“Poesie (2020-1997): il “the best of” della produzione poetica di Vittorino Curci

03 21 AntologiaVittorinoCurci2NOCI - E’ fresca di stampa l’autoantologia poetica di Vittorino Curci, dal titolo che richiama una semplicità essenziale e diretta: “Poesie (2020-1997)”. Il poeta di cui Noci è da anni orgogliosa (e che non ha certo bisogno di presentazioni) ha voluto compiere un’accurata selezione delle sue opere, raccogliendole in un volume di 170 pagine, che rappresenta un “the best of” della sua produzione poetica. Il libro si divide in dieci sezioni di cui la prima raccoglie testi poetici inediti. Preziose non solo le poesie
contenute in questa autoantologia, ma anche la prefazione, a cura di Milo De Angelis, uno dei più grandi poeti contemporanei.

03 21 AntologiaVittorinoCurci1Noi di Noci24 abbiamo raggiunto telefonicamente Vittorino Curci per una bella e informale chiacchierata nel corso della quale gli abbiamo chiesto qualcosa in più riguardo “all’essenza pulsante” dell’opera, edita da "La Vita Felice Edizioni", di Milano. Egli ci ha subito rivelato: “E' un'opera che mi rappresenta molto. Si tratta di un’autoantologia, ovvero, una selezione di poesie risalenti al mio periodo di maturità poetica. L’arco temporale abbraccia 23 anni, ripercorsi appunto a ritroso (dal 2020 al 1997). La prima sezione raccoglie testi inediti recenti, composti negli anni 2019-'20":
Vittorino Curci ci ha parlato anche di cosa abbia rappresentato per lui questo viaggio introspettivo e retrospettivo: “Solo nel procedere con la selezione dei testi, ho acquisito una consapevolezza ancora maggiore di quanto preponderante sia la dimensione temporale nella mia poesia, che unicamente nel tempo e attraverso il tempo vive!”
I numerosi lettori che la penna di Vittorino Curci annovera saranno già certamente abituati a poesie di non facile lettura, spesso poesie “oscure” e “criptiche”, che richiedono di soffermarsi al loro cospetto con più attenzione e con una mente sgombra e aperta.
“La mia poesia non è descrittiva e quindi non si presta a racconti e spiegazioni. Se all’interno della nostra esistenza ci sono lati oscuri, che neanche il poeta riesce a spiegarsi, la poesia non può che rispecchiare questa realtà. Non c’è mai una oggettiva e univoca di un testo poetico, perché trovarsi di fronte a una poesia è come essere al cospetto di un quadro, un quadro composto da parole. Possiamo passare quanto tempo vogliamo a studiare l’opera e le varie interpretazioni che ne sono state date, ma nel momento in cui ci poniamo di fronte ad essa, valgono le sensazioni e le emozioni soggettive”- ci ha confessato Vittorino. Il poeta ha proseguito spiegando quale dovrebbe essere il modo più giusto di approcciarsi alla poesia: “Con la mente sgombra da ogni preconcetto. Davanti alla poesia presentarci disarmati”. La parola si spoglia dunque di ogni fronzolo e abbellimento, rivestendosi solo di nuda essenzialità.
“Mi piace pensare alle singole parole come dei vagoni ferroviari che provengono da lontano portandosi dietro tutta la storia che hanno accumulato durante il loro cammino”- ha spiegato Vittorino. Importante è quindi quella “storia della parola” che non è solo etimologia, ma anche musica scritta da popoli lontani da noi nel tempo, perché la parola è anche suono, musica, ritmo. Un ritmo che può coinvolgere e travolgere perché, come ha dichiarato l’autore, “La poesia non è una 'carezza', ma piuttosto una 'puntura'. Deve risvegliare qualcosa che dentro di noi è sopito, qualcosa che sapevamo e abbiamo dimenticato.
Vale a questo punto la pena di riportare, a beneficio dei potenziali lettori di questo libro, uno stralcio della bellissima prefazione a cura di Milo De Angelis, uno dei più grandi poeti del nostro tempo, che con Vittorino Curci ha instaurato da tempo un rapporto di bella e sinergica amicizia:
“L’infanzia percorre tutte queste pagine, con le sue scene antiche e il suo eterno “primo ottobre nel cortile della scuola”, il suo giocare “a mosca cieca con le ore della notte”. Ma non è l’infanzia crepuscolare del rimpianto. È una stagione vivissima che non possiamo situare nel passato, che ci raggiunge e ci supera, a volte ci aspetta. È un inizio incessante in cui siamo immersi, quello che ha ispirato un momento esemplare di quest’opera (“Se penso al mattino del creato / quando le cose furono toccate da uno sguardo per la prima volta / io sono contento di tornare sui miei / passi…”) e sollecita nel profondo la sua ispirazione, ponendosi come continuo esordio o come rinascita dopo la caduta e accendendo una corrente impetuosa che scorre tra le righe nei momenti dello sconforto, della sconfitta, dell’essere vulnerabili alle potenze del cosmo: quando “il tuo mandala sarà disfatto / al primo sogno di vento”, ecco che un altro vento misterioso scuote il disfacimento e lo consegna alla metamorfosi. Così il fascino di questa poesia è un soffio polifonico che raccoglie in sé diverse tonalità – dall’elegia alla riflessione sapiente, dall’invettiva alla supplica – per ricrearsi continuamente dalle sue ceneri, che sono le ceneri personali ma anche quelle della Storia: è una prospettiva vasta e generale, un’inquadratura in campo lungo, uno sguardo nitido e insieme visionario".  

Chi è assetato di buona poesia, potrà trovare il libro in versione cartacea nelle migliori librerie (a Noci presso "Fatti di carta" e " Mondadori Point") e in versione digitale sulle più note piattaforme di e-book

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