Benedetta Cibrario, Sotto cieli non curanti

incontri-e-dibattiti-maggio-2010NOCI (Bari) - Il secondo appuntamento di Maggio d'autore ha suscitato l'interesse sperato. I ragazzi dell'Istituto Professionale "Agherbino" e dell'Istituto "Leonardo da Vinci" si sono a lungo confrontati con l'autrice Cristina Zagaria, incuriositi dal rapporto tra realtà e finzione del suo ultimo romanzo "Perché no", edizione Perdisapop.

Due scuole accumunate dalla lettura attenta di questo libro, che ha suscitato domande e interrogativi sulla difficile età dell'adolescenza. Come ha spiegato l'autrice, i protagonisti del libro sono ragazzi "in carne ed ossa"cosi come anche parte dei dialoghi, raccolti venendo a contatto diretto con la realtà di Napoli. Protagonisti con cui identificarsi e sperimentare la difficoltà di diventare adulti. Un'autrice che ha saputo conquistare i ragazzi, avvicinandoli a tematiche cosi violente e apparentemente lontane dalle realtà locali.

Prossimo appuntamento il 7 maggio con il libro Sotto cieli non curanti (Feltrinelli) dell'autrice Benedetta Cibrario, sempre presso la Sala Convegni Cappuccini di Via T. Siciliani.

Il terzo appuntamento conferma il desiderio di affrontare tematiche impegnative con al centro lo sguardo dei ragazzi sul mondo degli adulti. Questa la recensione del libro, edito dalla Feltrinelli: Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie piccoli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà, per darle un ordine. È un dicembre torinese, pieno di neve e di ombre. Pochi giorni prima di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chiamato a indagare sul caso di un bambino morto in circostanze misteriose. Mentre avvia i primi accertamenti e formula le prime ipotesi sua moglie viene investita da un'auto, ed è come se la sorte disegnasse una sua geometrica contemporaneità. Al colpo durissimo il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine, una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti. Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro dibattersi alle prese con la fragilità dell'esistenza. Con ostinata tenerezza si domanda in che maniera curare il dolore del padre e delle sorelle, nella convinzione che spetti a lei tentare di aggiustare quello che si è improvvisamente rotto, e alla geometria oscura della morte se ne sovrappone un'altra, luminosa e impalpabile.

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