Dizionario nocese, la parola come senso di comunità

05-20-relatori-dizionarioNOCI (Bari) - La parola come senso di comunità, una società che si unisce nella storia radicata al ceppo principale della lingua. È stato svelato durante la presentazione alla cittadinanza, avvenuta sabato sera presso la sala conferenze dell'ex convento dei Cappuccini, il senso della pubblicazione del "Dizionario Etimologico della Lingua di Noci" (Ed. Meridies, pag. 334, Euro 13,00).

La pietra, la gnostra, la storia delle dominazioni susseguitesi nel corso del tempo, hanno arricchito di civiltà e cultura la comunità nocese. In un percorso parallelo alla presentazione alla stampa avvenuta la settimana precedente, durante la presentazione alla cittadinanza gli autori Mario Gabriele e Giovanni Laera, con Stefano Verdiani (Presidi del Libro) e Cesareo Putignano (UTEN), alla presenza dei sindaco Domenico Nisi, hanno ripercorso le tappe che hanno portato alla pubblicazione di un testo che si prefigura come pietra miliare della letteratura locale atta non solo a salvaguardare il patrimonio storico-culturale nocese ma base grammaticale per le future generazioni per scrivere correttamente in vernacolo, invertendo di fatto la concezione di lingua orale.

Il senso di comunità che esprime il testo, che gode del patrocinio comunale e del GAL "Terra dei trulli e di Barsento", è ripreso dal primo cittadino che non ha mancato di sottolineare il valore dell'opera appena presentata.

05-20-intervento-laeraTocca invece al referente dei Presidi del Libro far comprendere come questo testo si configura all'interno delle parlate del Mezzogiorno con continui riferimenti e rimandi al dialetto napoletano riconosciuto patrimonio Unesco. Non solo. Giovanni Laera (in foto) capovolge il concetto di lingua dialettale mettendo in discussione falsi miti e luoghi comuni che da sempre hanno circondato il mezzo storico-comunicativo locale. «Il dialetto – spiega il ricercatore e coautore del dizionario – è una lingua a tutti gli effetti perché ha una propria struttura, una propria grammatica. In particolare il nocese, come tutte le altre lingue locali italiane, seppur evolvendosi nel tempo e nello spazio, rientra nelle lingue romanze come il francese ed il catalano, e risente di influenze derivanti dalla religione cattolica».

Con una commistione poetica, letteraria ed affettiva, Mario Gabriele interseca ricordi, radici, usi e costumi della vita nocese. Paragona la gnostra a Memena Plantone Lacenere, recentemente scomparsa, perché «luogo della gioia e di vita». Scoprire la bellezza e la potenza delle parole «per capirne il significato autentico tra cose e persone, tra cose e cose, tra persone e persone». Ed infine la poetica del fanciullino si impadronisce del coautore. «Dobbiamo porci – dice – una domanda. Perché si dice così?» E quindi tramite il gioco scoprire, indicando, il significato di oggetti e situazioni nella lingua nocese. Proprio come fanno i bambini. La curiosità, la volontà di scoprire cose nuove, devono essere alla base della riscoperta della lingua della terra.

In ultimo Antonio Natile, editore Meridies, ha congedato la numerosissima platea proprio con la connessione pietra-comunità che ha fatto da fil rouge all'intera serata.

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