Il castello come “contenitore di energia”

incontri-presentazione_castelliNOCI (Bari) - Un tuffo nella storia medievale alla scoperta di quei manufatti che oggi più di altri, possono a ben ragione considerarsi autentici monumenti di pietra, ovvero i castelli. Delle sue funzioni, sia amministrative che militari, e della sua vita si è discusso durante la presentazione del libro del prof. Raffaele Licinio svoltosi presso il chiostro di San Domenico.

 

 

L'incontro, curato dall'UTE di Noci in collaborazione con il centro culturale Giuseppe Albanese dal titolo "I castelli pugliesi tra storia e leggende", è stato un momento particolare oltre che per riscoprire le proprie radici (si ricordi che molte delle città pugliesi attuali- tra cui Noci- sorgono in quel periodo), anche per riflettere sui caratteri funzionali dei complessi edificati in quel periodo. Proprio Francesco Violante (foto in alto) chiamato ad intervenire in quanto condirettore della collana Questioni di Storia, descrive il perché, ad esempio, molti castelli sono sorti fuori dai complessi urbani. "I castelli- dice- venivano eretti al di fuori del contesto urbano sia perché avevano il compito di difendere la città, sia per difendersi dai cittadini stessi in quanto emblema del potere sul territorio". E prosegue- "Oggi al castello si dona più un valore affettivo che un suo valore storico che rimandi alle ragioni della sua edificazione".

incontri-libro_LicinioL'autore invece prende ragione del suo discorso partendo da due termini inseriti nel titolo dell'iniziativa ossia storia e leggenda. Su questi termini il professore universitario getta le basi per mostrarsi interessato alla storia locale di Noci e di tutti i centri del sud-est barese. Parla di Pietro Gioja, e fa un excursus sulla ristrutturazione in età federiciana del castello regio di Ruvo di Puglia a cui pare abbiano collaborato anche cittadini nocesi. Per Licinio "studiare il castello non è studiare una caserma ma un contenitore di energia". Di qui si è passati alle leggende. Da sempre considerate storielle fantastiche, Licinio sfata questo satus per accostarle come elemento fondamentale allo studio dei castelli di epoca medievale. La leggenda diventa così "una cosa seria". Motivo per cui il professore si lancia all'attacco di alcune ultime "scellerate" pubblicazioni (sia in internet che carta stampata) "ricche di strafalcioni e di stereotipi (come quello che vede Castel del Monte custode del Santo Graal) che devono essere assolutamente fermati". Le leggende vere invece, vanno ad arricchire il bagaglio di informazioni storiche che servono a comprendere meglio gli usi, i costumi, le credenze e le abitudini della gente che viveva la fase storica in oggetto, per costruire un migliore quadro storico.

Insomma l'incontro (ed il libro) è valso a scoprire un nuovo modo di leggere la storia fuori dal canonico metodo studentesco o accademico a cui da sempre sono stati abituati i ragazzi e che il più delle volte li ha portati ad allontanarsi dalla materia.

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