Non solo letture: la seconda di Chiostri, Inchiostri e Claustri è anche voce, musica e beni culturali

08 02 chiostri inchiostri claustri bray 2NOCI (Bari) - La prima edizione di Chiostri, Inchiostri e Claustri non è solo “letture di mezza estate”: tra i vicoli di Noci e le sue “gnostre”, nella giornata del primo agosto, sono risuonate note, voci e suggestioni musicali. L’aria di Largo Porta Nuova, infatti, è vibrata della sapiente improvvisazione di Livio Minafra e delle dolci parole di Erica Mou; in Via Pietro Gioia, Chiara Liuzzi ha dato prova della propria voce, frutto di un percorso di consapevolezza e conoscenza di sé; in Largo Sottotenente Rotolo, infine, Massimo Bray ha parlato di beni culturali e della propria esperienza da Ministro, mentre più tardi il concerto “Un tempo sognato” ha omaggiato le due figure di Ivano Fossati e Cesare Pavese.

LIVIO MINAFRA, “120 Finestre sull’Improvvisazione” (Timoteo Edizioni) - Hanno dialogato con l’autore il sen. Piero Liuzzi e il poeta e musicista Vittorino Curci. Sulla copertina del volume, che si configura come un insieme di spunti, esercizi e finestre indirizzati al musicista incapace di improvvisare, campeggia un’illustrazione di Nicola Genco raffigurante Sergey Kuryokhin, compositore e musicista sperimentale russo: una guida della produzione artistica di Minafra, che da bambino ebbe l’opportunità di ascoltare il pianista partecipando a un’esibizione improvvisata tenuta proprio a Noci per l’Europe Jazz Festival. Fu grazie a quell’ “imprinting” che Minafra, oggi docente di Pianoforte Jazz al conservatorio Piccinni di Bari e tre volte vincitore del prestigioso premio Top Jazz, scoprì l’energia e il valore della “musica viva”: l’improvvisazione, grazie alla quale l’artista può trasmettere il proprio sentire nella produzione musicale muovendo dall’idea che qualsiasi suono possa divenire musica. Contro la “musica morta”, quella di stampo ottocentesco di rigida esecuzione, l’autore propone l’improvvisazione come “azione”, augurandosi il compimento della rivoluzione jazz e il ritorno alla figura del musicista nel ‘600, per cui l’improvvisazione era una componente fondamentale della produzione artistica. Minafra ha eseguito, inoltre, due improvvisazioni al pianoforte: una ispirandosi al concetto di “claustro” (da cui deriva, in dialetto, la “gnostra”), l’altra conclusiva dell’incontro svoltosi in Largo Porta Nuova.

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ERICA MOU, “Nel Mare c’è la Sete” (Fandango) - Il romanzo di Erica Mou si svolge nell’arco temporale di una giornata: la narrazione è divisa in quattro parti, scandita dai pasti (cena, colazione, pranzo, merenda). Nel breve tempo di 24 ore viene raccontata la storia di Maria, la protagonista, e della sua infanzia oscura, segnata dall’uccisione della sorella. I rapporti familiari, quelli con le amicizie e quello con il proprio compagno Nicola 08 02 chiostri inchiostri claustri mousono inevitabilmente plasmati dal passato di Maria: il giudizio di chi le è accanto è spesso opprimente, trasformando una vita che può sembrare piena e compiuta in una continua ricerca di sé. E’ per questo che “nel mare c’è la sete”: nel tutto, talvolta, si nasconde l’incompleto e la ricerca; come nei colori pieni è sempre presente una sfumatura. Proprio sui colori, infatti, si gioca la scrittura della cantautrice e autrice del romanzo, che ha dialogato con la giornalista Daniela Della Corte in Largo Porta Nuova. La presentazione, inoltre, è stata impreziosita dalle esibizioni, chitarra e voce, della stessa Erica Mou.

08 02 chiostri inchiostri claustri bray 1MASSIMO BRAY, “Alla Voce Cultura” (Mani) - Un “diario sospeso” sulla propria esperienza di governo: “Alla Voce Cultura” è frutto della pubblicazione dei quaderni tenuti da Massimo Bray, oggi direttore generale della Treccani, mentre ricopriva la carica di Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo del Governo Letta. Dialogando con il senatore Piero Liuzzi e l’avvocato Monica Bruno, l’autore ha ripercorso alcune direttrici fondamentali del proprio ministero: il decreto legge “Valore Cultura”, la riacquisizione da parte dello Stato della Reggia di Carditello, lo sviluppo di un progetto innovativo e di investimento su Pompei, le visite ai beni culturali sull’intero suolo nazionale e l’incontro con le istituzioni estere (tra cui ha citato l’episodio dell’incontro in Iran). Dai racconti dell’ex Ministro è emerso l’alto valore della cultura e dei beni culturali, letti come collante della comunità e fonti del senso di appartenenza dei cittadini alla comunità stessa. Guida fondamentale dell’operato e della vita dell’autore, infatti, è stato Aldo Moro, tra i padri e gli strenui difensori dell’articolo 9 della Costituzione: la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico ivi prevista è intesa come tutela dell’identità italiana, per cui è fondamentale riscoprire e difendere i beni culturali, fonti di bellezza, economia e riconoscimento individuale. Nelle battute finali della presentazione, Bray si è detto fortemente preoccupato per il mondo della cultura dopo la pandemia: elogiando il festival che lo ha ospitato per aver deciso di ripartire con la cultura, ha auspicato ad un “MES della cultura”, un fondo europeo che punti alla tutela dei beni culturali e che miri a “rammendare” il nostro paese, con gravi difficoltà ma dalla grande energia e voglia di crescita culturale.

CHIARA LIUZZI, “Sono la mia voce” (Progedit) - Uno strumento posseduto da ognuno, talvolta dato per scontato, specchio della personalità e dell’emotività individuale: questo il ritratto della voce tracciato da Chiara Liuzzi, che ha dialogato con la dott.ssa Vincenza D’Onghia in Via Pietro Gioia. Il saggio presentato dalla musicista parte da un punto di vista tecnico-anatomico per poi delineare l’utilizzo della voce attraverso i secoli: dal “recitar cantando” del Rinascimento al Barocco, dalla voce lirica che si serve delle casse di risonanza fisiologiche alla morbidità del jazz, dall’improvvisazione che libera l’essenza più pura della voce all’abbraccio sensoriale e ancestrale della ninna nanna. Questa disamina della voce è stata, di volta in volta, inframezzata a delle esibizioni di Chiara Liuzzi, in cui è stata accompagnata da Francesco Massaro (clarinetto basso e elettronica). L’opera di Liuzzi è anche frutto di ricerca: ricerca musicale, sperimentale e sensoriale, alla ricerca dei circuiti neuro-sensoriali che permettono la codifica e l’immagazzinamento mnemonico dei suoni. Il saggio, infatti, si chiude riportando uno studio multidisciplinare dell’Università di Pavia che ha dimostrato la capacità del sistema nervoso di utilizzare, anche nel silenzio circostante, i suoni immagazzinati nella propria memoria per generare il pensiero: come espresso dal sottotitolo del volume, l’identità vocale crea il sé, la voce interiore che permette il pensiero e costituisce l’identità.

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