Io, Lauro, le rose e l'amore più forte della morte

03 15presentazioneiolauroleroseNOCI (Bari) - "Forte come la morte è l'amore" recita il Cantico dei Cantici.Ma sarebbe anche il riassunto perfetto di "Io, Lauro e le rose" (2017, Di.Ar.Ma.), il romanzo autobiografico di Mario Artiaco. Dal volume, presentato al pubblico lo scorso martedì 13 marzo grazie all'organizzazione de i Presìdi del Libro di Noci, il centro antiviolenza Andromeda e il Comune di Noci, è emerso il messaggio di una storia, forte, tanto da cambiare per sempre i lettori.

03 15ArtiacoL'autore, insieme all'amico d'adolescenza detto Lauro... e il "gigante buono" chiamato Giovanni - che nel romanzo diventa Raffaele - crescono in provincia di Napoli, in una cittadella marinara, stringendo un rapporto d'amicizia per cui saranno disposti a tutto. Lauro e il protagonista conoscono Raffaele, che li conduce sulla tomba del cugino Vittorio. Ma è da questo momento, sulle rose deposte sulla tomba, che si scopre che Vittorio non è il cugino del "gigante buono". E non è nemmeno morto: si tratta di don Vittorio, uomo che ha abusato per anni dei ragazzini di famiglie povere, col pretesto di aiutarli economicamente. Raffaele non potrà sottrarsi a lui: la madre aveva bisogno di quell'aiuto. In più, a complicare le cose, c'era l'omosessualità del giovinetto.

Io, Lauro e le Rose è una storia scritta nel 2012, realmente accaduta 25 anni prima. Un racconto in cui il presente scandisce i tempi del passato ed in cui, come ha commentato la dott. Angela Lacitignola durante il dialogo con Mario Artiaco "ognuno può ritrovarsi". Perché fa emergere innumerevoli situazioni: l'abbandono dei padri, la spensieratezza dei bambini, la violenza dei pedofili sugli omosessuali, il giudizio, il cancro dell'anima e quelli del corpo. Un libro che tuttavia invita a godere dei singoli momenti della vita ormai frenetica, che necessita di rallentamenti con più frequenza non solo quando si è davanti alla morte o alla malattia. Al "tavolo" dei relatori, insieme all'autore, anche il presidente dei Presìdi Stefano Verdiani e la dott. Psicologa Lorita Tinelli.

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