AIP 2017, Roberto Vecchioni fra cultura greca ed amore per la vita

05 08robertovecchioniNOCI (Bari) - Il background di un umanista per narrare la vita, anzi, la bellezza della vita. E’ questo quello che continua a fare Roberto Vecchioni attraverso i suoi scritti. E chi, meglio di lui, poteva raccontarlo a centinaia di studenti che da tempo cercano di ascoltarlo dal vivo. Sabato pomeriggio, nel parco grotte di Putignano, una fiaba piena di passione: gli studenti del Liceo Majorana Laterza di Putignano insieme agli studenti del Liceo Da Vinci di Noci hanno finalmente incontrato, come da programma, uno dei professori più amati dalla scuola italiana. E noi, puntualmente, c’eravamo, per ascoltare quello che avesse da dire.

Ironia della sorte: maltempo, goccioloni, contest musicale per band emergenti saltati. Grotte inagibili, palco allagato. Un solo tendone, la speranza. Ed eccolo lì arrivare per parlare a centinaia e centinaia di studenti che aspettavano di ascoltare il vero messaggio contenuto ne “Il mercante di Luce” libro edito da Einaudi. Roberto Vecchioni, da vero mercante di luce, aveva già spiegato agli inesauribili organizzatori chi fosse “costui”, ovvero, colui che sottrae all'inesorabile scorrere del tempo piccoli istanti gravidi di senso. Come una melodia o come un'emozione, come l'ipotesi di una speranza.

E così fra cultura greca, miti tramandati dai cantori leggendari, Omero, Sofocle, Euripide, Saffo e tanti altri, Vecchioni ha ritrasmesso e risollevato la radice del pensiero del mondo occidentale, cioè la promessa di ri-creare il mondo attraverso la sua rappresentazione. Con la semplice ma geniale storia di Stefano Quondam, professore di letteratura greca e suo figlio, Marco, affetto da progeria (malattia e allegoria), una storia che riprende il pathos esistenziale che i greci usarono per condire la loro ars narrandi. Il mistero del tempo, il male, il bene, l’amore e la vergogna. In poche parole, la vita.

Un incontro profondo, emozionante, che però ha lasciato agli alunni la speranza per il futuro, nonostante la società “schifosa” in cui si sono ritrovati a vivere. “Ho insegnato latino e greco per quarant’anni”, ha commentato. “Quando ho cominciato ad entrare nelle classi del ginnasio ho provato forti emozioni. Allora feci una promessa a me stesso: che avrei aiutato i ragazzi, con la mia cultura, a ricostruire il mondo; quello che altri prima di noi hanno distrutto. Quel mondo descritto nelle parole di Saffo, Catullo, e in tutte la poesie che raccontano l’amore per la vita”. “La società oggi non promette molto” ha continuato rivolgendosi agli studenti, “ma voi non calcolatevi mai e non fatevi mai calcolare per quello che fate praticamente. Fatevi calcolare per quello che siete dentro”.

L'incontro con il professore, cantante e scrittore Vecchioni, si è concluso con un lungo firmacopie emozionante ed unico: ma momento più vivo ed indimenticabile di tutti, l’interpretazione da parte degli studenti di una canzone del 1997 tratta dall’album El bandolero stanco, intitolata Celia De La Cerna, che qui vi facciamo ascoltare.

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