L'uomo di Altamura, il geologo Giovanni Laera racconta la scoperta dell'uomo di Neanderthal

10 19uomoaltamuraNOCI (Bari) - Il suo corpo fu scoperto il 3 ottobre del 1993, visse nel nostro territorio, e più precisamente nelle zone appulo - lucane circa 150.000 anni fa, ma solo oggi, dopo numerosi studi e numerose ricerche, gli è stata dedicata una pubblicazione completa. Stiamo parlando di “Ciccillo”, diminutivo di Francesco, ovvero dell’ Uomo di Altamura ritrovato nella grotta di Lamalunga. Su di lui, uomo di Neanderthal ormai famoso in tutto il mondo, ha scritto per la prima volta pubblicamente proprio un nocese, il geologo Giovanni Laera. Il libro finito di stampare a giugno 2016 si intitola “L’uomo di Altamura. Epilogo tragico di un lontano antenato” edito da Lab edizioni.

Un viaggio alla scoperta di tutte le vicende legate al prezioso reperto dalla sua scoperta ad oggi, corredato da immagini inedite del CARS (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche): con la pubblicazione di questo nuovo testo il dott. Giovanni Laera, laureato in Scienze geologiche, si chiede e cerca di fornire alcune risposte sul punto in cui versano gli studi sull’uomo di Neanderthal più famoso e completo al mondo, sul come e sul perchè l’uomo sia stato ritrovato proprio in quella grotta. L' ipotesi più accreditata in merito a quest’ultimo punto è che “Francesco” qui ci sia caduto accidentalmente; altri pensano che si sia intrufolato nella grotta alla ricerca di cibo ma la cosa che più interessa è che il suo triste destino ha consentito agli uomini moderni di avere più risposte sul periodo in cui visse, sulle sue abitudini. Una scoperta quindi importante a livello scientifico e archeologico. 

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Dopo tre anni di lavoro e raccolta di materiali, il prof. Laera (in foto a lato - foto fonte TRM), in collaborazione con il CARS, gli speleologi e gli archeologi, è riuscito a pubblicare i suoi dati raccogliendo: gli aspetti morfologici dell’area in cui il reperto è stato ritrovato, gli interventi di salvaguardia a suo favore e tutto il lavoro che ne è conseguito. In prima di copertina (foto in alto) è possibile notare la ricostruzione di come poteva essere l’uomo, a cura dei fratelli Kallis; in quarta invece il vero e proprio reperto, le cui ossa, oggi, sono completamente ricoperte da calcite ed irremovibili dal luogo di ritrovo.

Un lavoro questo che tuttavia ha anticipato di poco quello che a breve il comune di Alltamura andrà ad inaugurare, ovvero la famosa “Rete museale dell’uomo di Altamura” dislocata su tre punti e finalizzata a promuovere e diffondere i risultati della scoperta e delle continue ricerche. A breve “L’uomo di Altamura. Epilogo tragico di un lontano antenato” sarà pubblicato anche in lingua inglese per consentire agli interessati di tutto il mondo di poter accedere più facilmente alle informazioni condivise con la Sovrintendenza Archeologica di Bari. Il libro è in distribuzione nelle librerie di Noci, ma anche contattando l'editore Lab. 

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