Cosimo Cito racconta l'assassinio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore

02-16-assassinio di_un_sindaco_perbeneNOCI (Bari) - Il sindaco pescatore viene ancora ricordato attraverso i libri. È infatti in vendita presso tutte le librerie italiane, a partire dallo scorso ottobre 2011, il libro-inchiesta intitolato "Assassinio di un sindaco perbene" edito da Fuorionda, con prefazione di Nando dalla Chiesa, e dedicato interamente alla tragica uccisione di un cittadino degno di esser così definito, Angelo Vassallo. Autore di questo libro, meritevole per la sua funzione, Cosimo Cito, giornalista sportivo presso "La Repubblica" e "L'Unità" e originario di Noci.

Figlio di un noto medico nocese, Cito ha pubblicato questo suo nuovo libro a distanza di un anno esatto dal tragico evento che ha visto ferita nel cuore una delle città più belle della costa cilentana. Pollica è il paese in cui Angelo è stato eletto sindaco all'unanimità; è il paese in cui esercitava prima di tutto il suo mestiere: la pesca. Emblema del più alto civismo, Vassallo ha, sin dal primo giorno del suo mandato, risollevato il luogo in cui viveva: il paese era in primo luogo indebitato a causa di una serie di scelleratezze amministrative e, in secondo luogo, tutti i dipendenti comunali erano pressoché inutili, viste le nomine per mansioni praticamente inesistenti. Ma questo era davvero molto poco rispetto a tutto quello che c'era da fare.

Nell'inchiesta Cito ne ripercorre passo passo tutte le fasi. Da sempre quella località era stata, per la sua bellezza, oggetto di ispirazione letteraria. Omero, Virgilio, Apollonio Rodio, solo per citare i più antichi, hanno scritto leggende e passi su questo luogo e, ancora in quegli anni, Vassallo cercava di restituirgli la bellezza di sempre. Non poteva permettere né devastazioni con cemento armato, né sprechi di denaro pubblico. I suoi colleghi predecessori avevano fatto di quel territorio l'anima del capitalismo, e l'unico modo per tornare indietro era la buona e la sana politica. Quella vissuta con la gente e fra la gente, quella fatta di sentimenti e cultura d'azione. Intorno a lui tanti altri colleghi di città vicine complottavano per la costruzione di nuovi villaggi turistici; altre organizzazioni cominciavano ad infiltrarsi nella sua città bella ed incontaminata con lo spaccio di droga e altri ancora avevano già fatto il loro corso negli anni precedenti. Il suo "no" poteva esser apparso molto scomodo. Il 5 settembre 2010 Vassallo veniva ucciso da sette proiettili calibro 9.

La sua città era andata avanti grazie a lui, ma la sua vita si fermava. L'idea ecocompatibile del progresso era il suo forte: era stato introdotto il metodo della raccolta porta a porta, poi l'utilizzo di un depuratore e si era battuto per far rientrare all'interno del Patrimonio immateriale ed orale dell'umanità la dieta mediterranea. Di lui hanno parlato in molti: giornali nazionali, segretari nazionali di partito sono andati al suo funerale e grandi set cinematografici son passati dal suo piccolo porto di Pollica (Noi Credevamo di Mario Martone e Benvenuti al Sud con Claudio Bisio). Purtroppo, però, oggi Vassallo è stato restituito alla terra che amava tanto. Forse il suono delle onde del mare lo culla, ma la sua politica d'azione fra la gente rimane. Cosimo Cito ce lo ricorda con una bellissima inchiesta.

 

 


 

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Cosimo Cito (Putignano, Bari, 1981) (in foto a sinistra) vive e scrive a Roma. Segue calcio e ciclismo per "la Repubblica" e "l'Unità". Per Limina ha scritto Il fantasma del Galibier - Il Tour di Marco Pantani (2010), Solitudine e bellezza del terzino sinistro (2010) e, insieme a Marco Bucciantini, Torride tristezze - Nove storie di ciclismo (2010).

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