Wake Up Gospel Project anima la Chiesa di San Domenico

12 28musictimeNOCI (Bari) – Luci soffuse, calde e colorate, come le loro voci senza dimenticare il luogo sacro e idilliaco, ed un'unica musica quella gospel. Una sinergia, quella che mercoledì 28 dicembre nella chiesa di San Domenico di Noci, si è potuta percepire nell’aria ma soprattutto ascoltare, grazie alle abilità canore del gruppo gospel dell’associazione culturale e musicale Music Time, rigorosamente made in Puglia.

Non tutti i presenti erano conoscitori di questo genere musicale, alcuni erano lì solo per curiosità o semplicemente per caso. Graziano Leserri ha svolto un duplice ruolo: quello di direttore del coro e conduttore per la serata, ed ha spiegato la nascita di questo particolare canto popolare. Il gospel approda nelle case europee e nel mondo negli anni ‘80 grazie alla pubblicità del pandoro avendo come sottofondo la canzone “Happy day”, dandone però un idea sbagliata cioè un genere associabile solamente al periodo natalizio. In realtà il gospel nasceva come un genere di musica afro-americana: furono create nuove canzoni, inserendo le tradizioni afro di armonia e ritmica, mescolate all'utilizzo di strumenti musicali prettamente occidentali ed introducendo temi cristiani. Molti sono stati, negli anni i persecutori di popoli neri che hanno utilizzato questo stile per comunicare la propria conversione e per inviare messaggi di fede, scrivendo molti inni.

12 28musictime2Il concerto, che rientra nel programma Natale a Noci, ha dato visibilità ad un genere che raramente si può ascoltare dal vivo ed ha permesso al pubblico presente di essere completamente avvolto dalla forza e dalla bravura del coro che ha esercitato anche una forte empatia sul pubblico, che più volte è stato chiamato ad essere parte integrante dei brani ,accompagnando i canti con il battito di mani o semplicemente con la propria voce, come è accaduto per il canto “I will follow Him” che ha portato alla notorietà il genere Gospel.

Il gruppo si è esibito con una scaletta formata da brani natalizi riproposti in chiave gospel, come Bianco Natale o The first Noel, ma inserendo anche brani come I Believe, in italiano “io credo”, per il quale il direttore del coro ha specificato la sua enorme valenza per i componenti stessi, dato che questo brano esplica i loro intenti e cioè quello di credere in ciò che cantano e per cui cantano.

“Il canto che non emoziona è un esercizio acrobatico delle corde vocali” diceva Mogol, in questa serata questo gruppo ha permesso un vero e proprio esercizio di emozioni.

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