Il "Guaio della Madonna" tra scienza e fede: un colto, vivo, libero dibattito

05 07 Guaio della Madonna

NOCI (Bari) - Lo storico Pasquale Gentile ha nei giorni scorsi innescato un vivo e interessante dibattito, all'insegna della più assoluta libertà di pensiero e di espressione in merito ad una delle credenze popolari più in voga nella Noci che fu.

Tutti, almeno una volta nella vita, avremo sentito parlare del cosiddetto "Guaio della Madonna", ovvero l'ernia che affliggeva i neonati e che la Vergine della Croce si diceva guarisse dopo aver fatto passare per tre volte l'infante tra i rami intrecciati di uno degli alberi che adornavano il perimetro esterno del Santuario. Come interpretare le fantomatiche "guarigioni" ottenute? Alla luce di una  fede totale, che ringrazia e nulla chiede in più, o in virtù della razionalità e di una scienza che oggi è in grado di spiegare ciò che ieri non si conosceva? A questo ha cercato di rispondere il dibattito svoltosi in maniera intelligente su una chat di messaggistica, in cui le idee di chi crede nei miracoli e di chi si affida razionalmente alla scienza hanno goduto del medesimo rispetto.

Ecco le parole dello studioso di storia locale nell'introdurre il dibattito: "Da tempo cerco di inseguire, definire, rivalutare, rinforzare, rilanciare la nostra identità ‘paesana’. Noci ha molto da mostrare. La sua secolare quotidiana vitalità chiede di essere codificata. I ‘temi’ sono tanti. Affiorano all’improvviso. Tocca a tutti raccoglierli e salvaguardarli con il proprio contributo di esperienze, idee e proposte. Ognuno con il proprio sapere, con la propria ‘capacità’, con la propria disponibilità, con il proprio mestiere, con la propria arte, con la propria passione. Così cresce una comunità. Cresce nel riscoprire la propria ‘storia’, nel rinverdire le proprie tradizioni, nell’analizzare i vari relativi aspetti. L’antico rito del ‘guaio della Madonna’, abbinato alla festa del 3 maggio, meglio una mia rievocazione giornalistica ed il racconto di una mamma hanno offerto l’occasione di un colto e aperto dibattito. L’abbiamo rendicontato in due ‘puntate’. Questa è la terza. Una semplice, cronologica trascrizione di una istintiva chattata tra amici. Prima in maniera semianonima. Stasera, aperta, come suol dirsi con tanto di firma. Dunque, in molti commentano il rito e il racconto di L.D , mamma di un bambino ‘graziato’. Fede, scienza, credenza, miracolo, etc.. "

P. B. dice la sua: "Una riflessione medico-scientifica che conviene ritrascrivere per meglio comprendere i successivi interventi: ... Nel 1992 facemmo a Noci un convegno di Pediatria e Neonatologia che sulla copertina degli atti riportava il rito del 3 maggio a Noci. In realtà tutto basava su una diagnosi sbagliata fra idrocele (il vero guaio della Madonna) e ernia inguinale o inguino scrotale. L'idrocele è solo siero peritoneale che scende per il canale inguinoscrotale per ritardata chiusura. L'ernia si determina per uno scivolamento di anse intestinali fuori della parete addominale. Il primo può regredire spontaneamente, la seconda no. Da qui il miracolo. Lo dico non per fare dispetto alla Madonna ed ai Santi ma per riportare il tutto nella giusta dimensione, ferma restando l'atmosfera che si realizza!".

Immediata, istintiva la considerazione di O. C. "Non mi può smontare così la leggenda, per me restano miracoli".

All’istante, s’inserisce M. D.: "Pur da credente, condivido la riflessione scientifica di P.B. All'epoca purtroppo le diagnosi sbagliate erano molto frequenti. La scienza non aveva ancora la precisione odierna!"

A ritmo serrato,  G. D.: "Aggiungo solo una considerazione: chi crede non ha bisogno di vedere il miracolo. In realtà la fede è ben misera cosa se si fonda sull'evento miracoloso. Chi ha fede crede a prescindere da ogni possibile spiegazione scientifica degli eventi, anche i più pittoreschi e certamente arcaici come il rito della’ passata'!".

M. D. , un minuto dopo: "Esattamente! Una riflessione che condivido a pieno. Lo disse lo stesso Gesù: “beati quelli che senza vedere crederanno”.

Ribatte O. C: "Vero, io ti posso testimoniare che credo e riesco a ricevere in cambio segni tangibili, forse perché il Signore mi conosce abbastanza ed essendo molto simile a San Tommaso, ho necessità di toccare per credere. Lui mi conosce bene e sa come "prendermi".

M. D.: "È proprio vero ... stessi segnali che spesso ricevo anche io. Il Signore ci conosce tutti e sa quello di cui ciascuno di noi ha bisogno".

P. B: "La fede è ciò che ti fa andare oltre ...la ragione...ma io non ci riesco. Per questo mi confermo nell'idea che sia un dono...che io non ho avuto".

N. M.: "Perché non diciamo che merita uguale rispetto chi crede al miracolo e chi invece alla scienza? È fuori dubbio che il fascino di alcuni racconti è straordinario! Fa parte della nostra infanzia e delle nostre tradizioni!

Ed eccoci a L. D. la mamma del bambino che con il racconto della sua esperienza ha innestato il dibattito. Si inserisce doverosamente: "Io da bambina ero molto credente e pregavo ogni sera prima di dormire. Ovviamente però era (come per tanti bambini) una credenza ‘imposta’. Ma ero anche una che non dava per scontato quello che le si diceva. Le mie domande me le ponevo, perché ero curiosa...sognatrice... Con l’età non sono più andata a messa come prima, non ho più praticato tutti i riti che la religione e la fede prevedono, non ho più seguito così tanto i gruppi, il coro, la chiesa... Poi questa ‘cosa’, dopo tanti anni, mi ha lanciato un segno. Io (ripeto) non so cos’è stato... Le ‘coincidenze’ sono rare, ma in quel ‘frangente’ sono state troppe, tutte insieme. E quindi? E quindi ho dato una spiegazione all’evento: la mia ‘personale’ spiegazione. Ognuno darà la sua, in base alle sue esperienze di vita, all’intensità della propria fede, alla propria cultura, alla propria educazione... Ognuno gli darà un nome: miracolo, scienza, caso... Io, se proprio ci devo pensare, so che, in fondo, più il nostro inconscio è forte, tanto più “realizza” il nostro pensiero ragionevole e di conseguenza, i nostri desideri ...le nostre “richieste”. E quindi alla fine, ognuno di noi, se ben connesso, si metterà in contatto con sè stesso e con un Dio personale, riuscendo a realizzare quello in cui crede...senza neppure rendersene conto".

A G. D. la chiusura: "Francamente, non credo che tutti i miracoli siano tali, così come non lo sono tutti i santi (chi non ricorda ser Cappelletto di Boccaccio), molte reliquie custodite e venerate un po' avventatamente e, naturalmente tante manifestazioni della religiosità popolare. Le leggende, popolari e non solo, si intrecciano tra loro e spesso risalgono agli antichi predicatori che per arrivare al cuore di popoli incolti avevano la necessità di rendere "tangibile" la fede con racconti (eventi miracolosi) e "prove" (reliquie) tali da essere in qualche modo inoppugnabili. La stessa idea di oltretomba è influenzata "materialmente" dalla Commedia di Dante. Tuttavia non si tratta solo di letteratura o di narrazioni popolari. E in ogni caso non ci sono solo quelle. Io credo nel "miracolo" inteso come esperienza interiore e profonda. Non sempre l'inspiegabile è un miracolo ma non è detto che tutto ciò che è "spiegabile" non lo sia. La fede è un percorso di per sé non spiegabile. Se lo fosse sarebbe scienza!"

Nulla da aggiungere. Noci sa essere colta, viva, libera. In fondo è la sua identità.

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