Spillover: Tiziano Fratus con i “Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio”

02 1 SpilloverTizianoFratuNOCI - Nel corso della diretta di ieri, 31 gennaio, la rassegna letteraria “Spillover”, organizzata dalle associazioni “Vivere d’arte eventi” e “Pugliè” ha ospitato Tiziano Fratus, che ha discusso assieme all’insegnante Dora Intini e a Gabriele Zanini in merito al suo libro di poesie e prose “Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio”. Tiziano Fratus ha firmato la rubrica "Il cercatore di alberi" per sei anni per il quotidiano torinese La Stampa, attualmente collabora con Il Manifesto e Radio Francigenza. Durante viaggi in Europa, America ed Estremo Oriente, conia i concetti di "uomo/donna radice", "dendrosofia" e "alberografia" da cui derivano una serie di opere legate alla natura.

Un libro di poesia decisamente atipico, quello scritto da Tiziano Fratus, non solo si tratta di una raccolta dove alla poesia si affianca una serie di prose, soprattutto per quel che concerne la veste grafica. Ogni poesia acquisisce infatti anche una forma visiva: albero, foglia seme ecc. Un’idea che accontenta anche quell’occhio che esige sempre la sua parte. E in questa piacevole geometria accuratamente studiata, non manca mai uno spazio vuoto, come quello che i bimbi lasciano nel disegnare l’albero.
Sia all’interno della poesia che della prosa, il tema della natura è predominante. Una natura che ha il suo centro nel bosco, questo magico universo a se stante con la sua vegetazione fatta di alberi e fiori e con la vivace fauna che vi abita. Lasceremo ovviamente al lettore il piacere di “degustare” ogni singola prosa e poesia, interpretandola nel modo che gli è più congeniale. Possiamo però anticipare che il rapporto tra l’uomo e la natura, ma anche quella spiritualità tipica del buddismo zen che induce a riappropriarsi di quell’equilibrio interiore e di quella calma che la freneticità della vita quotidiana spesso ci sottrae. Tiziano Fratus lo ammette con disarmante sincerità: “L’uomo è spesso molto ipocrita in questo. Scende in piazza con manifestazioni roboanti a tutela dell’ambiente, vuole ergersi a “salvatore del pianeta ma…nella pratica? “.
Effettivamente, dimentichiamo spesso che l’amore e la cura per quella natura che sa offrirci tanto, si manifestano nel quotidiano con piccoli e semplici gesti che hanno però il potere della concretezza. Coniando la definizione di “homo radix” (uomo radice) Fratus esprime un connubio perfetto dell’uomo con la natura e tutte le sue variegate forme, che porta appunto l’essere umano a divenire un “bosco itinerante” pregno di musicalità. Uomo come “artigiano delle parole”, che cerca di dare una ulteriore forma alla perfezione già pienamente espressa dalla natura.
All’interno del libro c’è una raccolta di poesie intitolata “Il giardino delle rose inglesi”, che in realtà si configurerebbe come un poema in diverse stanze dalla grande forza narrativa.
“Un tentativo di dare alla poesia un respiro un po’ più ampio”- spiega Fratus. La scena iniziale vede due corpi esamini, di un ragazzo e una ragazza, giacere l’uno di fianco all’altra in un giardino cosparso di gelo invernale, con le mani che si toccano. Un giallo poetico molto particolare in buona sostanza.
“La natura non ha bisogno di noi, rinasce sempre. E’ troppo grande e primordiale per essere messa in ginocchio da qualsiasi evento. E questa rinascita farà seguito anche a questo momento di pandemia. La natura non è in pericolo. Si estingue e si rigenera in forme sempre nuove, ha questa grande capacità. Tocca a noi regolarci per riuscire ad avere un futuro vivibile, ma la natura andrà avanti, sopravvivendo sempre all’uomo. Dopo la pandemia, brevi o lunghi che siano i tempi per uscirne, tutto ricomincerà a muoversi come sempre.”- dice Fratus, lanciando un messaggio di speranza. L’autore parla poi del suo rapporto intimissimo e quasi magico col bosco. Facendo ancora una volta riferimento alla vita degli eremiti e dei monaci buddisti, Fratus sottolinea che anche loro non vivono di sola meditazione, ma c’è quotidianamente da affrontare anche la prova del cibo, che devono procacciarsi, al contrario di noi che ci limitiamo a pagare e imbustare alla cassa. Sempre nell’ottica del buddismo zen, Fratus paragona il dimenticare al seminare: “Dimenticare non significa cancellare la propria storia, ma semplicemente affrancarsene. Essere solo un uomo che vive in questo istante. Quello che hai fatto ieri fa sì parte della tua storia ma non è più così rilevante. Essere ossessionati dalla propria storia ci tiene in un certo qual modo in scacco”- argomenta l’autore. Un appuntamento fatto di quella calma e pacatezza, le stesse che regnano appunto nel bosco. Il prossimo appuntamento con Il prossimo appuntamento con “Spillover” è quindi per domenica 14 febbraio, con la giornalista di Rai Uno Micaela Palmieri e con il suo romanzo “Nex stop Rogoreto”

 

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