Tutte u munne è paise: le parole straniere nel dialetto nocese

09 29tutteumunneepaiseNOCI (Bari) – Tutte u munne è paise – le parole straniere nel dialetto nocese. Si intitola in questo modo la nuova pubblicazione del Centro studi sui dialetti apulo – baresi, l’associazione culturale nocese da qualche anno impegnata con le ricerche sulla lingua di Noci. Alla presentazione del volume, prevista per venerdì 6 ottobre presso il chiostro delle clarisse di Noci, parteciperanno i quattro autori, i membri del comitato scientifico del centro studi e tutti coloro i quali hanno contribuito alla stesura dello stesso.

09 29pugliapoliglottaAd introdurci nella novità editoriale, dai locali di Yes We Radio, la professoressa Maria Semeraro membro del comitato scientifico di Ostuni. Pensando alla frase “tutto il mondo è paese”, si sa, ci verrebbe immediatamente di pensare al noto proverbio conosciuto in tutto il mondo ma il capovolgimento, a detta della Semeraro, è stato geniale: “perché in ogni paese è possibile trovare il mondo” ha commentato, “e la presenza delle parole straniere nei dialetti, soprattutto in quello di Noci, è frequente. Individuarle fa parte di uno di quegli aspetti linguistici più difficili e proprio per questo definisco questa pubblicazione un’occasione per conoscere meglio il dialetto di noci”. “In realtà tutte le lingue sono in contatto fra loro” continua, “Quando una lingua non prende qualcosa da una altra lingua muore e si perde. Ogni lingua d’altronde subisce cambiamenti ed evoluzioni dal mondo. La creatività della lingua è nella sua natura”.

Quattro sono in tutto gli articoli scientifici contenuti all’interno della pubblicazione: “I Grecismi” a cura del dott. Giuseppe Chielli; “Gli arabismi” e “Gli ispanismi” a cura della dott.sa Maria Vittoria D’Onghia ed “I francesismi” a cura del prof. Giovanni Laera. “Per ognuno di questi articoli” ha commentato quest’ultimo, “c’è una corposa introduzione di carattere storico”. “La nostra lingua infatti” ha continuato, “riflette il nostro modo di guardare il mondo ed è contaminata così come lo era già il latino al tempo dei romani. Per ciascun ambito abbiamo lavorato partendo da un’unica prospettiva: partendo dai contesti di influenza e ponendoci le domande sulle denominazioni”.

Non solo un’opera dialettologica ma storica ed anche poetica. Il prossimo 6 ottobre infatti, l’occasione sarà ghiotta per ascoltare il prof. Angelo Michele Di Donna, docente presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro che ci parlerà di “Cenni sulle chiese bizantine in Puglia” ed il prof. Ing. Antonio Cirsella – Sergio, del Politecnico di Bari che ci parlerà de “La componente urbanistica araba nella formazione dei centri storici pugliesi”. Ed ancora: tre sezioni saranno dedicate alle poesie che contengono dialetto arcaico, accuratamente selezionate da Pietro Gigante; una sezione sarà interamente dedicata al dialetto medio arcaico (a cura di Giovanni e Domenico Laera) ed una al neo dialetto, a cura di Caterina Quarato e Biagio Laera. Il tutto per dimostrare la potenzialità espressiva del dialetto che da sempre affonda le sue radici nell’universalità.

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