“I sogni al tempo della crisi”: il libro di Anna Maria Ancona Ratti che invita a riappropriarsi della capacità di sognare

07 12 IsognialtempodellacrisiNOCI (Bari)- Si è svolta lo scorso 11 luglio, all’interno del Chiostro di San Domenico la presentazione del libro di Anna Maria Ancona Ratti, dal titolo “I sogni al tempo della crisi”. La serata è stata organizzata dai Presidi del Libro di Noci. A dialogare con l’autrice è stata Rita Gentile. Tanti i temi eviscerati durante la serata, gli stessi trattati nel libro: aridità della società moderna, alienazione sociale dei più giovani, pigrizia intellettuale e perdita della capacità di sognare. Il volume, piccolo in dimensioni si rivela però incisivo nei contenuti e nel linguaggio. La tecnica espositiva adottata è quella dell’epistolario (l’autrice scrive infatti al marito) che agevola indubbiamente il lettore nel far proprie le idee e le emozioni eviscerate. L’intento è quello di tracciare delle linee guida perché la società si riappropri di ciò che ha perso da tempo: la capacità di realizzare i propri sogni con positività e grinta.

Tempo di crisi su diversi versanti: economica ma soprattutto umana e sociale. Non siamo più in grado di coltivare i rapporti umani, se non da dietro gli schermi di uno smartphone o di un pc, in maniera fredda e quasi anaffettiva, o meglio con un’affettività surrogata. Ci mancano gli stimoli e quel che è peggio, abbiamo disimparato anche a sognare, fermi nella convinzione che tanto la società non ci aiuterà mai a far volare in alto i nostri sogni, che troveremo sempre di fronte a noi un muro. Il libro di Anna Maria Ancona Ratti, vuol essere una piccola ma energica sferzata di energia, un invito a riappropriarsi di quei sogni senza cui diventiamo asettici. Gli spiragli e le possibilità di realizzazione non mancano: ma occorre appunto saperli riconoscere. 

Ma come ci si può riabituare a sognare? A detta dell’autrice, occorre farlo anche per “imprinting”, un po’ come i bimbi che imparano a parlare o a camminare, osservando gli adulti.
“E’ bene che i giovani trascorrano del tempo con i più anziani, facendosi raccontare cosa sognavano quando avevano la loro età e soprattutto dove e come sono riusciti a trovare la forza di concretizzare questi sogni”- asserisce l’autrice- “Certamente poi i tempi cambiano e le ambizioni ed i sogni di ieri, sono diversi da quelli di oggi”-continua-“ma nulla vieta di rinnovare le prospettive riscoprendo un’antica e meravigliosa inclinazione al sogno. Il confronto generazionale, è utile soprattutto per comprendere che se i genitori e i nonni ce l’hanno fatta in tempi indubbiamente più difficili, anche per i nostri giovani la riuscita non è impossibile!”
Fondamentale nel percorso di “rieducazione al sognare” è anche quella creatività che ci differenzia dagli altri rendendoci unici. Una creatività che deve essere opportunamente stimolata su più versanti. Primo tra tutti, il confronto umano “de visu”, quello che si attua guardandosi negli occhi e cogliendo le sfumature degli sguardi o le tonalità della voce. Se si vuole reimparare a sognare però, bisogna assolutamente abolire anche la pigrizia mentale, e la lettura, quella attenta e approfondita, è uno dei metodi migliori per allenare la mente e allargare le proprie vedute.
Al recupero del piacere della lettura, dovrebbe affiancarsi anche quello della narrazione. Un tempo c’erano le belle fiabe che fornivano ai bambini una primissima idea di quello che è il mondo. Nel confronto con la platea, c’è stato chi ha ricordato come le “storielle” siano ormai obsolete nell’era della tecnologia. La Ancona, dal canto suo, ha ribattuto che la morale di alcune favole e di alcune fiabe scritte più di un secolo fa, continua a rivelarsi incredibilmente attuale. Se non la si coglie, è proprio per via dell’imperante pigrizia mentale, che induce a non sforzarsi neanche di cogliere le assonanze e le similitudini, fermandosi ad una lettura fredda e schematica che non va in profondità-
Ad offrire davvero un’infinita varietà di stimoli è soprattutto la natura: il contatto con essa, attraverso i cinque sensi, appare quindi imprescindibile.
Durante la serata si è parlato anche di conquiste sociali, prima tra tutte la libertà. Oggi molti giovani, ritengono essa sia sempre esistita, dandola quindi per scontata e non contemplando neanche lontanamente l’eventualità di poterla perdere. Anna Maria Ancona Ratti evidenzia invece l’importanza di una “accurata manutenzione” dei valori e delle conquiste sociali, che tenderebbero altrimenti a crollare. Se si parla di libertà però, occorre tener sempre presente che come noi teniamo a conservare la nostra, difendendola a denti stretti, neanche gli altri vorrebbero veder violata la loro. Se andiamo a lederla, è logico aspettarsi poi delle reazioni. Altro tema della serata è stata la compenetrazione tra discipline umane e quelle scientifiche. Secondo Anna Maria Ancona Ratti, non si tratta di due realtà a compartimenti stagni, ma possono benissimo coesistere e intrecciarsi. Occorre che siano il più possibile bilanciate perché i giovani sappiano cavarsela su più fronti, anche lavorativamente parlando. L’autrice auspicherebbe che per quanto concerne gli indirizzi scolastici, fosse abolita la dicitura “liceo” e “Istituto tecnico”, proprio per non creare disparità o fomentare le false convinzioni che chi proviene dal liceo abbia una preparazione più completa e alta di chi ha frequentato un istituto tecnico. Anche su questo tema, qualcuno tra la platea ha espresso dissenso, ribadendo che non si tratta di creare disparità ma di favorire anche i ragazzi per quanto concerne l’orientamento, sulla base delle naturali inclinazioni. Durante la serata, sono state lette alcune belle poesie scritte da Anna Maria Ancona Ratti e particolare commozione hanno destato quelle che trattano il delicato e triste tema dell’immigrazione e delle vite che il mare trascina inesorabilmente con sé.
A fine serata, l’autrice ha fatto dono ai presenti di una copia del suo libro.

 

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