"Ti resta nonno", il libro di Marica D'Aprile dall'intimità all'universale

12 01 marica 1NOCI (Bari) - E' così facile e bello capire qualcuno quando parla con passione e sentimento: così è stato per il pubblico di Marica D'Aprile, autrice del libro "Ti resta nonno, Pietre Vive Editore, presentato con la collaborazione di Noci24 e della giornalista Daniela Della Corte presso i laboratori G.Lan la scorsa domenica. Un libro che parte dal voler donare i ricordi e i frutti più belli di un rapporto nonno-nipotina, ma che arriva ad essere un messaggero universale del superamento del dolore attraverso metafore e riflessioni spiegate con chiarezza dall'autrice.

Con Marica D'Aprile e la giornalista Della Corte c'è anche Antonio Lillo, editore di Pietre Vive che per primo ha scelto di pubblicare "Ti resta nonno", dato alle stampe a maggio 2015. Inizialmente si sarebbe dovuto chiamare "Sudor della tua fronte", poesia di Marica dedicata al nonno che prende vita da quello che si rivelerà essere poi il testamento spirituale del signor Nicola, questo il suo nome. Solo un'ora prima della stampa, l'autrice chiede si cambi il titolo, una ninna nanna del nonno che diceva appunto "Ti resta nonno" non le si toglieva dalla testa e lei ne ha visto un segno.

12 01 marica 2Il libro raccoglie una serie di flashback sui ricordi più significativi e indelebili del rapporto con nonno Nicola, custoditi da Marica e poi lentamente consapevolizzati e tirati fuori. "Volevo raccogliere i suoi insegnamenti, credo sia la prima cosa che desideriamo fare regalare ciò che di bello c'ha lasciato una persona cara, dopo la sua scomparsa". "Ti resta nonno" è un dono agli altri, ma in primis a sè stessa ed al nonno, che benedisse il suo libro e le sue aspirazioni da scrittrice prima ancora che il lavoro prendesse forma. Lui stesso credeva che la vita fosse un continuo arricchimento, di sentimenti e conoscenze, chiarisce Marica ed il suo libro può essere un'occasione per prendere in prestito qualcosa e farla propria.

Gli aneddoti di vita di nonno Nicola e la piccola Marica sono comuni a molte storie, seppur legati a particolari originali: un aquilone bellissimo costruito per far felice la nipotina e sfortunatamente volato via, una bambola ad altezza naturale, fin troppo grande per Marica, che però la desiderava tanto, la sua "Joggina". Marica ricorda, rivive, descrive quei momenti, ma ha una consapevolezza nuova nel guardarli: quell'aquilone volato via che tanto l'ha fatta piangere, trovando la consolazione del nonno, ha ora esaurito la forte carica di dolore perchè qualcosa di quel filo di felicità è rimasto.

La bambola Joggina che la faceva sentire piccola anche solo per poterle stampare un bacio sulla guancia sembra ora normale, non più inarrivabile come un tempo, anzi proprio piccolissima: il dolore o la difficoltà di un tempo hanno invertito le prospettive, si sono trasformate in nuove consapevolezze, cariche però di un significato e di un valore acquisiti in passato. E' così che un ricordo negativo pian piano tira fuori la sua carica positiva, si trasforma e permette di essere parzialmente superato, più che altro domato: vale per una bambola prima grandissima e ora piccolina, vale soprattutto per una grossa perdita come quella di un punto di riferimento, di un nonno ad esempio. La ninna nanna di nonno Nicola diceva grosso modo così "Stai serena, c'è chi ti tiene la mano sempre".

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