Lucia Delfine ricorda con gratitudine i Maestri Orazio Lippolis e Giuseppe Sgobba

12 09 Lucia DelfineNOCI – Marciamo ormai a grandi falcate verso le Festività Natalizie, e la musica è una delle più grandi protagoniste di questo magico periodo. Proprio di musica e della sua smisurata passione nei confronti della stessa, abbiamo parlato con la signora Lucia Delfine, figlia della nostra amatissima Nonna Annina Lippolis. Quando ci ha chiesto di poter condividere con voi lettori un carissimo e toccante ricordo dei Maestri di Musica Orazio Lippolis e Giuseppe Sgobba (a cui oltre che a Santa Cecilia è oggi intitolata la Banda Cittadina) abbiamo accettato e ascoltato con vivo interesse.

Ai ragazzi della nostra generazione sembrerà certamente inimmaginabile, ma un tempo, il futuro delle giovani ragazze non prevedeva certamente l’ampio ventaglio di opportunità che invece erano contemplate per i ragazzi. Per tante, il futuro era già tracciato: diventare sarta, ricamatrice, magliaia, oltre che casalinga, naturalmente. Tra gli ambiti in cui le donne erano viste ancora con un po’ di diffidenza e non accattate al 100%, c’era appunto quello musicale. La musica, però, chiamava Lucia con tutta la sua forza. Appassionata di fisarmonica, l’allora ragazzina guardava con aria sognante i giovani che dalla Sala di Musica rimandavano le note e le sinfonie che stavano imparando ad eseguire. Nicola, il fratello di Lucia, le presentò il Maestro Orazio Lippolis, del quale era allievo. Timidamente, la giovane gli chiese se potesse impartirle delle lezioni, per imparare a suonare ancor meglio il suo strumento preferito. La Delfine ricorda ancora la tenerezza della carezza che Lippolis le regalò, e lo sgomento leggibile negli occhi del Maestro quando gli disse di chiamarsi Lucia. Solo in seguito avrebbe compreso il perché di quei secondi di sbigottimento e di quegli occhi lucidi. La morte, infatti, aveva strappato al Maestro una figlia che aveva lo stesso nome: Lucia. Sta di fatto che Lippolis credette da subito nel talento e nelle potenzialità della giovane Lucia, così seguitò a recarsi a casa sua per tre anni, tre volte alla settimana. Egli si spese con lo stesso impegno e la stessa passione che avrebbe impiegato nei confronti di quella figlioletta che la vita purtroppo gli aveva negato. Si alternò con Lippolis anche il Maestro Sgobba, di cui fu allievo Franco, l’altro fratello di Lucia. Lezione dopo lezione, la fisarmonica obbediva sempre più celermente alle dita della ragazza, fino al consolidarsi di quell’indissolubile rapporto di complicità, fino a diventare quasi un prolungamento del proprio corpo. Altra allieva molto dotata, che ebbe il privilegio di ricevere lezioni in casa, fu la Professoressa Anna Rosa Gentile, purtroppo scomparsa quest’anno. Oggi, accarezzando le foto che la ritraggono con l’amato strumento tra le braccia, Lucia non può che sentirsi fortunata e soprattutto grata. Grata tanto al Maestro Lippolis quanto al Maestro Sgobba, perché hanno entrambi creduto nel potere universale della musica, non negando a nessuno la possibilità di accostarvisi e di esprimersi attraverso di essa.

Musica

© RIPRODUZIONE RISERVATA