La casa degli edili: il minimondo degli operai nelle poesie di Antonio Natile

02 03 LaCasadegliEdili 1NOCI (Bari) - Lo scorso 1 febbraio, presso la libreria indipendente “Fatti di carta” a partire dalle ore 19:00, si è tenuta la presentazione del libro di poesie “La casa degli edili. Poesie e altre macerie”, scritto da Antonio Natile. Il volume è piccino in quanto a dimensioni, ma grande e profondo per contenuti. Dal titolo, si può già intuire chiaramente quale sia il tema centrale dei componimenti. Il tutto ruota attorno al “minimondo” degli operai edili a partire dagli anni 50’, quando da proletari, essi maturarono una coscienza sociale e si costituirono come classe a sé stante. Con l’autore ha dialogato il poeta dialettale Mario Gabriele, eviscerando alcune profonde riflessioni sullo stato di salute della poesia, e fornendo alcune preziose chiavi di lettura.

02 03 LaCasadegliEdili 3Quello degli operai edili viene descritto come un micro universo, che per certi versi, somiglia molto al mondo circense: fatto tradizioni; di rituali ciclici; di spazi di distensione faticosamente ritagliati; di sogni e di grandi sacrifici. Un alternarsi di tinte chiare e scure che l’alternanza italiano-dialetto riesce a rendere efficacemente. Con Natile, torna il poeta nella sua natia veste di “denunciatore sociale”, capace di preservare gelosamente l’integrità della memoria, ma allo stesso tempo desideroso di guardare avanti.

La sua poesia assume una valenza esclusivamente civile e mai politica. Il lavoro degli operai edili era massacrante (tanto da compromettere alla lunga anche la salute) e mal pagato. Tuttavia, essi riuscivano anche a trovare la voglia e lo spazio per i sogni, per far volare la fantasia. Fantasia espressa dai racconti serali narrati dai padri ai figlioletti. Racconti che erano, in buona sostanza, sempre gli stessi, ma che non annoiavano mai, tanto che ne veniva preteso il riascolto.

Quelle narrazioni, nella loro piccola semplicità, riuscivano a far dimenticare per un po’ i problemi pesanti come macigni. Nel sottotitolo, spicca il termine “macerie”, molto attinente con l’edilizia. La scelta è stata motivata dallo stesso Natile: “Molti intendono le macerie come punto di partenza,io le considero più che altro come ciò che avanza e di cui non riesci a liberarti”.

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