Dora Liguori presenta "Il Romanzo di Eusebio Agrippa"

01 26 Liguori 1NOCI (Bari) - All’interno del Chiostro di San Domenico, giovedì 26 gennaio, si è tenuto l’incontro con l’autrice Dora Liguori per presentare il suo ultimo romanzo storico, “Il Romanzo di Eusebio Agrippa”. L’evento, organizzato dall’UCIIM pugliese e dall’associazione In Rete, ha visto un pubblico numeroso interrogarsi sulla figura dello “scrivano contabile” romano.

Eusebio Agrippa è, infatti, un personaggio storico realmente esistito, inserito in una cornice narrativa che lo porta ad incontrare i grandi uomini del suo tempo: Augusto, Germanico, Nerone e, ultimo ma non per importanza, Gesù Cristo. Leitmotiv fondamentale del romanzo è, infatti, l’incontro, che porterà Eusebio Agrippa a confrontarsi con queste titaniche figure, ritratte grazie a un’accuratissima ricerca storica effettuata dall’autrice. Dal dialogo con Anna Maria Vinci, Consigliere regionale UCIIM Puglia, sono salite a galla, infatti, parecchie questioni di straordinaria importanza, come i temi della carità (caro alle figure di Germanico e Gesù), del potere della donna (sarà Livia, infatti, l’unica a far cadere il grande e ipocrita marito Augusto), dei grandi falsi storici, dell’ istruzione e dell’insegnamento della storia nelle scuole. Ed è proprio questo ultimo anello che congiunge la presentazione all’UCIIM (Unione Cattolica Insegnanti, Dirigenti, Educatori e Formatori) e che spiega la presenza del Sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia, cara amica della scrittrice storica Liguori. Di quest’ultima, infatti, sia la senatrice sia la presidentessa dell’UCIIM Puglia, Lucrezia Stellacci, hanno tracciato un ritratto all’insegna della grazia e della finezza, sottolineandone l’attenzione verso la cultura e l’arte in generale e soprattutto verso l’alta formazione (Conservatori e Accademie).

Insomma, un incontro che ha infiammato sia chi - come la presidentessa della sezione dell’UCIIM di Noci e Putignano, Vanna D’Onghia - insegna la storia e sia chi alla storia non è molto avvezzo, ma che potrà, grazie ad un romanzo simile, vivere e immergersi di più in “ciò che è stato”, compiendo quello che è, a detta della Liguori, il fine ultimo di un romanzo storico: “Vivere e far vivere la storia”.

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