NOCI (Bari) - Le più grandi testate giornalistiche lo hanno definito "bandoneonista mediterraneo" dei nostri giorni, ma di sicuro qualcuno prima di lui lo era stato in maniera più elevata. Daniele Di Bonaventura è stato infatti ospite d'onore, domenica scorsa, sul sagrato della nostra Chiesa Matrice, invitato dal non nuovo quartetto d'archi del nocese Giuseppe Amatulli intitolato "Vertere String Quartet".
Lui preferisce etichettetarsi in maniera assoluta come un jazzista doc, ma ciò che invece è venuto a riprodurre nella nostra terra sono state le novità del jazz che invece un altro grande musicista ha introdotto nel tango nel corso del secolo scorso. L'omaggio che è stato fatto è stato difatti rivolto al grande musicista e compositore argentino Astor Piazzolla, ad esattamente ventanni dalla sua morte. Originario di Trani (Puglia), Piazzolla si avvicinò alla musica classica e al bandoneòn solo negli anni '20 quando si trasferì a New York e diffuse le sue innovazioni solo dopo esser tornato in Europa ed aver incontrato il grande artista Pagani.L'omaggio, più che gradito da chi di musica se ne intende, ne ha sottolineato le caratteristiche più significative di un artista che con grande coraggio riuscì ad andare in controtendenza rispetto a tutte le credenze argentine le quali supponevano che tutto si potesse stravolgere tranne che il tango argentino. Lui invece si rinnovò: introdusse elementi jazz e dissonanze varie che ne rendevano la melodia assai diversa da quella tradizionale. Indimenticabile ed immediatmente riconosciuto il "Liber Tango", uno dei tanghi più famosi del maestro.
Ammirevole il ritorno del quartetto d'archi di Giuseppe Amatulli (violino), Rita Paglionico (violino), Domenico Mastro (viola) Giovanna Buccarella (violoncello) che hanno saputo affrontare un progetto davvero straordinario, portando nel nostro paese un talento marchigiano richiesto in tutto il mondo.