Settembre in Santa Chiara: Matite Sbriciolate - i militari italiani nei lager nazisti

NOCI (Bari) –09 22 settembreinsantachiaraterzoappuntamento1 Si è svolto il 21 settembre presso il Chiostro delle Clarisse, il terzo appuntamento del ciclo di conversazioni storiche “Settembre in Santa Chiara”, promosso dal Centro culturale “Giuseppe Albanese” in collaborazione con il Comune, la Biblioteca comunale “Mons. Amatulli” di Noci e alcune realtà associative del paese (Foto di Lisa Lenoci).

L’incontro è stato introdotto brevemente dal direttore della Biblioteca comunale di Noci, Giuseppe Basile, il quale si è detto entusiasta della presentazione del libro di Antonella Colaleo, in quanto rappresenta per il ciclo di conversazioni storiche “Settembre in Santa Chiara”, un’ assoluta novità, una presentazione mai avvenuta prima, occasione per l’approfondimento di un argomento ai più sconosciuti, ovvero il trattamento riservato ai militari italiani nei campi di concentramento.

Successivamente, la parola è passata alla presidentessa dell’associazione nocese Darf, Mariorosaria Lippolis, che ha sottolineato l’interesse da parte dell’associazione a presentare questo volume dovuto al legame, ormai noto, tra la Darf e il mondo del disegno: difatti l’intera elaborazione del volume della Colaleo è partita dalla studio e dall’osservazione dei disegni realizzati dal protagonista durante il periodo di detenzione.

09 22 settembreinsantachiaraterzoappuntamento2Il libro “Matite sbriciolate” scritto dalla giornalista freelance Antonella Colaleo, nata a Bari e successivamente trasferitasi a Torino, racconta la storia di Nonno Antonio, protagonista del libro e suocero della scrittrice, che tramite i suoi racconti e i suoi disegni crea un reportage dei luoghi e delle persone della memoria.

“Matite sbriciolate” è un titolo curioso ed insolito, come ha raccontato la Colaleo: Nonno Antonio era un militare italiano internato, come tanti altri, fedele al Re e oppositore della politica di Hitler e Mussolini, che dopo l’8 settembre ’43 venne deportato nei lager nazisti: prima a Biala Podlaska, in Polonia, poi Sandbostel e Wietzendorf, in Germania, condividendo la prigionia con lo scrittore Giovanni Guareschi e l’attore Gianrico Tedeschi. Lì, Nonno Antonio, realizzò 34 realisti ed emozionanti disegni, su fogli trovati furtivamente, tramite matite colorate, che aveva accuratamente sfilato dal corpo interno di legno e sbriciolate per sfuggire ai controlli prima della deportazione.

Nonno Antonio è per tutti i lettori, quel serbatoio di racconti e storie, che sente però in fretta la necessità di cancellare il ricordo, di dimenticare per vivere meglio il resto della sua vita e tra l’altro non trova orecchie pronte ad ascoltare e capire il dramma vissuto. Da questa delusione, racconta l’autrice, scaturisce anche la non volontà da parte del protagonista di raccontare e quindi l'esigenza anni dopo di avviare l’indagine storica a partire dalle tavole di disegno.

Il coinvolgimento di Noci in questa narrazione è molto interessante, in quanto Antonio Colaleo, per tutti Nonno Antonio, sposò nel 1939 Stella Turi, figlia di Stefano, titolare di una prestigiosa sartoria in pieno centro di Bari e originario di Noci.

Il professor Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, è intervenuto, infine, durante la serata, sottolineando la bravura della scrittrice nel aver ridato dignità e memoria ad uomini e argomenti dimenticati dalla storia, ma anche per evidenziare come tutto il territorio pugliese sia stato protagonista della riconquista dell’indipendenza italiana nel secondo dopo guerra e di come i cittadini abbiano collaborato allo sbarco degli alleati senza opposizioni di ogni genere.

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