'Appecciàmele arrète', antologia poetica in lingua nocese

10-08MarioGabrieleNOCI (Bari) - Non era mai capitato che alla presentazione di un libro così  tanta gente potesse accorrere mostrandosi interessata ed attenta. È esattamente quello che è successo lo scorso sabato all'interno del Chiostro di San Domenico in occasione della presentazione del secondo volume del compaesano Mario Gabriele. Dopo "I cantori" infatti una nuova antologia poetica viene pubblicata per conto della casa editrice Aga.

Nè un opera di passaggio nè una proposta vana. L'antologia di Gabriele intolata "Appecciàmele arrete" è Il perfetto risultato di uno studio sulla lingua di Noci, sul dialetto e su quelle antiche parole ormai lasciate nell'oblio, dimenticate, abbandonate. Sì, è una perfetta riproposizione delle nostre origini, dei nostri detti e di quella lingua dialettale che tanto riuscirebbe ancor oggi a farci esprimere concetti profondi con poche righe e con poche espressioni. "Dialetto deriva infatti " ha esordito l'autore in seguito all'introduzione e relativa domanda da parte di Antonello Roberto (membro dell'Associazione I Presìdi del libro di Noci-organizzatrice della serata insieme al Comune di Noci Assessorato alla Cultura) "dal greco diàlektos, che vuol dire entrare nella parola, conoscerla. Il nostro dialetto è dunque contaminato anche da lingue appartenenti al bacino mediterraneo". Conoscere la parola significa allora analizzarne i latinismi, i francesismi, le derivazioni dallo spagnolo.
 
Uno stretto contatto con il pubblico da parte dell'autore ha dato prova allora di quanto spiegato. Gabriele ha infatti tradotto una serie di parole dall'italiano al dialetto con l'ausilio di tutti i nocesi presenti in sala, ne ha spiegato la derivazione e ha fatto conoscere il motivo del suo imperativo "appecciàmele arrete". La lingua di Noci andrebbe riaccesa, rivissuta poiché questa non è nient'altro che il simbolo della nostra origine, della nostra nocesità, del nostro appartenere a questa terra, a questo suolo, a questa vegetazione. 
 
10-08filomenaplantoneUna serie di interventi e di letture hanno poi costituito la seconda parte della serata: Ester Intini, la prof.ssa Filomena Plantone (foto a lato), Lorenzo Intitni, Antonio Natile, Francesco Galassi e Antonio de Grazia hanno così rievocato sempre in dialetto forti immagini costruite dall'autore anche attraverso l''accompagnamento musicale del musicista Pier Dragone. La serata si è conclusa con la lettura da parte dell'autore della prima poesia contenuta nel testo e con la quale, a dire del moderatore Antonello Roberto, si lancia un forte sentimento di speranza.
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