Caprarica, il mezzobusto “inglese” che racconta l’Unità d’Italia

05-30-finale_maggio_dautoreNOCI (Bari) - C'è molto sud e molto femminismo nell'ultimo libro scritto da Antonio Caprarica "C'era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell'Unità", edito da Sperling & Kupfer. C'è lo sguardo di un giornalista, di uno scrittore, di uno storico. C'è letteratura italiana e cinematografia. Ad iniziare dal titolo.

Un titolo scelto per fare un omaggio a "C'era una volta in America", film culto della cosiddetta "trilogia del tempo perduto" (gli altri due film sono C'era una volta il west, e Giù la testa) del regista Sergio Leone. La letteratura invece si completa con lo schermo di 12 pseudo-lettori a cui il testo, in fase di stesura, è rivolto. Esempio preso da Alessandro Manzoni che, da quanto dichiarato dallo stesso Caprarica, è stato molto presente nella sua formazione educativa. Nella cornice del Chiostro delle Clarisse, in pieno borgo antico, introdotto da Mario Valentino giornalista de La Repubblica, l'inviato del Tg1 spiega che questo è un libro per i giovani e per il recupero della memoria. "L'anniversario dell'unità nazionale è stato accompagnato da inutili polemiche", esorcizza Caprarica, "per il quale essere uniti non vuol dire essere sciovinisti". E va a raccontare i retroscena di quella spedizione delle giubbe rosse, dei rancori tra Cavour e re Vittorio Emanuele, delle beghe e dei narcisismi della società ottocentesca italiana.

05-30-tavolo_capraricaCapitoli a parte riguardano poi il rapporto nord-sud, l'usurpazione delle ricchezze del Regno di Napoli, ed infine il ruolo di primissimo piano svolto dalle donne del Risorgimento. Per Caprarica l'esempio da seguire è quello di Cristina Trivulzio, più nota col nome di Principessa di Belgiojoso. Incalzato dalle domande del giornalista Valentino e da quelle della platea, il mezzobusto londinese risponde anche sul brigantaggio ed espone il pensiero della "dietrologia", ovvero la curiosità di sapere cosa c'è dietro ad ogni azione pubblica: sapere come sono andate le cose al di fuori del già detto. Filosofia di pensiero in cui gli Italiani, secondo Caprarica, sono imbattibili.

Si è chiusa così la sesta edizione del Maggio d'autore, ciclo di incontri letterari promosso dal Comune di Noci - Assessorato alla Cultura, insieme alle scuole medie superiori locali, e con la collaborazione della libreria Hay Bookshop. Al di fuori del contesto letterario siamo riusciti a rivolgere qualche domanda al giornalista-scrittore.

Lei è per la prima volta a Noci. Cosa ne pensa di questa città?

Nel breve tempo che ho potuto trascorrere sono rimasto affascinato dal centro storico di questo paese. Le case sono tipiche della murgia e della valle d'itria con questo colore bianco e devo dire che fa sempre un certo effetto vederle. Il paesaggio invece rimanda molto ai campi inglesi. La campagna di qui si assomiglia molto a quella che vedo in Gran Bretagna.

Quanto c'è allora di pugliese in Inghilterra, e quanta Inghilterra vi è invece in Puglia?

Bhè in Puglia l'esempio che mi sovviene è quello dell'ultimo telegrafo inglese impiantato a Brindisi e che fungeva da collegamento tra l'Europa e l'oriente. Per quanto riguarda l'inverso debbo dire che ci sono molti Pugliesi a Londra e che la colonia si è talmente ingrandita da organizzare un evento annuale presso la nostra ambasciata in territorio inglese.

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