Stefania Craxi: "Mio padre lungimirante sulla situazione politica italiana"

11-27stefaniacraxi2NOCI (Bari) - Una visione chiara e lungimirante della politica italiana, nonostante il suo faticoso e solitario esilio. Il profilo che Stefania Craxi ha voluto tracciare, lo scorso mercoledì 26 novembre, del padre Bettino è stato chiaro. E lo diventa ancor di più leggendo gli ultimi scritti inediti dello statista, pubblicati nell'ultimo libro edito da Mondadori intitolato "Io parlo e continuerò a parlare". Noci ha avuto la possibilità di discuterne in occasione della presentazione organizzata dall'associazione culturale nocese I presìdi del libro, in collaborazione con la Regione Puglia.

Curata dallo storico Andrea Spiri, la raccolta contiene scritti inediti del più grande leader del socialismo italiano Bettino Craxi, formulati negli anni del suo esilio scaturito in seguito all'inchiesta "Mani Pulite" che lo aveva travolto nel 1992. Prezioso è stato il contributo che Stefania Craxi ha accettato di rilasciare ai taccuini di Noci24.it, in esclusiva assoluta, a qualche ora dalla presentazione del libro avvenuta nel Chiostro di San Domenico.

Onorevole Craxi, quando e come è nato questo libro?

"Craxi in una delle sue ultime interviste dice "la battaglia della storia non gliela farò vincere e l'unica cosa che posso fare è continuare a parlare". Il libro nasce per consentirgli di continuare a farlo. Si tratta di una raccolta dei suoi scritti compresi fra il 1994 ed il 1999. Craxi scriveva in tarda mattinata, reagendo ad alcuni articoli di rassegna stampa, oppure suoi pensieri della notte che a volte passava insonne".

Durante il suo esilio in Tunisia, e precisamente ad Hammamet, Bettino Craxi scrive una serie di commenti su quella che sarebbe stata la Seconda Repubblica. Traccia ritratti di alcuni politici italiani. Ce ne racconta qualcuno? E soprattutto cosa diceva, sin da allora, su Berlusconi?

"Intanto questo che andiamo a presentare non è un libro di memorie e non parla del passato. Si tratta di un libro che parla di oggi, a vent'anni da quella falsa rivoluzione che distrusse il sistema politico, da allora mai più ricostruito. Craxi scrive che la Seconda Repubblica non è mai nata. C'è un capitolo che lui dedica ai cosiddetti uomini nuovi: Napolitano, Amato, D'Alema, etc. Tutti uomini che avevano i piedi ben piantati durante la prima Repubblica, di cui non poteva non conoscerne tutti gli aspetti, i vizi, le virtù, i difetti ed i pregi. Specifica che questi facevano finta di essere scesi il giorno prima dalla luna. Li definisce extraterrestri: uomini nuovi in sostanza che non avevano titoli per definirsi tali. A proposito di Berlusconi: vent'anni fa Craxi lo avverte e gli dice che è visto come un intralcio. Sin da allora era partita una macchina giudiziaria che in qualsiasi modo avrebbe finito per travolgere anche lui, insieme ai suoi collaboratori e le sue aziende. In questo Craxi è stato a dir poco profetico."

Quindi prospetta una decadenza della democrazia...

"Si e la legge sotto molteplici aspetti: prospetta la distruzione dei partiti, la crisi economica, la crisi giovanile e tutto quello che adesso abbiamo sotto gli occhi. Poi dedica un capitolo alla giustizia politica non solo riferita ai suoi processi. Craxi è stato condannato non per un fatto reale ma per un teorema, il famoso teorema "non poteva non sapere". Avvisa in generale i politici della seconda repubblica dicendogli che se non si porrà mano allo squilibrio dei poteri che si era creato, il Paese sarebbe diventato ingovernabile: una visione abbastanza precisa e lungimirante. Si tratta esattamente di quello che stiamo vivendo".

Craxi. Europessimista?

"Negli anni in un cui lui scrive tutti i politici italiani erano euro-entusiasti. Affidavano all'Europa il potere taumaturgico di risolvere i problemi dell'Italia. In quegli anni Craxi invece dice un'altra cosa: le regole con le quali si sta costruendo l'Europa (i trattati di Maastricht ad esempio) finiranno per rendere l'Italia un limbo o, nella peggiore delle ipotesi, un'inferno. E' singolare come un uomo in isolamento con informazioni frammentarie sia riuscito ad avere una visione chiara e lungimirante di quello che sarebbe successo".

Cosa pensa del Psi attuale? E di Renzi?

"I primi non battono colpo. Il secondo, nonchè Presidente del Consiglio ed a capo del più grande partito della sinistra è tutto fuorché un riformista".

L'esilio. Una fuga o una speranza nella giustizia?

"Una scelta volontaria, facendo la quale Craxi ha rinunciato a tutto quello per cui aveva vissuto: l'Italia, la politica, il partito, la famiglia, la società. Compiendo quella scelta lui ha inteso ribellarsi a coloro che lo volevano vinto ed umiliato, per difendere una libertà che voleva per tutti ed anche per se. Ha difeso una vita spesa (se pur con un grosso carico di errori) per il bene del paese".

Lei Presidente della Fondazione Craxi.

"Lo faccio perchè una volta Craxi disse "finche son vivo mi difendo da solo; quando sarò morto chi lo farà?". Ho fatto un giuramento a me stessa e lo faccio come posso, con i mezzi che ho".

Il contributo di Andrea Spiri.

"E' un giovane storico che ha collaborato con me per 9 anni sulla stesura di questo libro. Ha inserito le note introduttive e, per ogni scritto di Craxi, ha ricercato e definito la cornice storica in cui si inseriva; ha dato un inquadramento cronologico ai vari testi".

Durante la presentazione svoltasi nel Chiostro di San Domenico, l'On Craxi, si è anche soffermata sulla descrizione dei profili di altri politici italiani: fra questi Andreotti ed Amato. Sul PCI ha, sarcasticamente, anche commentato il sistema dirigenziale protetto e comandato da quello russo. Sulla sinistra italiana invece ne ha condannato il silenzio e l'ipocrisia, naturale conseguenza da parte di chi nel sistema dei finanziamenti illeciti era ugualmente e completamente immerso. La parola è stata ceduta anche al Presidente della Regione Puglia Onofrio Introna, il quale ha dichiarato di tornare sempre volentieri a Noci dove c'è, a suo dire, un nucleo importante di socialisti che, anche nei momenti più difficili, non ha mai avuto il bisogno di cambiare pelle. "I risultati più importanti del socialismo", ha dichiarato, "sono stati raggiunti in Puglia con una risposta del consenso degli elettori soprattutto a Bari con Papalia, primo sindaco socialista della città di Bari nel 59". "Su quegli anni difficili" ha continuato, "non è stata ancora detta la verità. Ben venga questo libro perchè Bettino aveva una grande passione: la storia".

Molteplici sono stati gli interventi da parte del pubblico, desideroso di conoscere spiegazioni circa la sua adesione politica attuale, o le ragioni del mancato ritorno di Bettino Craxi in Italia durante la malattia. "Mi schiero dalla parte del mio popolo" ha dichiarato, "e soprattutto con chi non ti insulta". "Mio padre giace nella terra in cui ha sofferto ed è morto, lontano da chi ha offerto il suo aiuto vilmente solo per i funerali di Stato".

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