Sudapest di Irene Leo, a Bitonto

incontri-e-dibattiti-sudapest-irene-leoBITONTO (Bari) - Appuntamento/dialogo con l'autrice oggi 20 febbraio alle ore 19.00 presso il circolo Arci "Tren de vie" in via Labini a Bitonto, per la presentazione di Sudapest, curata dalla "Libreria del Teatro", L.go Teatro 6. Introduzione e riflessioni sul testo, del giornalista ed autore, Michele Pettinato. Seguirà un momento di lettura con l'accompagnamento del musicista Fabio Acquafredda.

 

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"E' scrittura pura, che non cerca compiacenza del lettore, si offre senza compromessi, non evoca similitudini di vita, non parla a chi legge di lui stesso. Non nasce per piacere, bensì per l'impellenza di esistere. Energia che, com'è noto, può stemperarsi solo sulla carta. Un atto di altruismo, dopotutto, oltre che di libertà." (Enzo Ciampi - Il Paese Nuovo)

 

"Odore di fango, sudore del sud, lacrime sofferte, amore che si rincorre. Le emozioni che Irene Ester Leo regala e condensa in "Sudapest" portano il peso di parole importanti, che lasciano il segno." (Stefano Giovinazzo- Il Recensore.com)

 

"Una tra le tante chiavi di lettura più psichica che cosmica di questo "Sud del Sud del mondo", risulta essere quella di Irene Leo, poetessa dal grande respiro e dall'immensa generosità nel ritmo e nella resa immaginifica della scrittura e del suo performare semantico.(...) Chi si avvicina a questo lavoro deve essere avvertito: potremmo dire "hic locus terribilis est" proprio come all'ingresso della piccola chiesa di Rennes les Chateaux. Già perché il lavoro di Irene Leo ci fa capire come sacro e profano sono ancora in lotta nelle nostre vite e spesso la scelta non può chiudersi su un oggetto ben definito ... perché perennemente in bilico " (Stefano Donno -Il Paese Nuovo)

 

"Scandisce un tempo che è segno e sguardo misurato a sentiero nella distanza che lo separa dall'orizzonte.(...) Colori che giocano nell'incastrarsi delle parole fra le trame di una terra, il Salento, troppo persa a rodersi al sole, al tempo che è prigioniero di una dimensione mistico-teatrale che trafigge lo sguardo, consegnandolo ad un periodo, condizione dell'animo umano in uno sfumarsi di parole, vite e colori in tempi dispari." (Francesco Aprile - Salento In Linea)

 

 

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"E non l'afferri, tu che guardi, il senso dell'aspro limone appeso e dondolante sul ramo ossuto, e non lo comprendi il frutto del fico d'India che cerca vita tra le spine, e non lo sai perchè un gabbiano per morire si infrange sul mare anche se pesce non è. " Irene Leo
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