Noci negli archivi napoletani: Pasquale Gentile illustra le recenti scoperte e inaugura "Settembre in Santa Chiara"

09 15pasqualegentile1 copyNOCI (Bari) - Lo studioso di storia locale Pasquale Gentile apre virtualmente ai cittadini gli archivi di Napoli e della Biblioteca Nazionale, con preziosi documenti, molti dei quali inediti, riguardanti la vita della cittadinanza del passato. Si è svolto infatti giovedì 13 settembre, il primo degli incontri di “Settembre in Santa Chiara”, l’amato ed atteso appuntamento dei nocesi con la cultura abbracciata alla storia, e quindi con la riscoperta delle proprie radici.

0915settembreinsantachiaraL’evento,  voluto e patrocinato dal Centro Culturale Giuseppe Albanese, ha poi trovato negli anni la collaborazione di altre istituzioni ed associazioni, come il Comune, la biblioteca Comunale, Terra Nucum, Pro loco Noci ed altre, ed è ormai quasi maggiorenne, poiché giunto alla sua diciassettesima edizione. Il direttore della biblioteca comunale Giuseppe Basile prima, ed il sindaco in carica Domenico Nisi successivamente, hanno ribadito che non è mai retorica ricordare quanta importanza rivesta la storia. Una storia testimone del passato e maestra di vita per il presente e per il futuro. Una storia il cui studio è “a rischio estinzione” e che, come ha ricordato Nisi, non va imposto nelle scuole come un dovere freddo e pragmatico, ma ne va stimolata ed incentivata una passione autentica. Il rischio appunto, è che non ci siano più storici dediti ed appassionati e, scomparendo lo studio del passato, scompaiono le possibilità di iniziare nel presente a costruire un futuro migliore e degno. Il direttore della biblioteca comunale Giuseppe Basile, ha fatto un accorato appello alle istituzioni: quello di sforzarsi, pur nelle situazioni di crisi più pesanti ed incombenti, di riuscire a trovare dei fondi da destinare alla cultura e ai luoghi ed alle associazioni che  la raccolgono e la divulgano anche a livello documentale.

Il Chiostro delle Clarisse, ha iniziato a riempirsi, e non un posto a sedere è rimasto vuoto. Oltre alle varie associazioni con il cui contributo continua a perpetuarsi l’appuntamento storico-culturale e al neo assessore alla cultura Marta Ierovante,  è stato bello vedere il sindaco Nisi e l’ex senatore Piero Liuzzi (che fu al tempo sindaco per due mandati), seduti uno di fianco all’altro, proprio a testimonianza di quanto storia e cultura possano ed anzi debbano unire. Ha preso poi la parola lo storico Pasquale Gentile, che ha potuto orgogliosamente mostrare i frutti delle sue appassionate ed instancabili ricerche provenienti dagli archivi di Napoli, le cui porte si sono spalancate,neanche poi tanto virtualmente,ai cittadini presenti.

Sono stati ritrovati ben sette volumi, che nel 1830 furono consegnati alla Certosa di San Martino e pervenuti, attorno al 1924, alla Biblioteca Nazionale, assieme alla Biblioteca  del Museo Nazionale di San Martino, istituito nella Certosa dopo l’Unità d’Italia. Ed attraverso questo viaggio, si può scoprire quanto la storia non sia affatto qualcosa di lontano anni luce da noi. Cambiavano i mezzi a disposizione dei nostri antenati e conseguentemente il modo di affrontarli, ma determinati problemi della vita cittadina erano gli stessi di oggi. Nei documenti c’è veramente di tutto, ogni aspetto della vita dell’epoca: politica, ecclesiastica, giuridica e privata, passando per  atti di compravendita di beni e aspetti di toponomastica con la delimitazione degli antichi confini del paese. Un percorso di traking, questo alla riscoperta delle “quindici fitte” che definivano Noci,che Gentile ha vivamente consigliato ai giovani. Dal primo documento ufficiale di Noci, datato 1180 e firmato dall’arcivescovo Rainaldo di Bari, con cui la chiesa di Santa Maria delle Noci viene riconosciuta tra quelle soggette alla giurisdizione del Conte di Conversano, a documenti non solo inediti, ma perfino inaspettati. Molto probabilmente, lo stesso Gentile, non avrebbe mai sperato di riuscire a recuperali. Ma a volte è la storia stessa che ci viene incontro.

09 15pasqualegentileSapevate ad esempio, che ci fu una causa durata per motivi burocratici, ben 150 anni? Quella intentata dal concittadino Nicola De Tintis che, nel 1778 chiese al Capitolo la restituzione dei beni ereditati da Fulvia Putignano? E quante liti, sfociate in vere e proprie cause tra le varie confraternite ecclesiastiche dell’epoca, per motivi banali come lo svolgimento delle processioni. Può sorprendere un po’ scoprire che all’epoca, tanti membri del Consiglio Comunale, delle istituzioni o Congregazioni erano analfabeti.  E del cosiddetto “miracolo di San Rocco” eravate a conoscenza? Anche dopo che nel 1741 Carlo III di Borbone ebbe istituito il cosiddetto Catasto Onciario, Noci aveva continuato a preferire  il sistema di tassazione a Gabella, che si basava su imposte indirette, e colpiva quindi le classi meno abbienti. Il nuovo sistema invece, prevede il rilevamento di imposte dirette basate sul rilevamento di beni immobili e, novità per l'epoca, anche  i beni ecclesiastici sono soggetti a tributo. Ovviamente le classi sociali più abbienti, temevano l'entrata in vigore del sistema catastale e quando  uno dei primi cittadini dell'epoca, stanco, si recò a Napoli all’Ufficio Catasto, tutti i concittadini, spaventati si raccolsero in novene e preghiere rivolte al santo Patrono.  Egli però, morì durante il viaggio. “Sand’Rocche iè stèt” gioisce la cittadinanza, e si trova una sorta di “compromesso”- vivendo metà a gabella e metà a catasto. Catasto che, sostituendo poi definitivamente il sistema a Gabella, è da ritenersi la massima espressione del paese, da cui se ne può ricavare un “plastico “ dettagliato.

E’ stato anche possibile ricostruire un archivio, seppur molto parziale, dei sindaci di oltre trent’anni, grazie ad un fascicolo del 1556  che contiene le interrogazioni dei sindaci di oltre trent’anni a partire dal 1530.

E com’era organizzato il percorso di studi dell’epoca? Era il Collegio dei dottori di Napoli a rilasciare attestati e patenti dottorali. Esistevano all’epoca solo due di quelle che potremmo indentificare con le “moderne facoltà universitarie”: medicina e diritto, cui si aggiunse secondariamente la terza, quella di teologia.  Ai fini del conseguimento del titolo, erano valide anche le testimonianze di parenti od amici che attestavano la dedizione e l’impegno del frequentante. 

Che dire? In barba a quanti sostengono che la storia sia noiosa o peggio inutile!  La serata si è conclusa con un dono inaspettato che Gentile ha ricevuto dalle mani del sindaco Nisi per conto di  un cittadino che ha scelto però l’anonimato. Un prezioso volume del 1700, che con l’entusiasmo di un bimbo ha subito scartato ed iniziato a sfogliare e leggere, come se la platea a suo cospetto fosse scomparsa. La passione per la storia e la cultura possono anche fare questo effetto. Noi di Noci24, continueremo a seguire anche i futuri appuntamenti con Settembre in Santa Chiara, sicuri che ne “Impareremo delle belle”

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