I consigli della settimana: la voce di Tracy Chapman

03 31 tracy chapmanI CONSIGLI DELLA SETTIMANA – Quasi per caso mi sono imbattuta qualche giorno fa in un video di esattamente tre minuti, durante il quale il mondo intorno sembrava essersi letteralmente fermato; ed è difficile che questo capiti in una città enorme nel bel mezzo dell’ora di punta, con le macchine impazzite e i bar affollati. Sto parlando dell’interpretazione di uno dei brani più noti della musica internazionale, “Stand by me”. Questa volta ad interpretarlo era Tracy Chapman durante il David Letterman Show.

Forse anche a causa della sua volontà di schivare l’onda del successo, Tracy Chapman nonostante la sua indiscutibile bravura non è certo tra gli artisti più noti del momento. Eppure legati al suo nome ci sono alcuni dei più grandi successi della musica internazionale, brani che, oltre a distinguersi per la loro melodia folk accompagnati da una voce calda e avvolgente, hanno rappresentato veri e propri testi di denuncia sociale. Tracy Chapman non ha mai lasciato la sua Cleveland, neanche quando il suo album di esordio, “Tracy Chapman”, le garantì il successo necessario per lasciare i locali dove fino ad allora si era sempre esibita, alternando lo studio alla passione per la musica. Nel 1988 la cantante ottenne il Grammy Award nelle categorie “Best New Artist”, miglior album folk e come migliore perfomance pop femminile.
Proprio con quell’album, pubblicato nel 1988, la cantante si collocò tra gli artisti con un forte impegno sociale e a contraddistinguerla era la delicatezza con la quale affrontava temi così ostici: basti pensare a “Fast Car”, manifesto delle difficoltà lavorative e di vita che l’America nera stava affrontando, “Talkin' 'bout a Revolution” o ancora “Behind The Wall”.
Il suo interesse per il sociale la portarono in quegli stessi anni alla partecipazione al Tour Human Rights di Amnesty International e al Nelson Mandela Freedomfest.
Il suo secondo album, “Crossroads”, rappresentò una conferma del suo successo. Eppure con ogni probabilità è stato il suo carattere così introverso a non assicurarle il successo raggiunto sino a quel momento.
Dopo un album, “Matters of Hearts”, che non raggiunse i livelli dei precedenti, e tre anni di riflessione, nel 1995 Tracy Chapman tornò sulle scene con l’obiettivo di dimostrarsi una nuova cantante, non solo capace di dar voce ai problemi sociali del mondo: a darne testimonianza lo stesso titolo del suo nuovo lavoro, “New Beginning”.
Telling Stories” (2000), “Let it rain” (2002), “Where you live” (2005) e “Our Bright Future” (2008) sono i titoli degli album successivi grazie ai quali l’artista ha più volte confermato la singolarità della sua voce e per certi aspetti anche della sua personalità.
Nonostante ancora oggi ci sia qualcuno che non ha avuto modo di conoscere questa grande artista, ritengo sia giusto poter collocare il suo nome tra quelli che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica internazionale degli anni Ottanta. Non si sta sicuramente parlando dell’arista “del momento”, gli adolescenti non faranno la fila per acquistare i suoi album, ma quello che spesso si tende a sottovalutare è proprio che tutti questi grandi artisti hanno avuto un loro punto di partenza e Tracy Chapman è senza alcun ombra di dubbio uno di questi. Fa parte delle solide fondamenta dalla quale la musica dei nostri giorni attinge la propria grandiosità e il suo esempio.

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