"La fabbrica connessa" e l'approccio dell'Italia all'industria 4.0: il punto di vista di Nicola Intini

10 07lafabbricaconnessaNOCI (Bari) – L’Italia del futuro può creare nuovi posti di lavoro solo se le piccole e medie imprese avranno il coraggio di approcciare gradualmente alle nuove rivoluzioni industriali: si tratta di quanto cercano di spiegare Luca Beltrametti, Nino Guarnacci, Nicola Intini e Corrado La Forgia nella loro recente pubblicazione intitolata La fabbrica connessa (214 pagine, 18.50 euro, edizioni Guerini). Un percorso basato sulla loro esperienza per definire lo scenario a medio termine che possa accompagnarle, insomma, in quella transizione tecnologica ormai avviata in tutto il mondo.

Per i quattro autori di questo volume, membri della task force di Federmeccanica, lo sviluppo non può che concretizzarsi così: gli imprenditori delle PMI e gli artigiani dovranno comprendere che esiste un percorso graduale che può condurre, nell’arco di qualche anno, verso un nuovo paradigma tecnologico. Quali sono allora le tecnologie abilitanti per questa nuova tipologia di industria? I quattro autori del volume ne hanno individuate 11, e sono abbastanza simili e vicine a quelle che il Ministro Calenda ha inserito nella legge sull’industria 4.0.

A che punto è l’Italia rispetto all’industria 4.0?” ci ha dichiarato il dott. Nicola Intini (nocese - Direttore stabilimento Gruppo Bosch di Brembate (BG), azienda che produce utensili per demolitori elettrici) a Noci24 venendo a spiegare il contenuto del volume. “Ce lo siamo chiesti con l’obiettivo di condurre una grossa indagine su 500 formulari che 500 imprese italiane hanno compilato. Il risultato ci ha portati a capire che c’è una necessità di conoscere meglio quello di cui stiamo parlando. Chi dice di conoscere il tema probabilmente non lo conosce così bene; ci sono delle false credenze”.

E dal momento che l’italia è composta da un tessuto industriale fatto di piccole e medie imprese” continua a commentare, “è bene che queste non si spaventino: esiste un approccio graduale alla crescita; una possibilità di mettere piede in questo mondo. Ecco perché abbiamo pensato allo slogan: parti in piccolo ma pensa in grande. Bisogna farsi un’idea di come potrebbe essere la propria azienda fra dieci anni e lavorare affinché col tempo si possa arrivare a quel modello. E’ utile dire che le nuove tecnologie produttive non abbattono i posti di lavoro: sono scenari che fanno paura, è vero, però non dobbiamo fasciarci la testa prima di partire. Anche con la prima industriale l’aumento di produttività ha creato nuovi bisogni, quindi nuovi prodotti e nuovi posti di lavoro e nuove figure professionali”. “Per raggiungere i livelli industriali degli altri paesi europei” conclude, “è’ necessaria quindi una connessione. Una fabbrica connessa, appunto. Il mancato aggiornamento rischia di farci rimanere indietro con i tempi senza posti di lavoro e senza nuove produttività”.

 

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