Vespro: si presenta la band dello "spoken word"

12-09VESPRO Lora blu copertinaNOCI (Bari) - Spoken word ed esistenzialismo, voglia di fare rete con le altre band del territorio e tanti, tanti live per crescere. Stiamo parlando solo di alcuni dei pilastri su cui oggi si fonda Vespro, neo band che oggi incrociamo sulla scena musicale nocese. Composto da Giuseppe Carucci, Claudio Fusillo ed Ambrogio Locardo, il nuovo gruppo oggi in realtà si presenta come un "falso trio" e noi ne abbiamo voluto scoprire le ragioni.

12-09vesproband(Vespro: da sinistra Caludio Fusillo, Albrogio Locardo, Giuseppe Carucci)

Nata circa 10 mesi fa, la band Vespro ha avuto l'onore di suonare ed esordire proprio su di un palco nocese. In seguito a questa loro prima prova, al prosieguo dei loro live in giro per la Puglia ed alla pubblicazione del loro primo ep "L'ora blu" abbiamo dunque pensato di approfondirne il progetto e gli obiettivi.

Ambrogio, Claudio e Giuseppe, come e quando sono nati i Vespro?

"I Vespro nascono perchè Claudio aveva già dei brani composti. Questi ultimi, condivisi poi con Ambrogio ed infine con Giuseppe, hanno finito per prendere vita esattamente l'8 marzo del 2014, giorno della nostra prima prova insieme".

Che genere di musica vi siete subito preposti di seguire?

"E' complicato per noi doverci accostare a delle etichette però riusciamo a rinchiuderci nel post rock che spesso sfocia nel post hard core: il prodotto è sostanzialmente un intreccio fra parti oniriche e parti violente".

Avete sin da subito pubblicato il vostro ep: L'ora Blu. Di cosa si tratta?

"Un settimana prima del nostro esordio in Piazza Garibaldi, in occasione della manifestazione pro Gaza, abbiamo pubblicato, esattamente il 18 agosto, il nostro ep "L'ora blu". Inizialmente era stato pensato per una demo ma subito dopo, vista e considerata la qualità del prodotto, abbiamo deciso di pubblicarlo anche grazie all'aiuto dell'amico putignanese Maurizio D'Aprile. Un intro strumentale lascia spazio ad altre 5 tracce che parlano di argomenti diversi: si tratta di brani molto intimi ed esistenzialisti, interamente scritti da Giuseppe Carucci, che parlano di come si sta al mondo. Solo alla fine c'è una cover di Imagine di John Lennon, rimaneggiata e questa volta scritta in lingua italiana. La differenzia fra il brano di Lennon ed il nostro consiste nel modo di concepire il futuro in maniera positiva: lui lo vede come un sogno, noi come un' utopia".

Perchè dunque, Vespro?

"Per la duplice natura che ci contraddistingue. Il gruppo sposa due atmosfere: una onirica ed una un pò più dura. Pensammo che l'ora del Vespro, ora particolare che non si può definire nè giorno nè notte, potesse interpretare perfettamente questa dimensione. Si tratta di un momento della giornata che si presta molto alla riflessione e alla nascita di paure ed incertezze. Anche non volendo, con la decisione del nome del gruppo ed il senso dei testi scritti da Giuseppe, abbiamo cominciato ad incamminarci nella stessa direzione. Non è di certo musica d'intrattenimento e non vogliamo che lo diventi. Non puntiamo ai numeri ma all'ascolto da parte di chi intende la nostra musica".

Quali progetti per il futuro? Allargamenti?

"Nonostante questo primo ep, continuiamo scrivere. Il progetto si sta aprendo. Il rapporto fra parti melodiche e più dure, che prima era più labile, oggi comincia a distinguersi. Lo stanno dimostrando le nostre ultime produzioni. L'ep è tutto parlato: utilizziamo la tecnica dello spoken word, (parola parlata ed urlata a seconda dei casi). Le nuove produzione invece cominciano ad essere per lo più cantate. Il gruppo si sta trasformando man mano che affrontiamo i palchi e questi sono i posti dove ci sentiamo più a nostro agio. Per noi il palco è un laboratorio. Non sono previsti allargamenti perchè sin da subito abbiamo trovato un equilibrio fra noi. Siamo in realtà un "finto trio" perchè dalla tastiera produciamo suoni diversi: questa viene utilizzata sia per produrre il suono del basso che quella della chitarra (che sembra la principale). Si tratta insomma di un piano elettrico che passa per amplificatore distorto e quindi di conseguenza ci da la possibilità di raggruppare quattro suoni. Siamo già complessi in questa maniera. Per il futuro, consideriamo l'ep già un nostro primo biglietto da visita".

A livello personale, provenite da contesti ed esperienze diverse.

"Si Claudio e Giuseppe dalla scena metal e progressive. Ambrogio dal black metal. Di qui la voglia di fare qualcosa di più pesante".

Vi siete ispirati a qualche gruppo in particolare per dar vita ai Vespro?

"Non volendo abbiamo attinto dall'esperienza dei Massimo Volume. Ma il progetto si è evoluto e si sta ancora evolvendo".

Abbiamo notato la vostra pre disposizione ad organizzare live in compagnia dei The Moregunfield. Come mai?

"Perchè ci piace fare rete con le altre realtà del territorio e creare spazi e scenari nuovi, culturali soprattutto, in cui crescere. Non esiste competizione, solo tanta voglia di suonare".

Il formato digitale è scaricabile gratuitamente da www.vespro.org

Musica

© RIPRODUZIONE RISERVATA