''Il Pane degli addii'', musica e parole presentano il testo di Curci

12-31-presentazione-curciNOCI (Bari) - È con la presentazione del libro di Vittorino Curci "Il Pane degli addii" (Ed. La vita felice) che si inaugura la stagione culturale nocese del 2013. La serata, svoltasi presso il Palazzo della Corte in pieno borgo antico, ha visto la partecipazione dello scrittore ed editor Mario Desiati e del percussionista Marcello Magliocchi.

 

12-31-curci-sindacoL'ultima fatica del poeta e sassofonista nocese Vittorino Curci è una raccolta di testi poetici ed in prosa che hanno quale filo conduttore il viaggio ed il ritorno. Ad aprire la serata il discorso del Sindaco, nonché Assessore alla Cultura, Piero Liuzzi (in foto) che ha ricordato il valore allo stesso tempo storico e simbolico del Palazzo della Corte ed ha augurato ai presenti i migliori auspici culturali per l'anno appena iniziato. Nel dialogo a due tra Desiati e Curci meglio si comprende la natura del testo ed i retropensieri che hanno portato l'autore a pubblicare l'opera.

Il punto di partenza della discussione è dato dal titolo del testo "Il pane degli addii". «Il titolo non è mai una cosa facile- spiega Curci- per me qui il titolo doveva essere un suono riconoscibile. Da Leopardi ho imparato che ci sono parole che non vengono scalfite dal tempo: il pane sarà tale anche tra 500 anni. L'addio invece è un distaccamento, sempre rimediabile, che fa parte della vita».

Poi il dialogo si snoda toccando diversi temi, tra i quali la terra, le donne, il ritorno all'infanzia, la fede. Il punto più tecnico è rappresentato dalla spiegazione della differenza che intercorre tra poesia e prosa poetica, entrambe componenti del testo. «La prosa ha la stessa dignità dei versi- spiega Curci- nella prosa poetica non c'è la cesura del verso che invece viene lasciata alla discrezionalità del lettore».

Per Desiati è uno dei libri più belli di Curci. «Un libro molto particolare che si differenza dal punto di vista stilistico. Un "tu" sottinteso con cui dialoga continuamente il protagonista è il file rouge di tutta la storia». Forse non sarà la più calzante opera di Curci, di certo è la più introspettiva e la più suggestiva.

12-31-curci-magliocchiSeconda parte di serata invece dedicata alla musica improvvisata. Con la collaborazione del percussionista Marcello Magliocchi «che è stato il primo a suonare musica improvvisata negli anni '70», Curci ha dato vita ad un concerto di note e lettere (in foto). Il primo alla batteria e alle percussioni «con cui ha la capacità di costruirsi dei suoni e dei mondi», il secondo con il sax che passa indifferentemente dai virtuosismi della musica a quelli dei versi.

Musica e parole quindi per Vittorino Curci che ancora una volta è riuscito nella maxi impresa di portare due generi (uno musicale e l'altro letterario) difficili, come la poesia e la musica improvvisata, alle orecchie e nelle mani della gente come fosse una cosa semplice, quasi quotidiana.

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