I consigli della settimana: L'ultima riga delle favole di Massimo Gramellini

07 08 massimo gramelliniI CONSIGLI DELLA SETTIMANA – “Ha detto che questo mondo tanto orribile a lei sembrava solo addormentato. E che a risvegliarlo non sarebbe stata la logica dei sapienti, ma l’energia degli innamorati: gli unici ancora capaci di coniugare i verbi al futuro”.
L’ultima riga delle favole è uno dei più celebri capolavori di Massimo Gramellini. Giornalista, scrittore, vicedirettore del quotidiano La Stampa, Gramellini ha lasciato incantati tutti con un altro suo libro, Fai bei sogni, che ha riportato i lettori indietro di qualche anno incuriositi dalla sua penna e dalla maestria del suo narrare.

Mi sono imbattuta in questo romanzo un po’ per caso, spinta dall’ammirazione verso il suo autore, ma da quel giorno non esiste occasione in cui io non consigli questo libro o non lo regali a chi penso che possa risultare utile. Perché la cosa sorprendente di queste pagine è che la loro lettura lascia inevitabilmente un segno. A chi però è rimasto attratto dalla narrativa scorrevole e lineare dei suoi romanzi successivi, la lettura de L’ultima riga delle favole potrebbe apparire alquanto ostica e persino confusionaria.
07 08 lutima riga delle favoleIl romanzo, che a tratti definirei appunto una favola, è il viaggio che Tomàs deve affrontare per poter riscoprire se stesso per giungere alla piena consapevolezza della sua stessa vita. L’intero racconto è pervaso da innumerevoli citazioni, di quelle che sottolinei e posti sui social network o trascrivi sul tuo diario personale, quelle frasi che per quanto possano apparire dei banali “luoghi comuni”, in realtà nel complesso della storia si rivelano essere indispensabili “consigli di vita”.

Tomàs viene sottoposto a una lunga serie di prove, avventurose e misteriose, che lo porteranno ad un’unica conclusione: la scoperta dell’amore, la comprensione di un sentimento che per poter essere espanso verso l’altro deve rivolgersi innanzitutto a se stessi. Amare se stessi è la cosa di cui spesso siamo meno capaci; così ci perdiamo nella ricerca, a tratti ossessionata, nella fantomatica “anima gemella” perdendo di vista il bene proprio. Per scoprirlo Tomàs supera prove, incontra personaggi surreali e noi, insieme a lui, possiamo decidere di seguirlo, oppure, qualora non disposti ad una lettura così impegnativa, potremmo affidarci alla vita reale.

È indubbio che non si tratta di un libro dalla facile comprensione: i suoi lunghi periodi, i continui cambi di scena, l’irrompere di situazioni ben lontane dalla realtà, non ne fanno di certo un romanzo semplice o consueto. Eppure il bello della lettura è proprio questo, la possibilità di evasione che questa ci offre, la conquista di quelle nozioni difficili da reperire nella quotidianità. Gramellini lascia spazio alla fantasia, permettendo anche a noi adulti di immergerci in una favola, surreale e metaforica, ma anche intensa e ricca di significato.

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