Francesco Carofiglio ospite di “Spillover, il contagio delle parole”

Presentato il libro “Poesie del tempo stretto”

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NOCI - Ha preso ufficialmente il via lo scorso 15 novembre “Spillover, il contagio delle parole”, la rassegna letteraria virtuale organizzata dall’Associazione “Vivere d’arte Eventi” in collaborazione con “Pugliè”.

Il covid19 ha impedito che gli eventi si svolgessero in presenza, ma la cultura non si può e non si deve fermare. Pertanto, esattamente come avverrà per i successivi, anche il primo degli appuntamenti in programma si è svolto in diretta sulla pagina social dell’associazione, a partire dalle ore 18:00. L’autore, Francesco Carofiglio, e i suoi due interlocutori, Gabriele Zanini e Dora Intini, collegati ognuno dallo studio della propria abitazione, hanno eviscerato la genesi e le tematiche del libro, che fa camminare a braccetto poesie e disegno.

Francesco Carofiglio, con in tasca una laurea in architettura, ha sempre coltivato la passione per la scrittura, oltre naturalmente a quella per la recitazione, in qualità di attore teatrale e di regista. Frutto della sua penna sono romanzi di grande bellezza e di forte impatto emotivo, come ad esempio “L’estate dell’incanto” che si è addirittura aggiudicato il Premio Selezione Bancarella. Se quindi il volto del romanziere è ampiamente conosciuto e amato dai lettori, a restare fino ad ora un po’ più nell’ombra è stato invece quello del poeta e dell’illustratore. Carofiglio non ha avuto remore nel confessare di aver sempre scritto poesie, anche in concomitanza con la stesura di un romanzo, ispirandosi magari ai personaggi e alle emozioni della prosa, che venivano ulteriormente sintetizzate per mezzo della poesia. Versi mai pubblicati, appallottolati in fondo ad un cassetto. Ora, in questo tempo per tutti difficile, dilatato ma al tempo stesso stretto come una fastidiosa ganascia sui nostri progetti e sulla nostra voglia di libertà, emerge il Carofiglio poeta. Un poeta che ha recuperato il maggior numero possibile di questi versi latenti. Cento poesie per cento versi che non raccontano la stessa cosa, non si descrivono l’un l’altro, ma raccontano storie parallele che abbiano “Lo stesso suono”, per dirla con parole dell’autore, e che siano quindi simili senza combaciare. Se molti autori, dato il protrarsi della situazione pandemica, hanno preferito rinviare le loro pubblicazioni in programma, Carofiglio compie una scelta diversa e senz’altro coraggiosa. “In questo tempo stretto, o si rimane completamente fermi e improduttivi, come in una bolla di vetro, oppure si prova a cogliere le opportunità che ci vengono comunque offerte. Il tempo giusto per questi versi era proprio quello dell’oggi. Non li avrei concepiti assolutamente al di fuori di questo spazio temporale” - ha dichiarato Carofiglio. Dora Intini, nell’interloquire con l’autore, non ha potuto non evidenziare un grande e lampante collegamento tra il libro recentemente uscito e un romanzo pubblicato tempo fa dallo stesso Carofiglio. Si tratta de “Il maestro”, che ha per protagonista Corrado Lazzari, il più grande attore del Novecento ormai ritiratosi dalle scene e isolatosi in questa sua grande villa. Compie due azioni fondamentali: mettere ordine attorno a sé e dentro di sé e guardare il mondo esterno dalla finestra. Le stesse azioni che ci sono diventate familiari ora che siamo per forza di cose costretti a passare molto più tempo in casa. Ma che funzione ha oggigiorno la poesia?
E qual è il ruolo del poeta? Carofiglio lo ha spiegato chiaramente nel rispondere non solo a Gabriele Zanini e a Dora Intini, ma anche al pubblico che ha commentato in tempo reale durante la diretta.
“Innanzitutto, non dobbiamo pensare al poeta come a un “vate”. Questo può essere valido per Dante e per pochi altri grandi dell’antichità. Il poeta moderno invece è semplicemente una persona che in quel momento sta trasmettendo suoni e parole. Sta a chi legge interpretare a proprio piacimento. E’ quanto mai veritiera la frase tratta dal capolavoro del grande Troisi “Il postino”. La poesia non è di chi la scrive ma di chi se ne serve, come del resto ogni opera artistica in genere, anche quelle al di fuori del contesto letterario. Nel momento in cui sono compiute, appartengono anche a chi le legge, le ascolta o le contempla”- ha precisato l’autore.
Carofiglio è stato chiarissimo anche in merito alla funzione della poesia: “Essa nasce semplicemente da un’urgenza spirituale di chi scrive. Perché ostinarsi ad attribuirle una funzione necessariamente curativa, terapeutica? Personalmente ritengo di non dover essere il medico di nessuno, non ho credenziali per arrogarmi questo diritto e diffido dagli autori che invece salgono in cattedra pretendendo di dover divulgare necessariamente messaggi. Ciò non toglie io diventi l’uomo più felice del mondo se chi legge una mia poesia prova un senso di benessere”. A chi gli ha chiesto se questo “abbracciare” la poesia implichi l’abbandonare la prosa e la stesura di romanzi, l’autore ha risposto: “Assolutamente no, non abbandono proprio nulla. Sono sempre stato abituato a lavorare su più tavoli”.

E poesia e romanzo si equivalgono in termini di emozioni? O tra le due cose ce n'è una che arriva più "diretta" al cuore del lettore? Cosa si è rivelato per lui più stimolante? Carofiglio ha risposto così: “Direi che dal punto di vista delle emozioni le due cose si equivalgano, ponendomi dalla parte di chi scrive. Certo, il romanzo ha tempi più dilatati, mentre il tempo della poesia è ristretto. E proprio perché si tratta di un “concentrato” richiede più “concentrazione” Per mia natura però, sono abituato a dare il giusto peso alle parole anche quando si tratta di romanzi. Cosa regali al lettore una maggior dose di emozioni? Questo è strettamente soggettivo per ciascuno!”
Non solo le parole hanno però un peso, ma ne ha anche il silenzio, che al giorno d’oggi può essere definito “il grande assente”. In un mondo che ci bombarda di continui messaggi, alcuni utili dal punto di vista informativo o emozionale, altri del tutto futili, il silenzio ci consente anche di soffermarci con più attenzione sulla parole, e di trovare quelle giuste.
Le chiese, tanto per chi è credente quanto per l’ateo o per l’agnostico, rappresentano spesso il luogo ideale per fare in modo che il silenzio ci faccia appunto da “suggeritore” di parole. Ci piace dunque concludere con una frase dello stesso Carofiglio: “Il mondo della poesia è un mondo realmente meraviglioso: chi vi si accosta, non può non restarne affascinato!”. Vi ricordiamo che il prossimo appuntamento con “Spillover, il contagio delle parole, è fissato per il 22 novembre, sempre in diretta alle 18:00 sulla pagina social di “Vivere d’arte eventi”. L’ospite sarà Bruno Morchio, con il suo libro “Voci nel silenzio”.

 

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