Tranfaglia 'i populismi in Italia sono davvero finiti?'

08-20-tranfaglia-noci-3NOCI (Bari) - Noci ospita il prof. Nicola Tranfaglia in una serata d'agosto, il 18, ed in una cornice di pubblico attenta ed incuriosita. Resta da capire come mai Tranfaglia fosse stato invitato, per la seconda volta, dal sindaco pidiellino Piero Liuzzi per celebrarne "i libri, il rigore, l'impegno civile, la democrazia militante di un testimone del Nostro Tempo"?

Tranfaglia è professore emerito di Storia dell'Europa e del Giornalismo nell'Università di Torino, ma è anche un intellettuale di sinistra, azionista inizialmente, giellista nell'animo, che è passato attraverso diverse sigle di partito, PDS, DS, PdCI con cui viene eletto alla Camera nel 2006, Sinistra Arcobaleno, poi l'Italia dei Valori fino allo scorso anno. Noci, invece, è in mano al centro destra da due lustri.

08-20-tranfaglia-nociDocente, politico ed intellettuale nella figura di Tranfaglia convivono amabilmente e trasmettono il senso  del suo operare storico-politico. Durante la serata di Noci, organizzata dal Comune con la collaborazione de I presidi del Libro (in foto) e dell'Uten ed introdotta dal prof. Giuseppe Poli, docente presso l'Università di Bari, (in foto il primo da sinistra) Tranfaglia ha parlato da storico del Novecento e del XXI secolo soffermandosi su quegli autori classici che meglio aiuterebbero i contemporanei a comprendere la storia recente: Alexis de Tocqueville, il grande studioso della civiltà e della democrazia liberale americana, Thomas Hobbes, filosofo secentesco capace di comprendere più è meglio le dinamiche dei corpi sociali, Karl Marx per la conoscenza delle difficoltà intrinseche al sistema capitalistico, Antonio Gramsci per la creazione del consenso e dell'egemonia culturale sulle masse. Tutti autori presentati come fari per la sua esperienza formativa e necessari per la formazione delle nuove generazioni.

Tranfaglia ha anche parlato del presente e della situazione italiana non risparmiando critiche al precedente governo (senza mai citare il nome del primo ministro Berlusconi ndr) a causa del quale si sarebbe perso tempo e credibilità internazionale, fino all'arrivo di Monti, personalità capace di guidare l'Italia in questo difficile percorso di risanamento. Spesso, quindi, Tranfaglia ha usato il riferimento polemico agli anni del berlusconismo definendolo una sorta di populismo di centro destra. Altrettanto critico Tranfaglia lo è stato con il PD, con il populismo di centro sinistra che difficilmente vorrebbe mettere insieme la tradizione comunista e quella cattolica democratica: centrale la sua riflessione "ma i populismi in Italia sono davvero finiti?". Gli spunti critici di Tranfaglia sono emersi anche nel rispondere alle domande del pubblico: sulla trattativa Stato-Mafia Tranfaglia ha chiarito i termini della questione, considerando "normale" il dialogo fra forze speciali dei carabinieri ed esponenti mafiosi, mentre risulterebbe ancora poco comprensibile da parte degli storici, per la mancanza di materiale d'archivio, l'accoglimento di alcune richieste fatte negli anni delle stragi da Riina, che poi si sarebbero tradotti in un alleggerimento del carcere duro per alcuni mafiosi ( a breve un suo libro in uscita ad ottobre parlerà dell'argomento); sulla situazione attuale dell'Italia ha condiviso la visione di una sorta di "populismo tecnico" che si sarebbe imposto scalzando la normale pratica democratica di governi parlamentari ed eccezionalmente e temporaneamente presidenziali.

08-20-tranfaglia-noci-2Il 27 aprile scorso Tranfaglia era già stato a Noci per partecipare alla presentazione di "Fanti e Briganti nel Sud dopo l'Unità", il saggio dello storico locale Josè Mottola (segnalato al Premio Noci per la Storia loclae ed. 2011-2012). Un gradito ritorno su volontà del Sindaco di Noci. E questa, a margine di una bella ed interessante serata agostana trascorsa a discutere di storia contemporanea, è senz'altro una particolarità: perchè reinvitare Tranfaglia a Noci, un intellettuale critico della sinistra, in cui ha svolto ruoli politici nell'Italia dei Valori fino allo scorso anno, e parimenti critico della destra, dichiaratosi antiberlusconista ed antipopulista durante la serata, così come sul suo sito web? Perchè non invitare, invece, intellettuali del centro destra per parlare della storia italiana contemporanea? Liuzzi riveste il duplice ruolo, in questa estate 2012, di sindaco ed assessore alla Cultura e resta, dunque, una curiosità: come interpretare questa sua apertura alle voci scomode, perchè accademicamente critiche, della storia politica recente italiana? Una occasione di marketing culturale o una condivisa prospettiva ermeneutica?

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