioso, lui, di dedicare una puntata. Una passione che non si spegne. Ecco Noci, terra di pietre. Noci antica, bella, colta. Noci che si fa amare, che ‘contagia’. Certamente amanti di Noci, ora, anche il regista Sergio Spanu e il conduttore Federico Quaranta. Soltanto chi ama può creare cose belle. Una trasmissione televisiva, ad esempio. E chi ama non dimentica...”
E voi, vi siete innamorati ancora di più di Noci?

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