La poesia "A Sud del Sud dei Santi"

10-18-presentazione-zizziNOCI (Bari) - Proseguono uno dopo l'altro gli appuntamenti dei Presidi del Libro Noci, nel mese della lettura. Martedì 15 ottobre, presso il Chiostro di San Domenico, è stata la volta dello scrittore e poeta Michelangelo Zizzi, curatore di "A Sud del Sud dei Santi" - LietoColle Editore. L'incontro, arricchito dal contributo del poeta nocese Vittorino Curci e dalle letture di altri poeti del territorio, alcuni inseriti nell'Antologia del libro, è scorso sulla linea definita 'borbonica' ed 'orfica' della poesia meridionale, in 100 anni di Storia.

Un contributo spesso mal riconosciuto dalla critica, ma importante, se non fondamentale nella tradizione poetica italiana e nella sua evoluzione. 

Michelangelo Zizzi è il curatore di quest'opera poetico-storica, che si avvale di 9 contributi critici e raccoglie 38 nomi in Antologia, importanti per l'evoluzione del verso a partire dal versante meridionale. Tra questi, anche i nocesi Vittorino Curci ed Antonio Natile, amici e poeti stimati da Zizzi, degni di scandire alcune delle tappe storiche di questi 100 anni di storia letteraria contenuti nel libro. Il primo, dopo l'introduzione di Maria Vittoria D'Onghia, ha recitato la sua "Testualità dei corpi" ed ha introdotto l'opera, palesando una conoscenza della tradizione poetica locale e non senza dubbio salda e veritiera. Curci è rimasto affascinato dalla definizione di 'linea borbonica' entro la quale si potrebbe far passare la produzione poetica meridionale, che non è lombarda, che non è fiorentinamente ermetica, ma più europeista e questo non può che far piacere agli amanti del verso nostrani.

Il termine "borbonico" però evoca all'artista nocese pensieri rivoluzionari e che sanno di vecchio, connotazioni che invece non appartengono alla poesia meridionale di Gatto, Sinisgarri, de Libero, per citarne alcuni, e dei contemporanei. Zizzi allora accosta il termine 'orfico' alla descrizione del verso del Sud, trovando l'approvazione del collega che concorda sulla prevalenza del 'melos' sul 'logos' e nell'appellativo di "maglieria di suoni" affibiata dal curatore del libro ai nostri poeti. I critici Santi e Buffoni lo hanno aiutato a tracciare questo percorso storico-poetico, ma Zizzi stesso è consapevole dell'importanza del contributo meridionale nella tradizione poetica italiana e informa con entusiasmo e una punta di orgoglio di aver fatto ricredere più di qualcuno anche al nord su questo concetto, grazie alla sua opera.

La poesia meridionale non ha però terminato di dare il suo contributo alla massima arte per Zizzi, l'unica in grado di trasfigurare paradisi e visioni teofaniche in terra quando si è innamorati, quando si vive o si è vicini alla morte. Antonio Natile, Ilaria Seclì, Mino Losavio sono alcuni dei contemporanei della poesia della nostra terra, ognuno con le sue peculiarità. La poesia del primo è poesia di 'percezione', protratta alla continua ricerca di sè stessa, 'volitiva' come la definisce Zizzi; la Seclì, poetessa già di notevole fama, maestra, con la musica delle sue parole parla di bambini portatori di un messaggio e di una verità che ci sfuggono, tocca temi sociali, scandisce i concetti con ripetizioni e pause studiate, sembra evocare un ritorno alle origini. Losavio fonde Pessoa e Quasimodo, "ma è diverso da loro": una poesia semplice, breve e schietta che parla della donna, della casa, della vita e del padre, un componimento molto caro al curatore. Infine, il giovane Gianni Mastromarino, vicino alla prima pubblicazione con Lupo Editore, è la poesia che avanza e si rinnova, post moderna, che parla di incomunicabilità nell'era 2.0. La poesia meridionale, insomma vive di luce propria, da un tempo che scandisce ancora le tappe della sua continua evoluzione.

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