“Noci 1939-1946 e dintorni”, opera postuma di Leonardo Morea

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NOCI (Bari) - "È con grande commozione e rimpianto che mi son trovata tra le mani queste lunghe pagine del corposo saggio che Leonardo Morea era andato scrivendo negli ultimi tempi e che risultano l'ultima sua fatica terrena, anche se non completata".

È con queste parole che si apre la nota introduttiva di Maria Marcone all'ultima fatica letteraria di Leonardo Morea "Noci 1939-1946 e dintorni", edito dal Comune di Noci per i Quaderni della Biblioteca. Stampata presso la tipografia "Vito Radio", l'opera postuma del Morea non avrebbe visto la luce senza il determinante apporto di Roberto Morea, figlio del primo, e Vito Liuzzi ex direttore della biblioteca comunale sino al 2007. Nelle 260 pagine di appunti del Morea appare uno spaccato di vita nocese che si muove prima, durante e dopo il secondo conflitto bellico che ha investito lo stivale italico a metà del Novecento. Scorre nei dieci capitoli che compongono il libro il sangue della vita nocese in tutte le sue forme (è antipatico parlare di classi sociali) che ora parlano della vita contadina, ora delle famiglie nobiliari. Ora dell'era dell'automobile e di apparato industriale, ora della banda musicale e dei legionari.

"Leggendo le sue pagine- seguita la Marcone nell'introduzione- si ha la sensazione che egli volesse indugiare su quei tempi lontani appigliandosi a particolari anche trascurabili, come se gli dispiacesse steccarsene, quasi che scrivere fosse per lui come vivere...". Cosa vera visto che il linguaggio adoperato dal professore di Geografia all'Università del Salento, non esaspera il lettore con termini aurei, ma associa a parole arcaiche o dialettali (pronunciamento, galeotto, core) a termini della lingua contemporanea talvolta presi da lingue indoeuropee e anglosassoni ( savoir fair, performance, tout court), questo perché il lavoro di indagine pre-stesura è stato incentrato su memorie labili degli anziani del paese e poi adattato alla cultura dello scrittore.

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"Caro Leonardo, che vuoi che ti dica?- è la conclusione della Marcone (e vorrei che fosse anche la mia)- Hai fatto bene a scrivere della tua Noci: chi non è di Noci imparerà a conoscere con simpatia uno spaccato di questo paese, e chi è nocese non potrà che esserti grato... perché il quadro complessivo che hai disegnato è proprio di un bel paese e di tanta brava gente". Il testo è disponibile sia in biblioteca, che nelle librerie della città.

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