Al Settembre in Santa Chiara si festeggiano i 70 anni dell'edificio simbolo di Noci

09 29settembreinsantachiaraNOCI (Bari) - Terzo appuntamento della  XVII edizione di Settembre in Santa Chiara, che festeggia un compleanno speciale: i 70 anni di attività scolastica della scuola elementare Positano, l’edificio “per antonomasia" di Noci, dove la microstoria locale, stringe la mano alla grande storia. Meraviglioso esempio di architettura con una storia molto più lunga e travagliata di quanto si pensi e che presentava, nei prospetti originari, innovazioni tecnologiche sorprendentemente all’avanguardia per l’epoca. 

E’ giunto al  terzo appuntamento della sua XVII edizione, Settembre in Santachiara,  il ciclo di conversazioni storiche organizzato dal Centro culturale “Giuseppe Albanese”, dal Comune di Noci e dalla Biblioteca comunale “Mons. Amatulli” con la collaborazione del NociGazzettino e delle associazioni “Terra Nucum”, Pro Loco e Puglia Trek&Food di Noci, nonché del Gruppo Umanesimo della Pietra.  Presso il Chiostro delle Clarisse, lo scorso 27 settembre, il direttore della Biblioteca Comunale Giuseppe Basile  e lo stesso presidente del Centro culturale Albanese, avvocato Josè Mottola, hanno introdotto il brillante intervento dell’architetto Walter Putignano per festeggiare un compleanno speciale: i 70 anni dall’inizio dell’attività scolastica della scuola elementare Positano.  La Positano è ormai considerata ormai “l’edificio” simbolo di Noci, tanto che non è raro carpire dalla bocca dei concittadini, espressioni come “abito dietro l’edificio”, “ci vediamo nei pressi dell’edificio”. Basta una semplice espressione per designare la nostra “festeggiata”, con una storia molto più lunga e travagliata di quanto si creda.  L’architetto  Walter Putignano, ha definito l’edificio “orgoglio e vergogna di Noci” proprio per i travagli burocratici e politico amministrativi che hanno costellato la sua costruzione e il suo utilizzo come scuola.

09 29gliannidellagueraaBen 28 anni infatti sono dovuti passare dall’approvazione del primo progetto nel 1916 alla fine dei lavori e conseguente collaudo del 1943 e ben 60 dalla prima delibera Comunale per la costruzione di una scuola su Noci (datata 1888) al primo suono della campanella con finalmente l’ingresso degli alunni nelle classi. Si può certamente affermare che tutti gli avvenimenti storici più importanti del 900’, si siano consumati in questo lasso di tempo: primo conflitto mondiale (1915-1918); avvento del fascismo; depressione economica del 1929, obbligo di adattamento all’architettura del regime e secondo conflitto mondiale(1940-1945). Dal 1940 al 1946 (quando gli ultimi polacchi lo abbandonano) si rende necesserio utilizzare l’edificio per esigenze militari: prima ospedale di riserva, poi luogo di convalescenza dei militari alleati e caserma.

Ma la grande storia, si sa, abbraccia sempre la microstoria e nel mezzo degli avvenimenti riportati dai libri, si consumano anche quelli della microstoria locale. Ma proviamo a ripercorrere con  ordine le tappe: fu Oronzo Lenti, avvocato, compositore e uomo di cultura, e sindaco di Noci per due mandati, a battersi per primo perché fosse deliberata in Consiglio Comunale la costruzione di una scuola per motivi di “igiene pubblica ed obblighi di legge” ma sia questo che un secondo tentativo del 1896, non portarono a nessun  risultato. Dopo non pochi e consecutivi problemi burocratici ed amministrativi(rinunce dei tecnici incaricati, cadute delle Amministrazioni comunali ecc), nel maggio 1914, l’incarico di progettazione viene affidato dal commissario straordinario Anotnio Santollino all’ingegner Chiaia, che accetta. L’amministrazione di Vincenzo Guerra però, avendo trovato le casse comunali in situazioni disastrose, fa pressione su Chiaia perché presenti urgentemente il progetto. Ciò non avviene e al professionista barese viene notificata la revoca dell’incarico, che passa così nelle mani Santarella, con scadenza 29 dicembre 1915..

09 29luigisantarellaIn pieno rispetto delle scadenze (in data 20 dicembre 1915) Luigi Santarella presenta il suo che progetto consta di 14 disegni a matita e costituisce, per l’epoca, un vero e grandioso gioiello dell’igegneria: consta infatti di innovazioni assolutamente all’avanguargia come docce, locali per la refezione, spogliatoi, ed una palestra coperta e scoperta. Le aule saranno 26: 13 al piano rialzato per i maschi e 13 al piano superiore per le femmine. In data 25 settembre 1916, il Consiglio provinciale scolastico lo approva. Si attende a questo punto solo l’approvazione del Genio Civile, che però non arriva, anche grazie allo zampino dell’ingegner Chiaia, che a suo tempo presentò in ritardo il progetto e che per la sua veste di componente della Delegazione scolastica governativa, assume un atteggiamento di grande ostilità nei confronti del Comune. Il progetto è troppo ambizioso ed imponete (e troppo costoso) per un piccolo comune come Noci, pertanto è “tutto da rifarsi entro altri criteri”, sentenzia il Genio Civile.

Con grande amarezza, a Santarella non resta che replicare con durezza, ma le sue parole resteranno inascoltate. La maggior parte dei comuni limitrofi, posseggono già i loro edifici scolastici, ed è nell’eccessivo ed estenuante ritardo di Noci a causa di beghe amministrative, che si coglie quella dolorosa punta di vergogna. E arriviamo all’avvento del fascismo, che impone anche all’architettura l’adeguamento ai suoi canoni.

09 29periziadicompletamentoNel 1932, il Podestà Vincenzo Pulejo incarica l’ingegner Nicola Princigalli di aggiornare il progetto Santarella, con relativo adeguamento ai prezzi. Nell’aprile del 1933, la versione modificata del progetto Santarella, viene approvata dal Provveditorato delle Opere pubbliche di Bari. Inutile specificare che, durante la dittatura fascista, le materie di studio erano tutte collegate agli avvenimenti bellici in corso, e la fascistizzazione era un obbligo per docenti ed alunni. Diverse perizie, sanciscono le varianti in corso d’opera, fino ad arrivare alla perizia di completamento, in cui viene collocata nel cortile la stele commemorativa in onore della Medaglia D’Oro al Valor Militare Francesco Positano, cui la scuola è intestata (nonostante non ci sarà mai un’inaugurazione ufficiale).

Poco dopo la collocazione del busto marmoreo (in una foto datata 1940 se ne nota l’assenza, come anche della ringhiera metallica) la scuola viene requisita dal Prefetto per esigenze militari. Tornerà finalmente nelle mani del Comune il 1 dicembre 1948, a guerra ormai ultimata, grazie anche all’impegno di Antonio Ricco, primo sindaco di Noci eletto a suffragio universale. Questi lunghi 60 anni di travagliata storia (dalla prima delibera di costruzione al suono della prima campanella) sono diventati un vero e proprio spettacolo teatrale, magistralmente interpretato proprio dai piccoli alunni della Positano ed intitolato appunto: “La storia della nostra scuola: storie di generazioni”. Quale modo migliore di imparare la storia se non portandola in scena e facendola quindi rivivere?  L’edificio, è “rinato” riacquistando nuovo splendore e nuova luce grazie ai lavori di ristrutturazione  del 2016 affidati  alla squadra dell’architetto  Walter Putignano e che hanno interessato il rifacimento della facciate interne ed esterne e del piazzale anteriore, la cui pavimentazione deteriorata è stata sostituita interamente con pietrini in cemento simili agli originali. Come sempre accade, mettendo “le mani in pasta”, andando ad occuparsi di un edificio nei termini tecnici e pragmatici che l’architettura richiede, la storia si rivela ed emerge scorrendoti tra le mani. Proprio come una donna bellissima e con un particolare e difficile vissuto, la Positano ha bisogno di “continue attenzioni dal punto di vista della manutenzione”.

09 29lavoridel2016

Ricordiamo che, trascorsi i settant’anni dalla sua edificazione, è oggi entrata a far parte a buon diritto del nostro patrimonio storico-architettonico. Rispettiamo sempre la storia che “calpestiamo” e facciamo in modo di calpestarla solo fisicamente e mai intellettualmente.

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