Chiostri Inchiostri e Claustri: il racconto della terza serata tra il ricordo di Nino Rota e la Napoli poliedrica di Maurizio De Giovanni

08 01 DeGiovanni2NOCI – Prosegue a pieno ritmo la grande rassegna letteraria “Chiostri Inchiostri e Claustri: letture di mezza estate”. Tantissimi gli eventi in calendario anche per la terza serata dello scorso 31 luglio, e nell’impossibilità di seguirli tutti, abbiamo fatto una cernita di quelli da raccontarvi. Le emozioni non sono certamente mancate , tra il ricordo del grande compositore Nino Rota e la verve partenopea dello scrittore Maurizio De Giovanni, autore di romanzi diventati fiction di successo. Hanno però trovato spazio anche la saggistica incentrata sul valore democratico e democratizzante della cultura e la filosofia “a misura di bambino”

08 01 IlGiocoDellaMenteAlle 18:30, presso Largo Diaz, i piccoli alunni della scuola primaria, (Istituto comprensivo Pascoli-Cappuccini), assieme alle loro insegnanti e alla presenza dei genitori che li hanno accompagnati, hanno preso parte ad un vero e proprio laboratorio di filosofia. Una filosofia naturalmente “adattata” a misura delle loro menti in crescita. Il "gioco del pensiero" è stato un primo e fondamentale approccio con quello che è lo spirito di una materia il cui obiettivo è “aprire la mente” e sviluppare un ragionamento critico, libero e deduttivo. Per i piccoli è stato un gioco bello e stimolante, e sicuramente, in futuro, quando si troveranno a studiare questa materia designata da un nome che per loro oggi è ancora quasi impronunciabile, ricorderanno questa bella esperienza.

Alle 19:15, invece a Largo Porta Nuova si è tenuta la presentazione del libro “In seicento o a spasso con Nino Rota, ricordi e documenti dagli archivi dei suoi amici”, scritto da Tino Sorino, con il quale ha dialogato la Dott.ssa Vincenza D’Onghia, appassionata cultrice di musica. Il compositore Milanese, prolificamente trapiantato in Puglia vanta una produzione davvero vastissima e variegata ed è a buon diritto considerato uno dei compositori più influenti della storia del cinema. Come in molti sapranno, ci sono il suo genio creativo e la sua sensibilità dietro alcune delle colonne sonore dei film più famosi di sempre.
08 01 TinoSorino 1Per raccontare a tutto tondo un personaggio di tale spessore, era necessario approfondire tanto l’operato dell’artista quando il cuore dell’uomo. Perché in fondo, nella musica, il cuore è imprescindibile. Uno strumento musicale che non si vede e non si suona, ma si sente eccome. Nino Rota, nelle sue composizioni come nella vita, di cuore ce ne metteva sempre tanto. Così tanto cuore, da non tirarsi mai indietro quando si trattava di aiutare tanto il suo enturage di musicisti quanto i suoi giovani allievi (dai quali fu sempre considerato una figura paterna) e che magari possedevano tanto talento ma poco denaro, anche solo per potersi permettere l’acquisto di uno strumento musicale. Ecco che allora Rota istituì delle borse di studio. Solo molto tempo dopo i suoi studenti avrebbero scoperto che quel denaro l’aveva tirato fuori di tasca Nino in persona e che non proveniva da altre fonti, come erano sempre stati convinti che fosse avvenuto. Un Rota diviso tra il successo di pubblico e l’insuccesso di una critica che lo tacciaVA di non seguire le avanguardie, le “mode musicali” del momento. Un uomo che ha seguito solo quello che il cuore gli dettava, fedele sempre e solo a se stesso e al suo pubblico. Non a caso, preziose si riveleranno nel comporre le opinioni di Prudenzina, amica speciale di Rota, che non era in grado di esprimere un giudizio tecnico, con l’orecchio, ma che giudicava col cuore. Tra le pagine dell’accurato volume è racchiuso un meticoloso lavoro di ricerca durato anni. Tino Sorino ha infatti attinto alle testimonianze di chi con Rota ci ha lavorato a stretto contatto, o ha finito per diventarci amico, data l’espansività e la bontà d’animo del compositore. Tra di essi ci sono nientemeno che nomi del calibro del regista Zeffirelli e del Maestro Riccardo Muti. Durante la serata, ha offerto una diretta e preziosa testimonianza anche il Maestro Di Vittorio, che fu al tempo allievo di Rota. Tra la documentazione inclusa nel libro, anche delle bellissime cartoline che Nino amava inviare ai suoi amici dai luoghi in cui la sua passione per la musica lo portava. Ne emerge un viscerale amore per l’arte e per la bellezza. Ogni cartolina era scelta su misura, rispecchiando i gusti della persona a cui sarebbe stata destinata. Che Rota fosse stato e sia ancora molto amato in Puglia, una regione che l’ha adottato con gratitudine (tra le mura del conservatorio Piccinni di Bari aleggia ancora l’eco della sua grandezza) era scontato. Non lo era altrettanto invece il suo rapporto con Noci. Lo stesso autore ha dovuto ammettere di aver raccolto molta più documentazione di quanta non si aspettasse in merito alla sua presenza in Puglia, e in particolare nella nostra cittadina.

08 01 AntonioTinelli 1Nel 1965 lo troviamo qui a Noci per assistere a una partita amichevole di calcio tra gli allievi del conservatorio Piccinni. Non solo: lo troviamo a partecipare anche ai corsi estivi di canto Gregoriano presso l’Abbazia della Madonna della Scala, assieme ai monaci Benedettini. Ma per conoscere un musicista del calibro di Rota, non si può prescindere dall’ascolto della sua musica. A ricreare momenti di intensa magia, facendo pulsare ancora una volta il cuore di Nino, hanno pensato il Mestro Antonio Tinelli e tre suoi giovani allievi: Lucrezia Orlando, Giuseppe Campanale e Domenico Michele Cetera.

08 01 AntimoCesaroAlle 20:15 sempre presso Largo Portanuova, appuntamento con Antimo Cesaro, autore del saggio “L' utile idiota. La cultura nel tempo dell'olocrazia”. L’autore, dialogando con Vincenzo Bruno e Piero Liuzzi ha palesato quale sia il valore democratico e democratizzante di quella cultura che in sostanza è l’unica arma che possediamo per essere davvero liberi in un mondo dove predomina l’olocrazia ovvero una forma marcia di democrazia, un suo scadente surrogato.

08 01 DeGiovanni 1Alle 21:15, presso Largo Sottotenente Rotolo, un appuntamento davvero speciale: quello con lo scrittore Maurizio De Giovanni, autore di romanzi che, dopo il successo letterario, sono diventati fiction seguitissime. De Giovanni è il “padre” del “Commissario Ricciardi”, della colorata “Mina Settembre” e della banda de “I bastardi”. Sono state meglio chiarite le inevitabili differenze che troviamo tra il romanzo cartaceo e la sua trasposizione in fiction. Una produzione televisiva ha regole più rigide, e spesso un personaggio non è lo stesso che conosciamo attraverso le pagine, così come davvero la fantasia dello scrittore l’aveva partorito. Dialogando assieme a Marina Losappio Triggiani e Raffaele Gorgoni, lo scrittore ha raccontato, tra fiction e letteratura, una città che è una vera e propria finestra sul mondo. Quella Napoli che puoi amare o odiare, ma che certamente non ti lascerà mai indifferente. Quella Napoli inseparabile dal suo mare, e in cui perfino lo status sociale è dato dalla visibilità che un’abitazione offre su quella distesa di blu. Una Napoli della quale devi parlare in due modi differenti, a seconda che ti trovi al nord oppure al sud. Una cosa non si può chiedere a Napoli, né in fiction né in letteratura: di starsene buona a far da sfondo o di dire la sua opinione quando vuoi tu. No, Napoli non la si doma: Napoli è una prima donna che si mette al centro della scena scavalcando ogni barriera. Quando si dice Napoli si pensa alle sirene (la città stessa deve il suo antico nome alla mitologica sirena Partenope). Le sirene cosa fanno? Affascinano, ammaliano. Parlando de “La Signora” (ovvero sua madre) a cui De Giovanni ha dedicato il suo ultimo libro “Una sirena a Settembre” potremmo definirla un concentrato dei due modi di amare che le donne conoscono: nutrire e raccontare. Insomma, con De Giovanni si sono accesi a Noci quell’ottimismo e quel sorriso che i partenopei sanno adottare anche nelle situazioni più disperate.

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