Christmas in town: intervista esclusiva al cantautore Pier

12 09 PierNOCI – Venerdì 10 dicembre, alle ore 21:00, presso il cineClub Mu.Ra prenderà il via “Christmas in town”, la rassegna di concerti che avrà per trascinanti protagonisti tre cantautori nocesi che con la loro musica hanno senza dubbio tanto da comunicare, tanta energia da mettere in circolo. E a seguito di un periodo buio come quello post pandemico, ce n’è più che mai bisogno. Noi di Noci24, onorati di rivestire il ruolo di media partner dell’iniziativa, abbiamo pensato di realizzare in esclusiva una serie di interviste ai cantautori protagonisti della rassegna. Si parte con Pierfrancesco Troviso, (artisticamente conosciuto come Pier).

12 09 PierIntervistaPier è una “cara vecchia conoscenza” di Noci24, in quanto più volte abbiamo già avuto il privilegio di intervistarlo circa la sua passione per la musica, che lo accompagna da quando aveva solo 8 anni e ai suoi singoli pieni di sensibilità e introspezione, che trattano temi personali e sociali di spessore. Il singolo “Ippocampo” raccontava la delusione derivante da una storia d’amore da dimenticare, “Karma” era incentrato su una profonda inquietudine esistenziale e invece “Spalle”, l’ultimo progetto musicale, verte sulla profonda indifferenza che la società odierna nutre verso il dolore altrui. E' uscito invece il 24 maggio di quest'anni l'EP intitolato "Essenza", composto da 5 brani. Un cantautore con tanta grinta ma anche con una sensibilità non comune, che intende la musica anche e soprattutto come un mezzo per divulgare messaggi importanti. Messaggi che, accompagnati dalle note, possono centrare in maniera più immediata la mente e il cuore di chi ascolta.
-Pier, innanzitutto ben ritrovato, è sempre un piacere ospitarti sulle nostre pagine online. Ci verrebbe da chiederti cosa si prova a tornare su di un palco dopo un periodo così difficile, in cui certamente la musica ha continuato la sua corsa online, ma certamente “mutilata” del calore che solo il contatto con il pubblico può offrire. Quanto hai atteso questo momento? Come stai vivendo i giorni che ci separano dal concerto?
Non è stato per niente semplice. Ho cercato di adattarmi subito alle circostanze, facendo dirette online sui vari social, anche se non mi è mai piaciuto, proprio perché il contatto vero con il pubblico è la cosa più importante di tutte per un artista. Quando poi le restrizioni si sono affievolite ho cercato di fare ciò che si poteva. Di organizzare serate live nei locali non se ne parlava, così come per eventi dal vivo di varia natura, però non ho mai smesso di portarmi la chitarra appresso, anche nelle semplici serate con amici. Andavo nei parchi o nei locali all’aperto a bere qualcosa e molto spesso c’era sempre un momento musicale, mi sono accontentato così. Poi col nuovo progetto ho sperimentato in più occasioni il busking, ovvero suonare per strada. Devo dire che preferisco di gran lunga suonare per strada tra i passanti rispetto ad un locale o ad un palco: c’è molto più contatto con la gente che si ferma e magari si mette anche a cantare e ballare insieme a te”.
-Cosa bolle in pentola dal punto di vista musicale? C’è un metaforico cantiere in cui si sta costruendo qualcosa di nuovo da proporre al pubblico?
“Non si smette mai, ho molte canzoni in cantiere che aspettano solamente di essere registrate e prodotte per poi essere ascoltate. Prossimamente conto di pubblicare un altro singolo e più in là ancora un altro EP. Per l’evento del 10 farò già ascoltare qualche nuova canzone che ho già riarrangiato col progetto”.
-A detta di molti artisti, la pandemia è stata paradossalmente fonte di ispirazione. Anche per te si è verificata la stessa cosa?
“Risponderei di no, perché non uscendo, non vedendo gente, non facendo nuove esperienze, non ho avuto molti stimoli. Però chissà in futuro, magari potrei buttare giù qualche riga ripensando a quel maledetto periodo”.
-Come vorreste, voi cantautori nocesi, che tanto le istituzioni quanto la cittadinanza vi mostrassero maggior vicinanza, permettendovi di esprimervi appieno?
“Beh, facendoci suonare e basta. Dovrebbero darci molto più spazio, soprattutto d’estate, e non sono certo mancate le occasioni quest’anno però ahimè ci siamo sempre arrangiati. Meno male che ci sono state associazioni giovanili come Agricultura che con i suoi eventi quest’anno ha cercato di dare un po’ più vita a Noci. E sono contentissimo per questa nuova iniziativa della Darf. “Finalmente si smuove qualcosa” ho pensato. Però eventi del genere rimangono comunque di “nicchia”, se il comune nocese aiutasse un po’ di più i ragazzi di queste associazioni, soprattutto per la sponsorizzazione stessa dell’evento, si potrebbero organizzare eventi assai più coinvolgenti e autentici e di conseguenza incentivare la cittadinanza a parteciparvi”.
-Raccontaci una delle più grandi soddisfazioni che la passione per la musica ti ha consentito di raggiungere.
“Ad oggi sinceramente non ho avuto grandissime soddisfazioni, ma riesco benissimo a nutrirmi di quelle piccole. Persone che fanno i complimenti, che esprimono opinioni sulle mie canzoni o sul progetto, gente che lascia la monetina alle esibizioni per strada, o che passando si ferma, sorride, magari si mette anche a ballare e cantare, per me significa davvero tanto perché alla fine l’obiettivo di chi fa musica è quello di accomunare e condividere emozioni. Forse pensandoci la mia più grande soddisfazione è quella di aver messo su un progetto autentico formato sì da strumenti di varia natura (chitarra, violino, violoncello, cajon e percussioni) ma soprattutto da bellissime persone. Voglio infatti prendere un piccolo spazio in questo articolo per ringraziare di cuore Elena, Elisabetta e Roberto, che ormai da tempo mi sopportano con un coraggio e una pazienza ammirevoli. Vi voglio bene ragazzi!”
-Sicuramente, il desiderio di assistere a un’esibizione live da parte del pubblico, è lo nutrito con trepidanza dagli artisti. Lo lanciamo un messaggio al tuo pubblico prima della grande serata?
“Sarò breve e conciso: non fate che non venite!”

Musica

© RIPRODUZIONE RISERVATA