Puccini a Bari: la cronaca e gli aneddoti di una visita eccezionale

12 16 Puccini in PugliaNOCI (Bari) - Giacomo Puccini è stato a Bari. Una consapevolezza nuova, per molti, venuta alla luce venerdì 16 dicembre nel Chiostro di San Domenico, in occasione dell'incontro "Puccini e la Puglia", organizzato dall'Ass. Culturale Musicale "Giuseppe Chielli" con la collaborazione del Centro Studi "Giacomo Puccini".
A parlarne è la dott.ssa Vincenza D'Onghia, socio sostenitore del centro studi, con il maestro Giovanni Guerrieri, il musicologo e docente universitario, Pierfranco Moliterni e il giornalista e scrittore, Nicola Mascellaro, con l'accompagnamento musicale del maestro Roberto Corlianò.
Al centro dell'incontro una visita eccezionale, quella di Puccini a Bari, nel 1895, per l'esecuzione del suo "Manon Lescaut" nel celebre Teatro Piccinni: un pezzo di grande Storia dell'Opera e della Musica che si intreccia con il tessuto culturale barese del tempo, portando alla luce la sua umile grandezza (in foto da sx Mascellaro, Moliterni, Guerrieri e D'Onghia).

 Il grande compositore toscano, recentemente alla ribalta per la sua Madama Butterfly, protagonista il 7 dicembre della prima alla Scala con la versione originale del 1904, diretta da Riccardo Chailly, arriva nel capoluogo barese nel 1895 per volere dell'impresario Vittorio Scarano: la volontà di quest'ultimo è portare al Teatro Piccinni la 3a opera del compositore, il Manon Lescaut, storia di Manon, ragazza contesa tra un ricco banchiere e un affascinante pretendente, tesa tra il suo arrivismo e l'amore, fino al tragico finale che si compie nel 4° e ultimo atto dell'Opera.
Sono i giorni della composizione de "La Bohemè" e dei primi successi di Puccini, che ebbe un ruolo fondamentale nello sperimentalismo del tempo e nel passaggio dal classicismo all'avanguardia del melodramma, di cui la sua "Turandot" del 1926 è considerata ultimo baluardo, prima dell'avvento del cinema sonoro (The Jazz Singer, 1927): la sua composizione risente della spettacolarità totalistica di Wagner, sottolinea il docente Moliterni, è una musica che non accompagna come le arie classiche, ma che bensì racconta ciò che va in scena, aggiunge il maestro Guerrieri, ex direttore d'orchestra della Banda "G. Chielli" nocese.

Un flusso musicale che scorre con una tale naturalezza che sembra quasi parli e commenti insieme ai suoi interpreti e lo dimostrano gli intermezzi eseguiti dal maestro Corlianò, vincitore inoltre del Golden Opera Award 2016.
L'arpa è uno strumento fondamentale nelle opere pucciniane, continua Guerrieri, che si interroga insieme ai presenti su un fatto straordinario avvenuto a Bari proprio intorno al Manon Lescaut e alla sua difficoltà di esecuzione.

A raccontarlo è il giornalista Nicola Mascellaro, dopo aver sottolineato l'importanza della stampa e nel caso particolare del "Corriere delle Puglie" (antesigano de "La Gazzetta del Mezzogiorno") nella cronaca di un evento eccezionale come quello della visita di Puccini a Bari.
Il compositore toscano alloggiava all' Hotel Cavour, vicino al Teatro Piccinni, all'epoca. Alle 11.00 di un mattino di quei giorni baresi, il musicista dormiva ancora, dopo una notte intensa vissuta fino alle prime luci dell'alba con personalità di spicco del tempo: una musica lo sveglia e soprattutto lo sorprende. Chi sta eseguendo il suo Manon Lescaut fuori dal teatro?
Sceso in strada e mossosi tra la folla, arriva fin sotto la Cassarmonica della banda, vicina al teatro e alla prefettura, in quegli anni e saliti pochi gradini, sorprende il maestro Annoscia che sta eseguendo una riduzione della sua grande opera, insieme alla sua formazione.
Puccini, si racconta, addirritura abbraccia il maestro, commosso da quell'omaggio e da quel risveglio inaspettato, che contribuirà in maniera fondamentale a costruire un ricordo bello e significativo della sua visita a Bari da lì nei mesi e negli anni a venire.
Lo dimostrano le lettere all'impresario Scarano e al direttore del Corriere delle Puglie, pubblicate sul giornale stesso, nonché il telegramma al Circolo Democratico di Bari, testimonianze di grande profilo storico, insieme all'Epistolario pucciniano, della vita e degli episodi significativi del Compositore.

L'occasione dell'incontro del 16 dicembre e lo stimolo alla ricerca e all'approfondimento su Puccini e la Puglia permettono al prof. Moliterni di scoprire inoltre la partecipazione del "geniaccio toscano" alle questioni intorno al "Teatro Piccinni" e alla scelta delle sue esecuzioni, fatto questo che sottolinea ulteriormente il legame andatosi a creare tra il compositore, Bari e la Puglia.
Quella città che lo aveva accolto e festeggiato per circa una settimana, accompagnandolo persino in stazione il giorno della partenza; là dove potè ascoltare il suo Manon Lescaut in un grande teatro e su una piccola grande Cassarmonica, simbolo di una tradizione come quella bandistica che proprio in Puglia e poi nel Mezzogiorno raggiunge il suo picco, divenendo vera e propria istituzione culturale e sociale.
Ancora oggi la riduzione del Manon Lescaut per banda, del m° Falcicchio, che termina al 3° atto, escludendo il 4° e prediligendo quindi il finale "positivo" della storia, con i due innamorati Manon e Des Grieux riuniti, ma per un viaggio insidioso, è tra le preferite del pubblico pugliese, come racconta il maestro Guerrieri, convinto dell'amore di questa terra per il maestro Puccini.

Musica

© RIPRODUZIONE RISERVATA